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Portatori di speranza

Clarita e Edgardo Fandino, responsabili mondiali del Movimento “Equipes Notre-Dame”, vivono a Bogotá in Colombia. Hanno partecipato al recente incontro degli Amici di Insieme per l’Europa a Praga. Abbiamo voluto conoscere più da vicino la loro esperienza.

1) Qual è stata la vostra esperienza con gli “Amici di Insieme per l’Europa” a Praga?

È stato commovente essere testimoni diretti di questa iniziativa che, partendo dalle sinergie tra molti Movimenti, cerca di dare risposte di speranza ad un mondo secolarizzato invitando tutti ad assumersi le proprie responsabilità di fronte alla società e al mondo senza isolarsi, ma condividendo le proprie ricchezze evangeliche. Personalmente avremmo voluto conoscere più da vicino i carismi specifici dei vari Movimenti presenti, ma supponiamo che da un lato fosse già stato fatto in precedenti incontri e dall’altro il tempo limitato del programma non l’abbia permesso. Durante questi due giorni di incontro, nei momenti liberi e nelle conversazioni, abbiamo potuto condividere esperienze con molti dei presenti. Abbiamo notato un’atmosfera di rispetto, fraternità e apertura che deve essere estesa ai vari ambienti di vita, per essere veri agenti di trasformazione come il lievito nella pasta.

2) Come colombiani, come vedete l’Europa attuale?

Non abbiamo partecipato a questa riunione di Insieme per l’Europa come colombiani, ma come responsabili mondiali del Movimento “Equipes Notre-Dame”, che ha avuto origine in Francia e che oggi è presente in 92 Paesi dei cinque continenti. Come colombiani, abbiamo notato grandi differenze tra l’Europa e l’America di oggi e, naturalmente, con la nostra nativa Colombia. L’Europa di oggi sta vivendo un processo di secolarizzazione molto più pronunciato che in America ed è influenzato dai venti di crisi e di disgregazione con tendenze separatiste che minano le istituzioni e i regimi in atto. Le tendenze populiste con gli agitatori che polarizzano e raccolgono il malcontento sono un problema che ha già raggiunto dimensioni universali. Oggi più che mai, è indispensabile che noi, che professiamo valori di fede, siamo più attivi nel promuovere iniziative di cambiamento che portino valori trascendenti. Come ha detto Ernesto Sabato, questo scrittore meraviglioso e osservatore critico delle realtà del mondo: “Una cosa certa è la convinzione che solo i valori spirituali saranno in grado di salvare la condizione umana da una catastrofe annunciata.”

 3)  Siete i responsabili mondiali del Movimento “Equipes Notre-Dame” e avete appena concluso un importante incontro internazionale a Parigi. Alla fine di questo incontro, quali sono i vostri progetti e le prospettive per il futuro?

Abbiamo assunto la responsabilità internazionale del Movimento “Equipes Notre-Dame” lo scorso luglio a Fatima, in Portogallo, dove, insieme a circa 9000 presenti da più di 70 Paesi, tra cui 400 sacerdoti e vescovi, 4000 coppie e 200 vedovi, abbiamo vissuto una settimana di incontro che aveva come tema la parabola del figliol prodigo, con il motto: “Riconciliazione, segno d’amore”. Al termine di questo incontro, sotto forma di mandato, abbiamo stabilito gli orientamenti di vita per i membri del Movimento nei prossimi sei anni. Come linea guida il nostro motto é: “Non abbiate paura, andiamo avanti”; è un invito ad agire, a concretizzare la nostra vocazione e la nostra missione, partendo dallo specifico del nostro carisma: la spiritualità coniugale.

