31.10.2017 = 555 anni! Vi svelo il mistero: 500 anni = Riforma di Lutero; 50 anni = gli anni che ho compiuto proprio quel giorno; 5 anni = il tempo che vivo in Austria.
Mi rendo conto di questa simpatica coincidenza e mi chiedo: come posso festeggiare queste ricorrenze, mettendo in relazione storia personale ed ecumenica?
Sono svizzera, madre riformata e padre cattolico. Noi figli siamo stati battezzati nella Chiesa riformata, ma poi abbiamo prese vie diverse. Da bambina sono entrata nella Chiesa cattolica. Su questo sfondo la passione per l’unità delle Chiese è forte in me. Ora vivo in una comunità del Movimento dei focolari a Vienna.
In un incontro di vita consacrata al Centro ecumenico di Ottmaring, in Germania, insieme al vescovo luterano emerito Herwig Sturm ho presentato „Lutero“ con immagini, parole e danza (di professione sono ballerina). E perché non offrire questa presentazione in occasione dei miei festeggiamenti?
Roswitha M. Oberfeld Foto: privat
Roswitha M. Oberfeld Foto: privat
Roswitha M. Oberfeld Foto: privat
Più di 60 persone sono venute il 29 ottobre 2017 ad Am Spiegeln, nel Centro d’incontri del Movimento dei focolari a Vienna, a farmi gli auguri. Invece di portarmi dei doni, hanno aderito al mio desiderio di donare una somma per le spese di traduzione del prossimo incontro europeo degli Amici di Insieme per l’Europa, previsto pochi giorni dopo nello stesso Centro d’incontri.
E quale gioia aver potuto consegnare personalmente al Comitato di orientamento internazionale la somma raccolta!
Un convegno in Vaticano per ripensare l’Europa, la presenza di Insieme per l’Europa
«In questo tempo, i cristiani sono chiamati a ridare un’anima all’Europa, a ridestarne la coscienza, non per occupare degli spazi, ma per animare processi che generino nuovi dinamismi nella società». Con questo augurio papa Francesco ha concluso il suo incontro con i 350 partecipanti al convegno tenuto in Vaticano dalla Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea (Comece) in collaborazione con la Segreteria di Stato. Tema: “(Re)Thinking Europe. Un contributo cristiano al futuro del Progetto Europeo” (27-29 ottobre 2017). Nell’indire questo incontro si è voluto cogliere l’opportunità di dire qual è il contributo dei cristiani al progetto europeo, con la speranza che il dialogo messo in atto possa essere di aiuto per l’Europa e le sue istituzioni in questo momento assai critico.
Un quadro su realtà, prospettive, sfide e speranze del continente era stato tracciato nei giorni precedenti dal cardinale Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della Comece. In gioco questioni come l’ambiente, il mondo del lavoro, la crisi dei profughi, da affrontare – affermava – «con uno sguardo lucido sul nostro presente e soprattutto sul futuro».
Per mons. Jorge Ortiga, arcivescovo di Braga e delegato della Conferenza Episcopale Portoghese alla Comece, «l’Unione europea ha bisogno di un’anima, di qualcosa di nuovo. Non si tratta di guardare soltanto al territorio o all’economia. È la responsabilità di costruire un’unica società, espressione di un unico corpo, ma nella diversità, nel rispetto di ogni cultura, di ogni paese, in ciò che c’è di caratteristico».
András Fejerdy, professore all’Università Cattolica di Budapest, costata che «anche se il muro di Berlino è caduto ormai 25 anni fa, il muro nelle nostre teste non è ancora caduto. Forse noi che viviamo nella parte orientale dell’Europa conosciamo meglio la storia, la cultura, il pensiero degli occidentali. Invece dall’altra parte affrontiamo molte incomprensioni a causa di una non conoscenza. Al workshop a cui partecipavo vi erano rappresentanti dell’Est e del Sud europeo. Era interessante vedere che condividiamo le stesse speranze e le stesse paure rispetto al futuro dell’Europa».
E Katrien Verhegge, direttore generale di Kind en Gezin, Belgio: «In questo contesto portiamo il nostro messaggio di unità e diversità. Per me significa ritornare all’essenziale: l’amore e la regola d’oro. Possiamo unirci attorno alla regola d’oro “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Se ripartissimo da questo per ripensare l’Europa faremo già un passo avanti».
Per Pedro Vaz Patto, presidente della Commissione Justitia et Pax del Portogallo, il momento attuale è di «crisi di fiducia nell’Europa. Abbiamo cercato di dare il nostro contributo come cristiani a questa Europa che è sempre in cerca di un’anima. Il motto dell’UE è “unità nella diversità”. Noi cristiani crediamo in un Dio che è uno e trino. Dunque, questa nostra fede ci aiuta a vivere quest’unità nella diversità, prima di tutto con la nostra testimonianza. Fra Movimenti cristiani, Chiese, persone».
Tra i partecipanti all’incontro Ilona Toth, incaricata del Movimento dei Focolari per Insieme per l’Europa, progetto che vede convergere Comunità e Movimenti cristiani di diverse Chiese – attualmente oltre 300, diffusi in tutto il Continente – con la propria autonomia, che agiscono in rete per scopi condivisi, portando il contributo del proprio carisma. «Un progetto, afferma, che era di casa nel contesto del presente incontro e che ha richiamato l’interesse. Siamo stati invitati a Bruxelles per avviare una collaborazione, considerando l’importanza di responsabilizzare i popoli dell’Europa nella costruzione della loro storia».
Ilona Toth representative of TfE
Rev. Karin Burstrand, Vice-President of the CEC
left: Rev. Fr Heikki Huttunen, General Secretary of the CEC
Bishop Heinrich Bedford-Strohm, President of the Evangelical Church in Germany
Di rilievo la presenza di responsabili di varie Chiese, tra cui il Presidente della Chiesa evangelica in Germania (EKD), il Vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm, e rappresentanti della Conferenza delle Chiese europee (CEC): il segretario generale, P. Heikki Huttunen e la vicepresidente, Rev. Karin Burstrand.
L’impegno dei cristiani in Europa, parole di Papa Francesco a conclusione del suo intervento, «deve costituire una promessa di pace». Non è questo «il tempo di costruire trincee, bensì quello di avere il coraggio di lavorare per perseguire appieno il sogno dei Padri fondatori di un’Europa unita e concorde, comunità di popoli desiderosi di condividere un destino di sviluppo e di pace».
Sotto il metaforico nome di “Oltrecortina” erano designati gli Stati che, dalla Seconda guerra mondiale fino al 1989, facevano parte del blocco comunista ed erano così chiamati per il confine ideologico “di ferro” che divideva in due parti l’Europa e che concretamente era visibile nel muro di Berlino.
Quando, per motivi di studio, sono stato a Praga, nell’allora Cecoslovacchia, il ricordo di Jan Palach era vivissimo e tra gli studenti universitari si parlava di lui come di un eroe: il 16 gennaio 1969, come torcia umana, aveva voluto attirare l’attenzione del mondo sulla disperazione che viveva il suo popolo. La mia prima sensazione è stata che nella stessa capitale vivessero due mondi uno apparente e ufficiale, l’altro nascosto, ma vivissimo.
La stessa cosa ho sperimentato in Ungheria, dove sono arrivato nel 1980. Le notizie di questi Paesi arrivavano all’Occidente calibrate e controllate… non si era saputo molto del Paese dei magiari, se non per i fatti del 1956. Ero andato a Budapest con una borsa di studio per delle ricerche sulla letteratura infantile e sotto i miei occhi è cominciata a passare una catena di sorprese.
