Nella sede del Parlamento una preghiera per la Carinzia

Nella sede del Parlamento una preghiera per la Carinzia

Venerdì, 27 gennaio 2017, la “sala verde” della sede del Parlamento dello stato federato ha ospitato un evento insolito: una preghiera per la Carinzia (Austria).

L’invito è venuto dal gruppo di Insieme per l’Europa, il cui scopo è di rafforzare un’Europa cristiana. Donne e uomini di diverse chiese cristiane, di vari ambienti sociali e politici, del mondo dell’arte e della cultura, si sono riuniti in preghiera. Questo momento di preghiera è stato accompagnato musicalmente dalla coppia Outi&Lee.

“Speriamo in un effetto positivo per questa casa”, si è espresso il presidente del Parlamento, Reinhart Roth nel suo ringraziamento agli organizzatori. Anche la consigliera comunale, Ruth Feistritzer, in rappresentanza del Sindaco, ha partecipato all’incontro.

Alla rete Insieme per l’Europa aderiscono più di 300 Movimenti, Comunità ed opere missionarie cristiane in tutta l’Europa. “Cerchiamo ciò che unisce tra cristiani e nella società; diciamo Sì alla vita, alla famiglia, al creato, ad un’economia equa, alla solidarietà, alla pace ed alla responsabilità”, questa la testimonianza di Manfred e Fini Wieser, i coordinatori del gruppo carinziano.

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Immagino l’Europa così. La voce dei giovani

Immagino l’Europa così. La voce dei giovani

Il sogno europeo è stato, fin dalla sua creazione, un’occasione di superare quelle diffidenze reciproche tra i popoli europei e quei pregiudizi che li hanno accompagnati per diversi secoli.

Tuttavia, nella storia dell’integrazione europea il capitolo “giovani” è stato spesso sacrificato a favore di altri temi, non meno importanti, come l’ambiente o i diritti per i lavoratori. Le cose hanno iniziato a cambiare tra gli anni ’90 e il 2000, quando si sono pensati da una parte alcuni programmi di scambio giovanile, il più famoso l’Erasmus tra studenti universitari, dall’altro alcuni programmi di sostegno all’ occupazione come Garanzia Giovani.

L’ Europa è una prospettiva allettante per i giovani. Molti di loro la vedono come un’opportunità di creare veramente una comunità più vasta, di uomini e donne, che possano cercare punti di contatto tra culture e tradizioni che già oggi hanno una forte radice comune. L’Europa è anche un’opportunità di lavorare e di viaggiare, di ampliare i propri orizzonti e non sentirsi più chiusi nei nostri ormai angusti confini nazionali. Le manifestazioni dei giovani dopo la Brexit, che a gran voce chiedevano di rivedere il voto sull’ appartenenza all’Unione Europea, ci dice molto sull’ attaccamento che ormai molti ragazzi sentono nei confronti del nostro continente e dei nostri valori.

D’altra parte, chi pensa che tra i giovani prevalga una visione ottimista e rassicurante dell’Europa, si sbaglia. Ogni giorno la nostra generazione si chiede se effettivamente le promesse di benessere, materiale e spirituale, di uguaglianza tra i popoli europei e di amore tra le nostre nazioni siano state mantenute. L’ Italia ha il 40% di disoccupazione giovanile e, che sia colpa dei nostri governi o dell’Unione Europea, fatto sta che dove manca il lavoro manca la dignità (come sostenuto sia da Benedetto XVI che da Francesco). La reazione europea alla crisi economica e fiscale è stata lenta e insufficiente, aggravando le diseguaglianze e generando molta sofferenza. Se fino a 5-6 anni fa non una sola voce si levava contro il progetto europeo, oggi sono in molti a volersi allontanare da quel sogno, reputandolo ormai irrealizzabile. In questo contesto i giovani si rendono perfettamente e lucidamente conto dei problemi. La così detta “generazione Erasmus” si sta disaffezionando al sogno europeo, come indicano le preferenze di voto in Italia, Spagna e Francia.

Eppure, la prospettiva potrebbe cambiare ed essere rivoluzionata, nei pensieri di chi governa l’Europa, proprio dal futuro dei giovani. Quale mondo ci aspetterà? Una società divisa, ingiusta e piena di paura, oppure una che sia unita e rassicurante con i propri cittadini, che tuteli lo Stato di diritto e veda il futuro con speranza? La differenza tra avere l’Europa e non averla è proprio questa. Per salvare il futuro dei giovani, chi ci governa deve fare alcuni sacrifici. Non stiamo parlando di ridurre auto e stipendi, un obiettivo che ci sembra ormai raggiunto anche con troppa solerzia. No, il vero sacrificio è di rinunciare al potere per uno scopo più alto. Perché ancora non si è creato, per esempio, un ministero dell’economia europeo? Siamo un’Unione con una moneta e senza uno Stato. Perché non esiste una diplomazia europea? Mantenere relazioni diplomatiche ufficiali tra Paesi che fanno parte di quella che è, sotto molti punti di vista, quasi una confederazione (e i cui ministri si sentono quotidianamente) è solo uno spreco di denaro. Perché non esiste una vera elezione per il presidente della Commissione europea? Poter vedere, anche in televisione o nelle piazze, chi governerà l’Europa, potrebbe portare più responsabilità in alto e più consapevolezza in basso. Perché queste cose non si fanno o si procede lentamente, quasi con stanchezza?

Chi è cristiano conosce la risposta, perché conosce bene la differenza tra quel potere usato per sé stesso e quel potere il cui fine è il mantenimento della comunità, della quale i politici si devono prendere cura. I giovani sono certamente pronti a sostenere il sogno europeo, a patto che parta da una comunità di uomini e donne, non di interessi e regolamenti. E’ solo con un obiettivo comune e una consapevolezza di condividere lo stesso destino e lo stesso cammino che si può fare l’indispensabile salto culturale che serve alla nostra Europa. Un salto che si può fare anche domani perché, ancora una volta, è la scelta degli uomini che cambia il corso della storia.

 

di Federico Castiglioni (Roma, 17/11/88). Laureato in Scienze politiche, è attualmente dottorando in Studi europei ed internazionali presso l’Università Roma Tre. Ha pubblicato diversi articoli, divulgativi e scientifici, sempre affrontando temi legati all’ attualità europea o al ruolo dell’ Unione Europea nel mondo globale. E’ responsabile relazioni esterne dei Giovani Federalisti Europei (JEF Italy) e delegato presso il Forum italiano dei giovani. (altro…)