L’incontro che abbiamo avuto di recente a Parigi, con il gruppo di responsabili internazionale, il primo dei 3 incontri annuali, aveva come scopo di stabilire la strada da percorrere per portare a ciascuno dei membri del Movimento il motto di Fatima, perché lo possano concretizzare nella loro vita. Ecco perché abbiamo stabilito molte linee di azione per le sfide all’interno e all’esterno del Movimento, sempre in conformità con l’invito della Chiesa, e soprattutto di Papa Francesco, di andare verso le periferie, come agenti di Misericordia. Questo appello è ben espresso dal Papa nella sua recente Esortazione Apostolica “Gaudete et exultate ” (GE 26) “Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo, ed entra a far parte del cammino di santificazione. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione, e ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione.”

Tra le tante linee di azione per le quali lavoriamo, ci sono: l’arte di accompagnare i vedovi e le vedove, la preparazione e l’accompagnamento dei giovani al matrimonio e nei loro primi anni di vita coniugale, il lavoro su altre realtà della vita coniugale come l’accompagnamento degli adulti, l’ascolto dei giovani… ecc.

4) Potreste dirci qualcosa su di voi, della vostra famiglia, dove vivete, il vostro lavoro…? 

Siamo una coppia colombiana, sposata da 32 anni, 2 figli, uno di 26 anni che si è appena sposato e una figlia di 24 anni che vive ancora con noi. Viviamo a Bogotà, una città cosmopolita con circa 8 milioni abitanti. Clarita insegna musica e catechismo e Edgardo lavora tuttora come ingegnere civile. Noi apparteniamo da 22 anni al Movimento “Equipes Notre-Dame”, che ha nutrito la nostra spiritualità coniugale; abbiamo svolto compiti di servizio in diversi ambiti di responsabilità. Al presente siamo responsabili internazionali del Movimento per i prossimi sei anni. La nostra vita è suddivisa tra il lavoro professionale di Edgardo, il lavoro delle nostre “Equipes Notre-Dame” e i frequenti viaggi che questo incarico impone. Siamo convinti che ognuno di noi ha una missione e una responsabilità in questo mondo, essere portatori di speranza e riflettere l’amore di Cristo sull’umanità, rendendolo presente nel nostro ambiente e nelle periferie in  cui dobbiamo addentrarci.

Clarita e Edgardo Fandino, Bogotá/Colombia

Voci da Praga – 2° parte

Voci da Praga – 2° parte

Brevi interviste ad alcuni partecipanti dell’incontro degli Amici di Insieme per l’Europa a Praga 2018 – 2° parte

“Abbiamo un grande fondamento che ci lega.” Matthias Leineweber, Comunità di Sant’Egidio, Germania

“Identity is something what we desperately need!” Pavel Fischer, Senator in the Czech Parliament

“Pour leur communiquer la beauté”. François Delooz, Communauté de Sant’Egidio, Belgique

“I realised the strength of the Movements.” Pavel Černý, Pastor, Czech Republic

“Europa ist sehr bewegt”. Valerian Grupp, CVJM Esslingen, Deutschland

2° Giornata IpE a Praga

La seconda giornata dell’incontro degli “Amici di Insieme per l’Europa” a Praga voleva proporre ai partecipanti un’occhiata più da vicino alla situazione dei credenti e delle Chiese nella Repubblica Ceca. Pertanto, oltre alle numerose opportunità di scambio personale e di confronto in gruppi piccoli e grandi, vi sono stati tre impulsi tematici principali.

Jaroslav  Šebek, storico e membro dell’Istituto di storia dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, ha presentato il tema “Le Chiese nella Repubblica Ceca e le sfide del tempo turbolento di oggi”. La crisi dei rifugiati è diventata una pietra miliare per il futuro dell’integrazione europea, dove concetti diversi si scontrano “e ancora una volta è simbolicamente est contro ovest”, ha detto Šebek. Un problema di oggi è l'”incapsulamento della comunicazione” in cui sono coinvolti i social media. “Mentre durante l’era comunista avevamo un deserto di informazioni, oggi siamo in una giungla di informazioni”. Il risultato è lo stesso: “Perdita di orientamento e maggiore suscettibilità alla manipolazione e diffidenza nei confronti di tutto e di tutti.” In una tale situazione anche i rappresentanti della Chiesa stanno cercando di orientarsi.