Ciò che è successo dopo ha il sapore di miracolo: possibilità di rimanere in Ungheria non più come studente. Per le traduzioni che avevo fatto mi è stato assegnato un Premio che mi ha permesso di essere conosciuto e di ricevere la proposta di insegnamento all’Università Janus Pannonius di Pécs. Sullo sfondo di una politica manovrata da interessi più che da ideologie, immettere elementi positivi richiedeva libertà e grande responsabilità.
Un giorno in treno, mentre al confine avvenivano gli interminabili controlli delle valigie, guardando fuori dal finestrino vedevo un uccellino che saltava di qua e di là sopra il filo spinato degli steccati di confine e fu naturale chiedermi quanto tempo sarebbero durate quelle barriere. Una frase del filosofo napoletano Giambattista Vico mi diede speranza “Le cose fuori del loro stato naturale né vi si adagiano né vi durano”.[1]
Subito dopo la caduta del muro di Berlino infatti, nel 1989, mi è capitato di tradurre uno studio sociologico sul fenomeno del cambiamento di nomi delle piazze e delle vie di Budapest e della sorte toccata alle statue del realismo comunista gonfie di muscoli e di vittoria, trasferite in un giardino fatto apposta, quasi uno zoo dove portare i bambini la domenica. Qualche stella rossa, per la sua grandezza e il suo peso ha atteso anni prima di scendere in basso.
Dopo 16 anni vissuti in Ungheria sono stato in altri Paesi che erano appartenuti al Patto di Varsavia, come la Slovacchia e la Polonia dove, girando un giorno per il campo di Auschwitz ho capito meglio il perché della mia esistenza ed ho ringraziato Dio di poter concorrere assieme ad altri a fare non solo dell’Europa ma del mondo intero una famiglia.
Mi è sembrata puntuale l’affermazione di Victor Hugo: «Niente al mondo è così potente quanto un’idea della quale sia giunto il tempo».[2]
di Tanino Minuta
[1] Giambattista Vico, Opere Vol. I, Tipografia della Sibilla, Napoli, 1834, pag. 12.
Alla vigilia della grande riunione di “Insieme per l’Europa” a Vienna (9.-11 novembre 2017), i rappresentanti di diversi Movimenti olandesi si sono incontrati per scambiarsi le idee sulla domanda: che cosa sta succedendo nei Paesi Bassi per dar forma ad un’Europa unita? E cosa sta succedendo al riguardo in tutta l’Europa?
L’Olanda è aperta al dialogo
“I cristiani praticanti sono una minoranza nei Paesi Bassi, ma abbiamo un compito comune” dice Jan Wessels dell’ampia rete protestante “Missie Nederland”. “La preoccupazione primaria è quella di trasmettere il messaggio di Gesù Cristo. E qui i Movimenti e le Chiese possono imparare l’uno dall’altro e sostenersi”.
“Ognuno sta cercando un sogno che possa vivere”, dice Ine Sassen-Pouwels (Rinnovamento Carismatico nella Chiesa Cattolica). E chi sa sognare più intensamente della gioventù? Quindi, perché non dare ai giovani dei diversi Movimenti e Chiese dell’Olanda “una possibilità di scambiarsi le domande sulla propria vita? L’esperienza di giovani più maturi potrebbe essere di aiuto.”
Jeff Fountain, direttore del Centro Schumann per gli Studi Europei e quindi specialista dell’Europa è nato in Nuova Zelanda e da 40 anni è sposato con una olandese. Tra l’altro dice, strizzando un occhio: “L’Olanda è particolarmente adatta al dialogo in e per l’Europa. Il re Willem Alexander dei Paesi Bassi ne è il miglior esempio. È un misto di sangue tedesco e sangue russo”.
Rapporti di vita
In un’atmosfera di grande apprezzamento reciproco, si sente la gioia di unire tutte le forze per contribuire all’unità dell’Europa cominciando dal proprio Paese. “Si tratta di rapporti”, evidenzia Enno Dijkma del Movimento dei Focolari. “L’amicizia tra noi dà le ali ai nostri pensieri”. L’apertura al dialogo e il neighbour meeting per l’Europa sono solo due delle idee promettenti che la delegazione olandese porterà il 9 novembre 2017 a Vienna. Là si incontrerà con rappresentanti dell’Europa occidentale e orientale per presentare le proprie idee e ricevere le idee degli altri. Attendiamo con curiosità i risultati dell’incontro – a livello europeo.
9 novembre 1989, data indimenticabile della storia recente: crolla il muro di Berlino. Quella sera anch’io mi trovo incollata davanti alla televisione per seguire un evento inaspettato e di cui forse tanti, soprattutto noi giovani, non coglievamo assolutamente la portata.
Sì, certo, avevo studiato a scuola e all’università, laureandomi proprio in storia moderna, gli anni della Guerra fredda e la costruzione di quella cortina di ferro che ora, in quei giorni di novembre, si stava sbriciolando inesorabilmente. Da lì a pochi mesi avremmo conosciuto dai giornali e dai dossier approfonditi la storia dei popoli della Cecoslovacchia, dell’Ungheria, della Polonia, della Romania, i quali, con rivoluzioni più o meno pacifiche, si liberavano dal giogo settantennale dell’Unione Sovietica.
Non avrei, però, mai immaginato, il 9 novembre, che i racconti e le immagini riportate dai media si sarebbero trasformati per me in vita, in persone in carne e ossa che stavo per incontrare sulla mia strada. Era passato, infatti, solo un mese e mezzo e scendevo, alla stazione Keleti di Budapest, da un treno che da Roma, attraversando Slovenia e Croazia, mi aveva portato in Ungheria. Mi avevano, infatti, offerto un posto di insegnante di italiano e storia in un liceo della capitale. Quella sera di dicembre, nell’atmosfera fumosa dello scalo ferroviario, un gruppetto sparuto di persone ad accogliermi, larghi sorrisi e un mazzetto di fiori. Quale contrasto con la scena che mi attendeva sul piazzale: alcuni grossi camion vomitavano sul selciato decine di soldati sovietici. Sì, questo fu il mio primo impatto con un Paese dell’Est: persone normali, che riconobbi subito come di famiglia, immerse in un’atmosfera grigia e sospettosa, con i chiari segni di un “controllo” ancora in atto, pur essendo stata proclamata nell’ottobre 1989 la nascita della Repubblica di Ungheria (dovevano passare, però, un paio d’anni perché l’ultimo militare con la stella rossa sul berretto lasciasse il Paese per sempre).
I primi mesi di “libertà” costituivano una fase di transizione, sia in ambito politico sia sociale: mentre il governo democratico compiva i primi passi e doveva persino fare i conti con gli scioperi (!), i negozi lentamente presentavano una varietà di prodotti, qualcuno proveniente dall’estero. La vita quotidiana era ancora complicata, almeno per me occidentale. A casa stilavo un certo menù, un altro paio di maniche era poi trovare gli ingredienti al mercato! Un giorno, nel 1990, i tassisti e gli autotrasportatori bloccarono tutti i ponti sul Danubio per protestare contro il rincaro della benzina. Subito si formarono file interminabili per comprare il pane e i piccoli empori furono svuotati di tutto. «È come nel ’56» – sentii dire da qualcuno al mercato, sottintendendo: quando mancava il pane. In fondo la gente non riusciva ancora a credere che il peggio fosse veramente passato.
Che qui si trattasse di tutta “un’altra storia” mi divenne ancora più chiaro quando cominciai a insegnare. Non solo non avevo i libri di testo, perché quelli esistenti riportavano una versione dei fatti vista dall’occhio… di Mosca e dell’ideologia della lotta di classe. Ma mi trovavo a spiegare ai miei innocenti studenti cose per me ovvie. L’episodio più lampante lo vissi alla vigilia di Natale del 1990. Per fare conversazione in italiano, si stava parlando delle varie tradizioni natalizie del Bel Paese. Naturalmente spesi parole entusiastiche sulle rappresentazioni della Natività e sul presepe, centro di ogni famiglia italiana in quei giorni. Parlavo da più di mezz’ora, quando una brunetta, dagli ultimi banchi, alzò la mano e mi chiese: «Professoressa, ma chi è Gesù?».
500 anni Riforma e 600 anni Nicola da Flüe – cosa hanno da dirci oggi queste due commemorazioni? 260 aderenti alla rete svizzera di Insieme per l’Europa, provenienti da diverse Chiese, si sono incontrati per rispondere a questo interrogativo il 9 settembre scorso nella sala polivalente a Flüeli-Ranft, dove ha vissuto “fratello Nicola”.
“Quale significato hanno la vita e l’opera di Nicola da Flüe per noi personalmente, per le nostre Chiese, per le nostre Comunità e per la nostra rete di Insieme per l’Europa?” – questa la domanda al centro del convegno.
I partecipanti giunti da ogni parte della Svizzera rappresentavano circa 30 Movimenti e Comunità cristiane. Fin dall’inizio era chiaro che l’incontro e lo scambio era l’aspettativa di fondo. In brevissimo tempo si sono formati nella grande sala innumerevoli gruppetti di dialogo, entusiasti e vivaci. Era stato il gruppo di coordinamento svizzero, composto da rappresentanti di 10 Movimenti e Comunità diverse, a progettare e preparare insieme questo appuntamento.
La giornata ha visto contributi molto vari: quattro brevi interventi (diversi approcci alla vita ed all’opera di Nicola da Flüe), un coro formato per l’occasione, le interpretazioni della preghiera di “fratello” Nicola da parte di un gruppo teatrale ed una tavola rotonda molto partecipata e profonda.
Il Pastore Geri Keller e Roland Gröbli come esperti di Nicola da Flüe, Padre Raffael Rieger di Schönstatt, come rappresentante del gruppo di coordinamento svizzero, ed Alisha Furer, storica ed in rappresentanza dei giovani, hanno animato la tavola rotonda, durata un’ora. Selomie Zürcher della Comunità “Jahu” di Bienna, studentessa di storia, è stata la moderatrice di questo momento di dialogo. Attraverso citazioni di fratel Nicola, i partecipanti sono stati invitati ad esprimere le proprie esperienze ed anche i propri limiti: “Cosa mi impedisce di andare incontro a persone di altre confessioni e religioni? Cosa mi può aiutare? Quali esperienza di un vissuto “insieme” posso testimoniare? Questi spunti hanno presentato la sfida di abbattere pregiudizi e tentare il prima passo, anche nella convivenza quotidiana come per esempio “durante un tragitto in un mezzo pubblico”.
Il fascino di fratel Nicola è dovuto anche alle sue innumerevoli sfaccettature: Nicola il mistico, il mediatore, il contadino, il politico, lo sposo, il padre e la guida. In parole semplici: l’uomo Nicola, il fratello Nicola è vicino agli uomini. Ed è molto vicino anche a Dio.
Diversi partecipanti, attratti in primo luogo dall’interesse per Nicola da Flüe, hanno espresso il loro entusiasmo per aver conosciuto la rete di Insieme per l’Europa. Qualcuno così si è espresso: “Grazie per il vostro impegno per un INSIEME in Europa! Da oggi ne faccio parte anch’io!”
di Elisabeth Reusser (traduzione dal tedesco: Marco Würgler)
Una delle parole fondamentali per l’Europa di oggi! Come approfondire? Sentiamo l’esigenza di continuare o (ri)cominciare a conoscerci di più tra Europa dell’Est e quella dell’Ovest. Per questo il prossimo incontro degli Amici di Insieme per l’Europa a Vienna (9.-11. Novembre 2017) sarà un laboratorio in questa direzione.
Per ingrandire, clicca sopra la vignetta
Abbiamo cercato chi potrebbe introdurci in quest’argomento attualissimo. Chissà quanti di voi avrebbero qualcosa da dire. Intanto il nostro sguardo si è fermato sulle esperienze di:
Raccontare più di dieci anni tra Slovenia, Croazia e Romania non è facile.
Posso dire che mi sono trovato subito bene. L’impatto iniziale con la Slovenia è stato impegnativo, perché quel popolo era completamente diverso dal mio. Non conoscevo la lingua, il clima era molto freddo, era caratteristico l’odore del carbone che bruciava nelle stufe delle case. Mi hanno colpito subito un senso di ordine e disciplina. Ricordo che una sera con un amico della comunità c’eravamo fermati davanti ad un chiosco per comprare della frutta. Lui si era messo in fila, mentre io mi ero spostato di lato. Ad un certo punto mi accorgo che dietro di me si era formata una fila… Mi sono presto accorto che lo stesso avveniva anche quando si doveva salire sugli autobus. Questo mi ha impressionato molto favorevolmente.
Dopo 5 mesi mi sono spostato in Croazia. Un senso di libertà: ormai iscritto all’Università per imparare la lingua, potevo incontrare persone, girare per la città e tante altre cose, prima impossibili. Nei croati ho scoperto un popolo molto vicino al mio: solare, cordiale, accogliente e amante della buona tavola.
La caduta del Muro
Questa è stata un’esperienza indimenticabile, vissuta momento per momento con i miei amici e tanti altri, davanti alla televisione: stavamo assistendo al mondo che cambiava!
La guerra
La guerra nei Balcani è stata tra le esperienze più forti: una sensazione un po’ strana, perché a Zagabria, dove vivevo, non eravamo direttamente coinvolti nel conflitto. Solo nel corso dei primi giorni ho vissuto momenti di terrore per i colpi dei cecchini che sparavano da ogni lato, a caso, sulla popolazione. Nonostante ciò, quello che più mi rimane di quegli anni di guerra non sono state le città o i paesi distrutti, ma la solidarietà che si è creata tra le persone. Assistere all’arrivo di camion pieni di cibo, di capi di vestiario, etc. è stato commovente. Ed io stesso a Napoli, visto che erano morti i miei genitori, ho letteralmente svuotato con alcuni giovani l’appartamento di famiglia e trasportato l’intero carico in Croazia.
Ricordo ancora che nel 1993, nel bel mezzo della guerra, riuscimmo ad organizzare un festival di giovani, circa 3.000: cattolici, ortodossi, musulmani, provenienti da Jugoslavia, Romania, Bulgaria e Moldavia. Molto emozionante fu proprio un canto eseguito da un coro di giovani musulmani! L’evento venne ripreso da radio e televisioni: il giorno dopo la notizia campeggiava in prima pagina su tutti i giornali della capitale.
La Dacia (Romania)
In questo Paese ho sperimentato quello che vuol dire passare da una situazione di quasi benessere ad una di indigenza. Il comunismo – questa, la sensazione – era riuscito a distruggere tutta la storia culturale, civile e popolare di quella Nazione. Per me fu uno shock! Con un giovane che conoscevo di vista, e che mi aveva chiesto dei soldi: in quel momento non ho potuto aiutarlo, perché non avevo con me la cifra che mi chiedeva. Poi la domanda a me stesso: Perché ha chiesto proprio a me? E la risposta: Perché lui sa che sono italiano e immagina che in qualsiasi momento io posso tornare da dove sono venuto. La vera povertà è la sensazione di non avere proprio niente e di non avere dietro le spalle chi “ti può aiutare”.