Anche Pavel Fischer, senatore al Parlamento ceco, ha descritto la situazione attuale della Repubblica ceca e ha presentato le sfide dal punto di vista socio-politico. Ha sottolineato l’importanza dell’identificazione emotiva con un’esperienza sociale personale; essa nasce in uno spazio linguistico ed esperienziale concreto. L’unità dell’Europa può essere raggiunta solo prendendo sul serio tutti i processi di identificazione locale e le singole persone con cui si cammina insieme. La visione di un’Europa unita può emergere solo se le politiche rispettano la sussidiarietà e rispettano e promuovono la diversità dei popoli, delle lingue e delle culture europee.

Interview “Identity is something what we desperately need!” Pavel Fischer

Interview “Let’s engage on the very local level!” Pavel Fischer

Tomáš Halík, sociologo ceco, filosofo della religione e sacerdote cattolico romano (Premio Templeton 2014), ha presentato gli sviluppi storici della Chiesa ceca fino ai giorni nostri in un ampio arco di tempo come parte del suo contributo sulla situazione religiosa nel suo Paese d’origine. Divenne chiaro che il tentativo della Chiesa di offrire  per il presente e il futuro la fede vissuta ieri, era fallito. La Chiesa popolare tradizionale di oggi non ha più forza, perché la sua biosfera scompare sempre più. La religione oggi non ha alcuna influenza sullo stile di pensiero della generazione di oggi; questa vive nel nuovo cosmo di Internet. “La nuova generazione non è pronta a ricevere la religione senza argomenti. Oggi la Chiesa è sfidata a prendere in considerazione soprattutto coloro che sono in ricerca. Questi sono, per così dire, la diocesi più grande.” Halík ha sottolineato che “Il futuro della Chiesa dipende dalla sua volontà di comunicare con chi è in ricerca, di accompagnare i cercatori”. La fede non dovrebbe essere un’ideologia di risposte precise, ma un modo per camminare con chi è in ricerca. Poiché tutti si pongono la domanda sul significato della vita, la Chiesa deve essere presente anche per tutti, non solo per i devoti. Halík ha invitato il pubblico ad essere coraggioso e a prendere sul serio gli altri che cercano la verità in  modi diversi e a dialogare con loro.

Questa ricca giornata si è conclusa con un momento di preghiera in cui tutte le riflessioni e i temi della giornata come pure il futuro dell’Europa sono stati portati davanti a Dio.

E’ seguita una cena festosa con un programma culturale.

Heinrich Brehm

Sulle tracce della “Rivoluzione di Velluto”

Insieme per l’Europa 2018 a Praga

Praga, la capitale della Repubblica Ceca, un Paese al cuore dell’incrocio storico e culturale dell’Europa, farà casa dal 15.-17.11.2018 all’incontro annuale degli Amici di Insieme per l’Europa.

Le grandi vicende dell’Europa Centrale – e, in particolare, del popolo ceco – faranno da sfondo a questa nuova tappa nel cammino di Insieme per l’Europa, che promuove la reciproca accoglienza tra diverse identità culturali e politiche.

Nel novembre 2017, l’incontro europeo degli Amici di Insieme per l’Europa si era svolto a Vienna, città ponte tra Est e Ovest. Ora un passo più in là, ci si troverà al Centro-Est Europa, con un desiderio comune: affrontare difficoltà, pregiudizi e paure pesantemente presenti in questo momento, in modo particolare tra i Paesi-membri dell’Unione Europea e oltre. Con la vita del Vangelo, nutrito e illuminato dalla presenza di Cristo nelle e tra le comunità cristiane, si vorrà testimoniare, che il cammino verso un’Europa “casa delle nazioni e famiglia di popoli” non è un’utopia.