Anche in Romania ho fatto l’esperienza della condivisione profonda, incontrando sorelle e fratelli che aspettavano qualche cosa che desse finalmente senso alla loro vita: l’Amore! E con tanti di essi, come prima in Slovenia e poi in Croazia, continuano ancora oggi rapporti di fraternità.
Mosca 1991. È inverno. Nel primo pomeriggio il mio aereo atterra all’ aeroporto di Sheremetevo.
La sala d’arrivo è scarsamente illuminata, la coda al controllo passaporto e visti sovrafollata. Ho trovato lavoro presso la nota Università Lomonossov e con tutte le mie cose mi sono trasferita in Russia. Fuori è già buio e in qualche modo ho l’impressione che qui il mondo sia definitivamente finito. Poi gli annunci: Voli di collegamento per Novosibirsk e Krasnoyarsk. Intuisco: Sembra che sia proprio da qui che tutto incomincia.
La magia dell’inizio
Vivo in una piccola comunità ecumenica. Il nostro appartamento si trova in strada Volocaevskaya, situato in un quartiere di lavoratori. Al primo sguardo mi sembra un ambiente poco affidabile. Ma alla mia domanda perché non ci trasferiamo – come tutti gli stranieri – sul terreno sicuro dell’ambasciata, mi spiegano: “Non preoccuparti! Qui ci protegge il proletariato.”
Infatti, il contatto con i nostri vicini è spontaneo: le donne anziane, sedute quasi giorno e notte nel cortile, sanno esattamente chi arriva, con chi e a che ora, chi va e dove va; con la loro spontaneità i bambini mi fanno dimenticare la puzza e lo sporco del giroscala. Alla Volocaevskaya i nostri nuovi amici vengono volentieri, colleghi e studenti, anziani e giovani. Non li disturba nel nostro appartamento ammobiliato il divano rosicchiato dai topi e che un tubo sul corridoio perde acqua. L’inizio della nostra profonda amicizia ci immerge in una luce abbagliante e intanto fa dimenticare tutto il resto.
I “figli spirituali” di Alexander Men
All’inizio degli Anni ’90 la produzione in Russia continua a diminuire rapidamente. I negozi sono vuoti, manca tutto. La vita religiosa sembra essere estinta. Dietro le mura delle chiese si trovano una fabbrica di vodka, un ufficio, un negozio …
Già da tempo conosciamo il sacerdote russo ortodosso Alexander Men. Dagli Anni ’60 lui battezza clandestinamente migliaia di persone e mostra un’apertura ecumenica che in quei tempi non è senza pericolo. Intorno a lui si forma una comunità viva di cristiani ortodossi. Quando P. Alexander viene ucciso crudelmente, lascia i suoi “figli spirituali” come orfani traumatizzati.
“Dove due o tre sono riuniti nel mio nome” (Mt 18,20)
Presto molti di loro si uniscono a noi. Cominciamo a vivere insieme la parola della Scrittura, ad es., “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, ivi sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20). Come loro dicono, trovano tra noi una nuova patria. “Voi non vi impegnate a fare proselitism, ma ci aiutate a diventare fermento per un auto-rinnovamento della Chiesa russo-ortodossa.” Dopo decenni di siccità spirituale stiamo vivendo con loro e molti altri una nuova primavera. Io sono felice come mai prima. La sete di una vita spirituale in comunione unisce noi, che siamo così diversi per cultura, educazione e mentalità.
La mia scoperta
Negli anni ’90 – con perestroika e glasnost – nei Paesi dietro la “Cortina di Ferro” entrano sempre più organizzazioni, sette, ma anche aiuti delle varie Chiese (Renovabis, Kirche in Not, Bonifatiuswerk,…) e Movimenti religiosi (Comunione e Liberazione, Neocatecumenali, Focolari, Comunità di Sant’Egidio,…). Alcuni rimangono, tanti nel frattempo se ne sono andati.
La mia esperienza personale come tedesca della Germania Ovest dopo quasi due decenni in Russia? Da questo Paese ho ricevuto infinitamente più di quanto potrò mai dare: tra l’altro, il raccoglimento durante la ricca Liturgia ortodossa russa, dove il mio rapporto con Dio si è fatto più profondo; e le amicizie solide che continuano a distanza e mi mostrano quanto sono amata. Ho riscoperto la mia vocazione di cristiana e donna: sono chiamata per amare. In questi anni, credo, abbiamo riscritto a modo nostro gli Atti degli Apostoli. Il “vedete come si amano a vicenda e hanno tutto in comune” (cfr. Atti 4, 32) ci ha segnati, modellati. Visto così, lo capisco in modo tutto nuovo: il Vangelo va molto più lontano … ben oltre Novosibirsk e Krasnoyarsk!
Ci siamo! Con l’impegno di molte persone è uscita la completa documentazione dell’evento che si è svolto a Monaco dal 30 giungo al 2 luglio 2016: tutte le foto e i contributi del Congresso e della Manifestazione in piazza.
Dopo la Newsletter del maggio scorso in cui avevamo chiesto suggerimenti, ecco le frasi brevi come sottotitolo a “Insieme per l’Europa” che ci sono pervenuti, in lingua originale.
Un “Grazie” a ciascuno/a che si è fatto presente, manifestando anche così una sentita appartenenza al nostro INSIEME!
’Europa – la nostra casa comune
’Europa – la Casa della famiglia dei popoli
In the Name of Jesus
Cristiani per l’Europa – popoli dal labbro puro, rivestiti delle armi della luce
Ein geschwisterliches Europa der Werte
Wir bauen auf ein Europa der Geschwisterlichkeit / auf ein Europa der Werte
Insieme per l’Europa – pista cristiana verso un mondo migliore di sussidiarietà e solidarietà
„Diese Christen bekommen wir nicht mehr auseinander. Sie gehören zusammen“ (Zitat von Reinhard Kardinal Marx)
Miteinander für Europa – Christen aus verschiedenen Konfessionen tun sich zusammen
Aus Unkenntnis wird ein Staunen über den Reichtum der anderen
Ein Synergie-Effekt entsteht. Kräfte werden frei.
Europa bekommt ein anderes Gesicht! Das Gesicht Jesu!
Insieme per l’Europa è ospite dell’Associazione Città per la Fraternità
Si dice che l’Europa si unisce, unendo le città. Ma esiste un universale “collante” capace di suscitare e vivificare una tale rete?
Insieme per l’Europa è un i n s i e m e di cristiani per la fraternità verso tutti, con un impegno sociale e politico in senso vasto per il nostro Continente. L’Associazione Città per la Fraternità è un organismo che vuole contribuire, non solo in Italia, alla diffusione del principio di fraternità nella vita politica. Siamo “parenti”, allora!
Nella città di Francesco d’Assisi il 22 giugno 2017 si è riunito il Direttivo dell’Associazione Città per la Fraternità con la rappresentanza di varie città italiane. Per l’occasione è stata invitato Insieme per l’Europa, dopo un primo contatto a Roma il 17 febbraio scorso, in occasione dell’assegnazione al Comune di Assisi del “Premio Chiara Lubich per la Fraternità” (v. articolo in ‘notizie internazionali’ su questo sito). Il desiderio dell’Associazione è che possa svilupparsi una proficua sinergia per un bene comune da moltiplicare.
“Il nostro “modus vivendi” deve essere la fraternità” – sottolineava la vicepresidente, Donatella Tesei, portando esempi concreti di collaborazione tra città nel Centro Italia. I fatti e le testimonianze, con cui Insieme per l’Europa ha potuto illustrare il proprio operare nei vari Paesi d’Europa, sembravano fare eco a queste parole.
Ecco la fraternità, vero e possibile “collante”, che genera sinergia tra i vari amministratori delle Città per la fraternità e i gruppi di Movimenti e Comunità di Insieme per l’Europa; essi possono offrire il loro contributo spirituale e culturale di fronte alle sfide che emergono nelle città.
Ilona Tóth e Ada Maria Guazzo
al centro: S.E. Mons. Domenico Sorrentino e il sindaco Stefania Proietti_Assisi 2017
a sin.: Padre Egidio Canil, “Spirito di Assisi”_Assisi 2017
particolare della sala del comune_Assisi 2017
Nella sala storica del comune_Assisi 2017
I rappresentanti delle varie città_Assisi 2017
da destra: Lina de Maina e Pasquale Boccia_Assisi 2017
La buona intenzione e il nuovo impegno non mancano
E’ il giorno che segna l’inizio del processo d’integrazione europea, perché il 9 maggio 1950 fu presentato da parte di Robert Schuman il piano di cooperazione economica, ricordato come ‘Dichiarazione Schuman’. E’ anche il giorno che segna, de facto, la fine della Seconda guerra mondiale, all’indomani della firma della capitolazione nazista. D’altra parte, sempre il 9 maggio, si commemora la Giornata della vittoria dell’Unione Sovietica nel 1945, con la conseguenza che tanti Paesi dell’Europa centrale e dell’Est diventarono Paesi satelliti di Mosca. E’ la storia di un pezzo di terra, è la storia di un pezzo d’umanità. E’ un giorno di festa? Per gli uni sì; per altri meno. Ma in ogni caso è un giorno storico, è un giorno europeo.
Nei Paesi membri dell’Unione Europea le sedi delle Istituzioni, in questo giorno, aprono le loro porte per dare occasione al pubblico di conoscere meglio questa grande e discussa “impresa”, che dal 2000 ha come motto: ‘Unità nella diversità’. “Il motto sta ad indicare – si legge sul sito dell’UE – come, attraverso l’UE, gli europei siano riusciti ad operare insieme a favore della pace e della prosperità, mantenendo al tempo stesso la ricchezza delle diverse culture, tradizioni e lingue del Continente.” Oggi questo motto sembra più una sfida che una convincente esperienza, anche se la dichiarazione congiunta dei Capi di stato e di governo, firmata in occasione del 60° dei Trattati di Roma, è incoraggiante: la buona intenzione e il nuovo impegno non mancano.
Noi, cristiani di varie Chiese, che attraverso i nostri carismi, nei nostri Movimenti e Comunità, lavoriamo per un’Europa più fraterna e più unita, ci sentiamo interpellati in questo giorno europeo. Prima di tutto perché, nel cammino di ’Insieme per l’Europa’, abbiamo sperimentato che l’unità nella diversità è possibile, ma ha un segreto: il fondamento comune che siamo tutti figli di Dio, fratelli tra noi. Ogni sforzo per costruire rapporti di amicizia e fraternità nelle nostre piccole e grandi comunità è prezioso. Le nostre diversità solo su questa base diventeranno vero dono e ricchezza reciproca. E quello che funziona nel piccolo, si può estendere con la prospettiva che sia per il bene di tanti.
Veglia Ecumenica e internazionale – La fede si apre alla cultura
La sera del 24.3.2017 la Basilica dei XII Apostoli a Roma è strapiena di persone. Alla Vigilia del 60° anniversario dei Trattati di Roma si sono trovate più di 750 persone in una preghiera presieduta dal card. Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei Cristiani. Cattolici, protestanti, ortodossi, anglicani, clerici e laici hanno risposto all’invito di Insieme per l’Europa, iniziativa di 300 Movimenti e Comunità cristiani. Ne era esempio il coro composto da 8 Movimenti presenti a Roma e il coro della comunità rumeno-ortodossa.
Il Presidente dell’Italia, Sergio Mattarella, ha voluto far giungere a tutti partecipanti “sentimenti di ideale partecipazione, nella convinzione che momenti di incontro come questo diano un importante segno di speranza, necessaria per costruire un’Europa unita e solidale.”
Mons. Nunzio Galantino, Segretario generale CEI, Andrea Riccardi (fondatore della Comunità di Sant’Egidio), Gerhard Pross (attuale moderatore di Insieme per l’Europa) hanno parlato in vari momenti e sotto vari aspetti della crisi dell’Europa, provocata tra l’altro dagli egoismi nazionali, di gruppo ed individuali. Hanno lanciato sotto varie forme l’invito a credere ancora nel progetto dei Padri Fondatori dell’Europa: operare a favore della pace, della giustizia e della solidarietà nel mondo (cf. Preambolo del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, dichiarato dai Capi di Stato il 29.10.2004).
Su questo sfondo, l’inno Trisaghion “Dio è Santo Dio, Santo e forte”, cantato insieme da una folla profondamente toccata, è risuonato particolarmente forte e solenne.
Heinrich Walter, del Movimento di Schönstatt, ha sottolineato in un’intervista: “Ci sono due punti salienti nel cammino verso una nuova integrazione europea: bisogna coltivare le radici cristiane dell’Europa. Noi Movimenti ci impegniamo in questo. E bisogna rispettare la libertà dell’altro. Noi di Insieme per l’Europa proviamo a vivere così. E questa esperienza la vogliamo condividere con tutta l’Europa.”
Simeon Catsinas, parroco greco-ortodosso a Roma, dopo la Veglia ha voluto condividere la sua gioia: ”Sono felice di questa serata. Dobbiamo lavorare insieme come cristiani, dobbiamo dare testimonianza comune. È urgente che andiamo avanti insieme su questa strada.”
Alla domanda se il documento “Dal Conflitto alla comunione” sia un modello per l’Europa, il decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CEL), pastore Heiner Bludau, risponde: “Sicuramente il documento fa vedere un passo positivo. Ora deve incidere sempre più nella vita. Così potrà diventare un modello convincente per tutta l’Europa.”
Durante la Veglia le parole di alta politica e le parole della Sacra Scrittura suonavano quasi allo stesso livello. Jesùs Moràn, Co-presidente del Movimento dei Focolari, afferma: “L’Europa non si può pensare senza il cristianesimo. Il cristianesimo che ha formato l’Europa è il cristianesimo della Chiesa unita: quindi, la cattolicità ecumenica è la realtà più fondamentale dell’Europa. E l’Europa deve ritrovare sè stessa come civiltà del cristianesimo. I valori cristiani sono valori europei e viceversa. La cultura del dialogo, della tolleranza, dell’apertura, della fraternità possono essere vissuti al di là della confessione e religione, di ogni credo. Questa veglia servirà a risvegliare questi grandi valori.”
Oltre 4.000 persone hanno seguito l’evento in diretta, molte le condivisioni sui social media. Anche in altre 50 città europee si sono svolte simile initiative, con solennità e partecipazione.
La voce di Insieme per l’Europa si è fatta sentire!
Il contributo degli Ordini e Istituti Religiosi all’unità europea
L’Europa ha vissuto una certa unificazione al tempo dell’Impero romano. Una unità però fragile, perché imposta con la forza dalle “legioni romane”. E quando questo Impero si dissolse, si trovò nuovamente frantumata, dove presero il sopravvento le diversità etniche e culturali e ogni popolo ricercò una sua identità. Fu così che intorno al V secolo l’Europa si trovò ad essere un insieme di popoli in rivalità fra loro.