Sulle tracce della “Rivoluzione di Velluto”

La Repubblica Ceca, proprio il 17 novembre, ricorderà l’inizio della “sametová revoluce” (rivoluzione pacifica, detta “di velluto”), che ha reso anche questo Paese uno dei protagonisti della riunificazione dell’Europa – processo che dura ancora. E’ una coincidenza che interpella gli Amici di Insieme per l’Europa, per rinnovare il comune impegno: portare nella cultura post-secolare lo spirito dell’umanesimo cristiano, offrendo così il proprio contributo nel dare vita e forma ad un’Europa più unita.

Il rinomato teologo-filosofo ceco Tomas Halik, amico personale di Vaclav Havel, Jaroslav Sebek, membro dell’Istituto Storico dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, e Pavel Fischer, politico ceco emergente, insieme a responsabili e rappresentanti di diversi Movimenti, Comunità e Associazioni, apriranno con riflessioni e testimonianze questo convegno, il cui traguardo è audace assai: ricordare un´altra Europa, l´Europa delle grandi speranze e promesse. Sorgono dal ricco patrimonio di una molteplicità etnica, sociale, culturale, che tende alla comunione e al dialogo.

L’avvenimento a Praga diventa così una tappa importante nella storia di Insieme per l’Europa, che anche questa volta vorrebbe non stancarsi nell´impegno per un´Europa più unita, più giusta, e più fraterna. Sarà anche un’eccellente occasione per prepararsi insieme alle prossime elezioni del Parlamento Europeo.

L’incontro terminerà con una serata aperta assieme ai rappresentanti di Movimenti e Comunità di varie Chiese presenti in Cechia.

Indirizzo: Centro Mariapoli, Mladoboleslavská 667, 190 17 Praga 9 – Vinoř, Repubblica Ceca  – Tel. +420 286 007 711; email: cmpraha@espol.cz  www.centrummariapoli.cz

Beatriz Lauenroth

Foto: Canva

Vince la verità

L’Europa vive di quelle idee dalle quali è nata. 

In preparazione al prossimo incontro degli Amici di Insieme per l’Europa, ecco tre domande a Jiři Kratochvil di Praga, esperto di dialogo fra le varie culture in Europa.

Il prossimo appuntamento con gli Amici di “Insieme per l’Europa” si terrà a Praga, terra degli “hussiti”, della “primavera di Praga”, della “rivoluzione di velluto”. La grande storia del popolo ceco farà da sfondo al dialogo tra i partecipanti. Come capirla di più?

È una storia travagliata, caratterizzata dai grandi risvegli idealistici e spirituali, dalla ricerca della giustizia e della verità, spesso però finiti con disillusioni fortissime. Questo è il caso proprio dei tre momenti menzionati: il movimento hussita si è scatenato dopo la morte del sacerdote Jan Hus, bruciato sul rogo nel 1415, considerato dai suoi seguaci martire della verità; purtroppo le guerre seguenti, nelle quali non si trattava più della verità, ma del potere, hanno completamente devastato il Paese. Così anche, molti secoli dopo, nel 1968, gli attori principali della “Primavera di Praga” con grande sostegno ed entusiasmo di tutta la Nazione – cosa mai vista prima – volevano installare un regime socialista “dal volto umano”, liberato da tutte le menzogne e crudeltà del passato recente; sfortunatamente questa speranza è stata distrutta sotto le ruote dei carri armati ed è sbocciata nella rassegnazione generale, non sospesa neanche dall’eroico sacrificio  di Jan Palach (uno studente che, per protesta, si è bruciato vivo).