In quella fase di sbriciolamento e nei secoli successivi, sorsero provvidenzialmente uomini e donne che, guidate dallo Spirito, suscitarono e innestarono nelle popolazioni europee ideali nuovi e valori alti e universali, per lo più fondati sul patrimonio ebraico-cristiano. Valori e ideali che portarono i popoli europei a dialogare fra loro e a mettere in comune le proprie ricchezze, generando così un nuovo tessuto sociale, culturale e unitario per il Continente.
Il Card. Walter Kasper, in un convegno di qualche anno fa, così si espresse: “Santi come Martino, Benedetto, Bonifacio, i fratelli Cirillo e Metodio, Adalberto, Bernardo, Francesco, Domenico e molti altri hanno modellato la storia dell’Europa. Questi uomini santi e innumerevoli donne sante sono stati il prezioso contributo della Chiesa all’unità e all’identità dell’Europa”.
Furono persone che diedero avvio a nuove spiritualità, a movimenti spirituali, a famiglie religiose, a centri culturali, e a promuovere opere sociali che gradualmente fecero crescere nelle popolazioni europee una identità fondata su valori comuni.
La prima grande famiglia carismatica fu quella originata da Benedetto da Norcia (Italia) (480-547). Nacque attorno a lui anche in occidente, dopo l’Africa e l’Oriente, il monachesimo: quello benedettino che, nelle sue molteplici espressioni storiche, ha dato un apporto determinate all’evangelizzazione del continente, e contemporaneamente ha contribuito a forgiare la cultura europea medioevale. Ha cioè contribuito al dialogo fra i valori della civiltà romana, coniugandoli con quelli ebraico-cristiani e con le nuove culture cosiddette “barbare” immesse nel continente dalle popolazioni del nord e dell’est che in epoche successive si affacciarono sul territorio europeo.
I Benedettini, con la loro diffusione capillare, con le loro grandi Abbazie, crearono centri di spiritualità, ma anche centri di cultura, di promozione umana, di progresso sociale, di sviluppo economico, mettendosi a servizio prevalentemente di poveri ed emarginati.
Nell’Europa dell’est, nel secolo IX, altri due monaci, di origine greca, i fratelli Cirillo e Metodio, oltre ad aver evangelizzato quelle popolazioni, diedero vita ad una grande processo che può essere considerato il fondamento della cultura dei popoli slavi. I due fratelli di Salonicco (Grecia), pur in contatto con il mondo greco-romano occidentale, crearono un nuovo alfabeto per quelle popolazioni e diedero un contributo fondamentale alla cultura e alla letteratura delle nazioni slave.
Tra il secolo XI e la prima metà del secolo XII, sorsero altri uomini carismatici e di grande spessore culturale. Fra essi Bernardo da Chiaravalle, che dal ceppo del monachesimo benedettino, diede origine ad un nuovo movimento, l’Ordine Cistercense.
Il secolo XIII poi vide il fiorire di innumerevoli altri movimenti carismatici: gli Ordini Mendicanti. Anche questi originati da uomini carismatici, che pur localizzabili in una dara nazione, da subito divennero movimenti sovrannazionali e si diffusero in tutto il Continente e successivamente nel resto del mondo.
Fra essi eccelsero il movimento domenicano, originato dallo spagnolo Domenico di Guzman (1170-1221) e quello francescano, nato in Italia da Francesco di Assisi (1182-1226). Movimenti religiosi che, pur radicati in una profonda spiritualità, riuscirono ad ispirare e promuovere molte componenti della cultura e del sapere umano. Svilupparono la teologia, ma anche la filosofia, la letteratura, le scienze, le arti. Non ci fu in quel secolo, e in quelli successivi, nessuna Università europea che non avesse al suo interno docenti e allievi provenienti dagli Ordini mendicanti.
Con l’avvento dell’Umanesimo e del Rinascimento sorsero Stati nazionali forti. A questo processo diedero un apporto determinante i movimenti carismatici precedenti, ma contemporaneamente, ci fu un proliferare di nuovi carismi.
Il XVI e il XVII secolo videro il sorgere di numerose nuove Famiglie religiose. Ignazio di Loyola e i Gesuiti. Teresa d’Avila, Giovanni della Croce e i Carmelitani in Spagna. Ma anche i Fatebenefratelli per la cura dei malati con Giovanni di Dio. In Francia Vincenzo de’ Paoli e le Suore della Carità; Francesco di Sales, Giovanni Battista de La Salle per la formazione dei giovani e la creazione di scuole accessibili a tutti. Filippo Neri con gli Oratori, Girolamo Emiliani, Gaetano da Thiene, Camillo de Lellis con gli ospedali, ecc. in Italia. Nello stesso periodo, dal ceppo francescano, sorse la riforma dei Cappuccini. E in Germania la grande riforma di Martin Lutero.
E molte altre spiritualità che fin dalla loro origine hanno dato un determinate apporto all’identità culturale, sociale ed economica della moderna Europa. Ogni carisma è sorto dotato di una forte identità spirituale, ma anche proiettato sui problemi, sulle sfide, sulle esigenze sociali e umane dei popoli e delle persone. Questi apporti permisero l’accesso alla cultura, alle cure mediche, alla casa, ai diritti umani, ad una economia e ad una vita umana dignitosa, ad un sempre maggiore numero di cittadini europei.
Lo stesso fenomeno si è ripetuto nei secoli XVIII e XIX. Nonostante le soppressioni degli Ordini religiosi imposte dapprima da Napoleone e successivamente da alcuni Stati europei, nacquero innumerevoli altri Istituti e Famiglie religiose. Come non ricordare in Italia, a Torino, nell’800 Don Giovanni Bosco con i Salesiani, il Cottolengo, il Cafasso accanto ai malati e agli ultimi? Come non ricordare, in Inghilterra, l’apporto del vescovo John Henry Newman, ecc.
Nel XX secolo poi l’Europa, oltre aver visto fiorire nuovi Istituti religiosi come quelli fondati da Don Alberione, da Don Orione, da Madre Teresa di Calcutta, Edith Stein, Massimiliano Kolbe e altri, ha visto nascere innumerevoli altre espressioni di vita carismatica che si manifestarono come vasti Movimenti ecclesiali laicali. Tutti con una forte identità spirituale propria ma anche con una grande attenzione alle drammatiche sfide causate dalla modernità al nostro Continente.//youtu.be/8zu1taV4CL4
L’Europa, senza il contributo offerto nel passato dagli Ordini e Istituti religiosi, e ora senza la ricchezza dei Movimenti ecclesiali sorti nella varie Chiese e Comunità cristiane, sarebbe più povera e fragile.
Queste forze spirituali e carismatiche, pur nate in un determinato luogo, hanno operato, fin dalle origini, al di là dei confini nazionali, offrendo così un contributo forte e decisivo alla costituzione di una Europa Unita, solida, libera, fraterna e solidale.
di P. Egidio Canil, Sacro Convento dei Francescani di Assisi, Italia
E’ alle porte l’appuntamento del 60° dei Trattati di Roma: in diverse città europee ci si riunisce per testimoniare un’Europa sempre più dialogante e fraterna. Un esempio: Trieste.
Quando 60 anni fa i fondatori dell’Europa unita facevano i primi passi, avevano nei loro sensi ancora l’odore acre del sangue e del fumo delle macerie di una guerra scoppiata in Europa per precise responsabilità di fanatismi nazionalisti e razzisti, una guerra poi dilagata nel mondo. Solo un movimento complessivo di riforma delle relazioni internazionali, civili, politiche, economiche, culturali, religiose tra i popoli e le comunità poteva fare un percorso diverso e farci uscire dall’odio disseminato.
A 60 anni da quei giorni storici, i famosi Trattati di Roma del 1957, riaffermiamo le ragioni dell’unità europea come passaggio indispensabile alla pace e alla convivenza. Anche se non tutto va nel senso giusto nell’Unione europea e ci sono lacune , rigidità , eccessi burocratici, incomprensioni, gravi disuguaglianze, tali e tanti sono stati i vantaggi di questa ricomposizione, che sentiamo il bisogno di farla crescere e migliorare, non certo di annullarla come da più parti le spinte nazionaliste e separatiste di sempre vorrebbero per riportarci così indietro in situazioni pericolose anche per la pace.
Almeno quattro milioni di giovani studenti europei hanno usufruito del programma Erasmus con enormi vantaggi nella loro formazione e conoscenza. Cifre altrettanto significative quelle dei lavoratori che si sono liberamente mossi, acquisendo professionalità e aumentando gli scambi culturali, tecnologici, commerciali, economici. Molti i giovani che si sono inseriti nei progetti di volontariato europeo, mettendosi al servizio di altre comunità nazionali, vasto lo scambio degli studiosi e dei ricercatori grazie alle collaborazioni universitarie. I posti di lavoro hanno migliorato le sicurezze ambientali grazie alle direttive europee diventate leggi nazionali, così nell’ambito sanitario, così nella movimentazione turistica ed artistica. Le comunità religiose stanno dando vita a processi di unificazione e di integrazione che riguardano tutte le Chiese cristiane e tutte le religioni.
A tutto questo non vogliamo rinunciare, anzi intendiamo aumentare l’intensità di questo modo di intendere la vita dei nostri popoli, che hanno già abbastanza sofferto. E per ribadire questa convinzione, ci troveremo il giorno 24 marzo alle 18 nella sala dell’oratorio di S. Giacomo per una serata celebrativa di questi 60 anni, grazie alla collaborazione di una ventina di associazioni, movimenti e comunità di varia ispirazione inserite nel progetto denominato Insieme per l’Europa, che da diciassette anni opera in tante città europee, tra cui Trieste, radunando credenti delle diverse fedi religiose, ma anche non credenti e persone che cercano la pace e l’incontro, non lo scontro. Sarà un momento di riflessione, di fraternità e di festa, perché sappiamo bene ormai quanto bisogno abbiamo di ritrovare queste convergenze rassicuranti e riumanizzanti.
Per il coordinamento di Insieme per l’Europa a Trieste,
Silvano Magnelli
Foto Trieste: Di ryogt www.flickr.com/photos/ryogt/12980775/, CC BY-SA 2.0
Sala Capitolare di San Salvatore in Lauro a Roma, 17 febbraio 2017: Insieme per l’Europa presente al Convegno dell’Associazione “Città per la fraternità”.
In seguito al saluto della presidente Milvia Monachesi, varie sono state le analisi delle potenzialità e delle problematiche del continente europeo. Sono intervenuti Donato Falmi, già direttore dell’Editrice Città Nuova, Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente della Lega per le Autonomie e l’on. Silvia Costa, europarlamentare e attualmente coordinatrice della Commissione Cultura per S&D che, concludendo, ha affermato che “un’Europa senza la fraternità è impensabile”.
Al tema in questione «Europa: Libertà, Uguaglianza e… la Fraternità?–Quale chance oggi», l’esperienza di Insieme per l’Europa, presentata da Diego Goller (Italia) e Ilona Toth (Ungheria) ha messo in luce l’azione di Comunità e Movimenti di varie Chiese cristiane che intendono essere un contributo all’unità europea, partendo dal loro ricco patrimonio spirituale e culturale.
“Si dice che l’Europa si unisce unendo le città. Sono lì nelle città i veri problemi da risolvere, le vere risposte da dare. Si dice anche spesso: “agire localmente, pensare globalmente”; forse si potrebbe piuttosto dire che oggi si deve “pensare localmente, agire globalmente”, perché le idee nascono dalla vita, dal territorio, dalle periferie e perché le cause dei problemi che ci preoccupano nelle nostre città hanno origine, spesso, a livello globale”, suggerisce Diego Goller. E, riferendosi aChiara Lubich, continua: “Chiara infatti, parlando dell’Insieme per l’Europa, diceva sin dall’inizio che è “un INSIEME che tradotto per tutti significa fraternità; mentre Europa sta a significare il lato politico, perché noi serviamo un progetto politico nel senso ampio del termine.”
“Nel suo percorso di 17 anni, Insieme per l’Europa ha maturato via via il proprio messaggio che nella dichiarazione finale di “Stoccarda 2007” viene espresso da una serie di “SÌ” perché le città siano luoghi di accoglienza, aperte alle diverse culture”, prosegue Ilona Toth, che cita anche Michael Hochschild, sociologo franco-tedesco, professore a Parigi, che all’ultima Manifestazione a Monaco nel 2016, alla domanda se la speranza ha un futuro, ha dichiarato: “La risposta sono i Movimenti stessi, forze creative di carattere sociale, se non addirittura religioso. La loro fede, il loro impegno e soprattutto la loro fiducia sono molto richiesti sulla via per uscire dalla crisi della società, perché essi creano la necessaria fiducia nel futuro. Ma per questo i nuovi Movimenti spirituali devono comprendersi in modo più forte che finora come forze culturali plasmanti e comportarsi di conseguenza. In certo modo, devono diventare di più Movimenti sociali”.
E ancora Alcide de Gasperi, uno dei padri fondatori dell’Europa, che ha pronunciato già nel 1952 parole che ci invitano anche oggi al dialogo democratico: “Bisogna scegliere: o parlare, discutere, fare appello alla ragione, fare appello alla capacità umana, oppure ricorrere alla forza, al comando, imporre la volontà di una persona. (…) Nel passato sono stati tanti i conflitti e le guerre per questa impossibilità di trovare l’accordo, di discutere, per l’impossibilità di mettersi insieme in un’Assemblea e trattare di pace; non è meglio che facciamo uno sforzo per raggiungere la pace, per avere delle formule, per avere delle istituzioni che garantiscano questa pace?”
“Grazie dell’invito, grazie di questa chance per le nostre sinergie; lavoriamo insieme affinché le nostre case, comunità e città siano laboratori di comunione, di amicizia e di fraternità, capaci di integrare, aperti al mondo intero” afferma infine Diego Goller.
A conclusione del Convegno, la cerimonia della VIIIª edizione premio Chiara Lubich per la Fraternita’ assegnato quest’anno al Comune di Assisi, la città dove « 600 anni prima della declinazione dei tre principi della Modernità, coniati dalla Rivoluzione Francese (Libertà Uguaglianza e Fraternità), riecheggiò per prima la parola Fraternità ad opera di Francesco… » come si afferma nella motivazione della premiazione.
Venerdì, 27 gennaio 2017, la “sala verde” della sede del Parlamento dello stato federato ha ospitato un evento insolito: una preghiera per la Carinzia (Austria).
L’invito è venuto dal gruppo di Insieme per l’Europa, il cui scopo è di rafforzare un’Europa cristiana. Donne e uomini di diverse chiese cristiane, di vari ambienti sociali e politici, del mondo dell’arte e della cultura, si sono riuniti in preghiera. Questo momento di preghiera è stato accompagnato musicalmente dalla coppia Outi&Lee.
“Speriamo in un effetto positivo per questa casa”, si è espresso il presidente del Parlamento, Reinhart Roth nel suo ringraziamento agli organizzatori. Anche la consigliera comunale, Ruth Feistritzer, in rappresentanza del Sindaco, ha partecipato all’incontro.