E poi la “rivoluzione di velluto” del 1989, che ancora tanti ci ricordiamo molto bene; è stata portata avanti dal motto del protagonista principale, Vaclav Havel: “L’amore e la verità deve vincere sopra la menzogna e l’odio”. Nessuno però si aspettava che sarebbe seguita una lotta così dura: i valori spirituali dei primi mesi, sentiti così fortemente durante le manifestazioni popolari sulle piazze, pian piano si sono spenti, essendo stati sostituiti dal pragmatismo della “tecnologia del potere”.

La bandiera del Presidente della Repubblica ceca porta lo scritto “La verità vince”. Tuttavia dalla versione originale sono state tolte due parole: “di Dio” – “La verità di Dio vince”. Siamo sicuri che la Sua verità vince alla fine della storia. Però prima forse deve subire tante sconfitte, come lo dimostra la storia (non solo quella ceca), ma questo non ci dispensa dal dovere di metterci sempre dalla Sua parte, quella della Verità.

“Insieme per l’Europa” vuol dare un contributo per costruire l’unità tra l’Europa dell’Est e dell’Ovest. Che ruolo ha la Cechia in questo impegno?

 A causa della storia religiosa travagliata la Cechia è un Paese molto secolarizzato. La maggioranza della popolazione non vuole identificarsi con una Chiesa. Ma questo non vuol dire che siano atei. Sorprendentemente, il numero degli atei dichiarati diminuisce. Tra la gente, tra i giovani ed anche tra gli intellettuali, esiste una fortissima sensibilità per i valori spirituali e culturali. Lo ha dimostrato per esempio il modo caloroso con cui, nel 2009, è stato accolto a Praga dal Comune accademico Papa Benedetto XVI. Magari proprio quest’incontro ha suscitato in lui l’idea di creare il cosiddetto “Cortile dei gentili”, una iniziativa di dialogo con il mondo “laico”.

Cercare insieme, come cristiani di diverse denominazioni uniti tra di noi, varie forme di questo dialogo, potrebbe essere una strada per il progetto “Insieme per l’Europa”. I laici secolarizzati, con tratti e lineamenti diversi, si trovano in tutte le parti dell’Europa. La Cechia potrebbe diventare un piccolo “laboratorio” del colloquio con loro. 

Pensando al futuro dell’Europa che ulteriori sfide si presentano per raggiungere la meta, l’unità?

Una domanda difficilissima, ma la risposta, anche se non semplice, mi sembra abbastanza logica. Si dice che ogni Nazione – e questo vale anche per un Continente – vive di quelle idee dalle quali è nata. Basta ricordarsi da dove è nata l’Europa in cui viviamo oggi: da Gerusalemme (fede), da Atene (ragione) e da Roma (diritto). Su queste fondamenta sicure è cresciuta la sua grandezza e ricchezza culturale, spirituale e materiale. Oggi stiamo per affrontare la situazione di una migrazione di popoli, simile a quella dall’inizio del Medioevo: la sfida più grande consiste nel saper convivere con l’alterità dei nuovi arrivati, che sicuramente saranno molti, perché le correnti migratorie continueranno non solo per i motivi politici ed economici, ma prima di tutto climatici.

Non dobbiamo illuderci: l’Europa, come la conosciamo, prima o poi sparisce, anche per i motivi di natalità decrescente. Noi cristiani dobbiamo essere la “minoranza creativa”, tornando a queste radici forti della nostra tradizione e a tutti i valori veri che ne sono nati, senza essere chiusi agli stimoli nuovi. Su questa base spirituale, chiedendo sempre la grazia di Dio, possiamo cercare la nuova unità della nuova Europa.

Jiři Kratochvil, nato nel 1953. laureato in economia a Praga, per tanti anni ha lavorato in varie ditte statali nel dipartimento finanza. Dopo la caduta del comunismo ha aiutato la Caritas a rinnovarsi. Ha vissuto in Canada, in Italia ed in  Germania, oltre che in Cechia e in Slovacchia. Attualmente lavora a Praga come traduttore per la Conferenza episcopale ceca.

Foto: Praga: ©Canva; Jiři Kratochvil: privato