Alla rete Insieme per l’Europa aderiscono più di 300 Movimenti, Comunità ed opere missionarie cristiane in tutta l’Europa. “Cerchiamo ciò che unisce tra cristiani e nella società; diciamo Sì alla vita, alla famiglia, al creato, ad un’economia equa, alla solidarietà, alla pace ed alla responsabilità”, questa la testimonianza di Manfred e Fini Wieser, i coordinatori del gruppo carinziano.
“(…) Tutte le tappe e le fasi che ci sono state nella storia dell’umanità, avevano un denominatore comune: erano caratterizzate dall’inclusione da un lato e dall’esclusione dall’altro in cui c’era una identificazione reciproca, attraverso l’inclusione e l’esclusione.
Il “noi” si poteva misurare con l’ostilità reciproca. Il significato del “noi” era che noi non siamo loro.E il significato di loro era che loro non sono noi. Gli uni avevano bisogno degli altri per esistere come entità collegata l’una con l’altra e potersi identificare in un luogo o un gruppo di appartenenza. E’ stato così per tutta la storia dell’umanità.Questo ha portato a grandi spargimenti di sangue. Una forma di autoidentificazione che nasce dall’identificazione di qualcosa di altro rispetto al prossimo.
Oggi ci troviamo di fronte alla necessità ineludibile della prossima tappa in questa storia, nella quale stiamo espandendo la nozione di umanità.
Parlando di identità di se stessi, abbiamo un concetto di quello che includiamo in questa idea di umanità messa insieme. Direi che ci troviamo di fronte a un salto successivo che richiede l’abolizione del pronome loro. Fino a questo momento i nostri antenati avevano qualcosa in comune: un nemico. Ora, di fronte alla prospettiva di una umanità globale, dove lo troviamo questo nemico?
Ci troviamo nella realtà cosmopolita, quindi ogni cosa fatta anche nell’angolo più remoto del globo, ha impatto sul resto del nostro pianeta, sulle prospettive future. Siamo tutti dipendenti gli uni dagli altri e non si può tornare indietro. (…)”
Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo, 18.09.2016 Assisi, all’Assemblea di apertura dell’incontro “Sete di Pace”
“(…) Desidero, adesso, rivolgermi soprattutto ai giovani.
So bene che la vostra dignità è legata anche al lavoro. E so bene che oggi, nel nostro Paese, se per gli adulti il lavoro è insufficiente, sovente precario, talvolta sottopagato, lo è ancor più per voi.
La vostra è la generazione più istruita rispetto a quelle che vi hanno preceduto. Avete conoscenze e potenzialità molto grandi. Deve esservi assicurata la possibilità di essere protagonisti della vita sociale.
Molti di voi studiano o lavorano in altri Paesi d’Europa. Questa, spesso, è una grande opportunità. Ma deve essere una scelta libera. Se si è costretti a lasciare l’Italia per mancanza di occasioni, si è di fronte a una patologia, cui bisogna porre rimedio.
I giovani che decidono di farlo meritano, sempre, rispetto e sostegno.
E quando non si può riportare nel nostro Paese, l’esperienza maturata all’estero viene impoverita l’intera società.
Nel febbraio scorso, in una Università di New York, ho incontrato studenti di ogni continente. Una ragazza ha aperto il suo intervento dicendo di sentirsi cittadina europea, oltre che italiana.
Tante esperienze di giovani che condividono, con altri giovani europei, valori, idee, cultura, rendono evidente come l’Europa non sia semplicemente il prodotto di alcuni Trattati. Un Continente che, dopo essere stato, per secoli, diviso da inimicizie e guerre, ha scelto un cammino di pace e di sviluppo comune.
Quei giovani capiscono che le scelte del nostro tempo si affrontano meglio insieme. Comprendono, ancor di più, il valore della pacifica integrazione europea di fronte alla tragedia dei bambini di Aleppo, alle migliaia di persone annegate nel Mediterraneo e alle tante guerre in atto nel mondo.
E non accettano che l’Europa, contraddicendosi, si mostri divisa e inerte, come avviene per l’immigrazione.
Dall’Unione ci attendiamo gesti di concreta solidarietà sul problema della ripartizione dei profughi e della gestione, dignitosa, dei rimpatri di coloro che non hanno diritto all’asilo. (…)”
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica italiana, dal discorso alla nazione, 31.12.2016
“È per me una grande gioia essere qui oggi, a dare testimonianza dell’opera dello Spirito Santo che semina unità tra i seguaci di Gesù. Lo Spirito Santo, con le parole di Martin Lutero, «chiama tutta la cristianità sulla terra, la raccoglie, illumina, santifica e mantiene in Gesù Cristo, nell’unica vera fede». Oggi, a Lund e a Malmö, sperimentiamo il miracolo moderno dello Spirito Santo così come i discepoli lo hanno sperimentato nella mia città natale di Gerusalemme duemila anni fa. Oggi, mentre ci riuniamo per esprimere la speranza di unità, ricordiamo la preghiera sacerdotale di Cristo «perché tutti siano una sola cosa […], perché il mondo creda» (Giovanni 17, 21). Ringraziamo il Dio Uno e Trino perché stiamo passando dal conflitto alla comunione.
L’incontro storico odierno trasmette al mondo intero il messaggio che gli impegni religiosi perseguiti con forza possono portare a una riconciliazione pacifica invece di apportare più conflitti al nostro mondo già tormentato. Quando persone religiose operano per l’unità e la riconciliazione, la religione può promuovere la prosperità di tutte le comunità umane. (…)”
Dal discorso del vescovo Munib Younan, presidente della Federazione luterana mondiale, Lund, 31/10/2016
Un anniversario in comunione – La commemorazione del quinto centenario della Riforma
Il cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, in un articolo sull’Osservatore Romano (17.1.2017) spiega il significato della commemorazione comune cattolico-luterana del quinto centenario dell’inizio della Riforma.
Koch ricorda la preghiera ecumenica di Papa Francesco a Lund il 31.10.2016 con il vescovo Munib Younan, Presidente della Federazione mondiale luterana (LWB) in occasione della ricorrenza della Riforma. La preghiera storica “non è stata soltanto accolta con gratitudine, ma ha incontrato anche critiche e opposizioni. Mentre, da parte cattolica, si è temuta una deriva protestante del cattolicesimo, da parte protestante si è parlato di un tradimento della Riforma”. Invece – osserva Koch – la commemorazione di questo anniversario “si presenta a entrambe le parti come un gradito invito a dialogare su ciò che i cattolici possono imparare dalla Riforma e su ciò che i protestanti possono trarre dalla Chiesa cattolica come arricchimento per la propria fede”, superando ogni tono fazioso e polemico.
Martin Lutero allora “non voleva assolutamente la rottura con la Chiesa cattolica e la fondazione di una nuova Chiesa, ma aveva in mente il rinnovamento dell’intera cristianità nello spirito del Vangelo. (…) Il fatto che, all’epoca, questa sua idea di riforma non abbia potuto realizzarsi è dovuto in buona parte a fattori politici.”.
La commemorazione del 2017 – sottolinea ancora il porporato – deve essere intesa dunque “come un invito a ritornare alla preoccupazione originaria di Martin Lutero” alla luce di tre concetti chiave: gratitudine per i 50 anni di intenso dialogo tra cattolici e luterani, un pentimento pubblico accompagnato da una purificazione della memoria storica e la speranza che una commemorazione comune della Riforma possa permettere “di compiere ulteriori passi verso una comunione ecclesiale vincolante. Quest’ultima deve rimanere l’obiettivo di ogni sforzo ecumenico e, pertanto, è anche e precisamente a essa che deve mirare la commemorazione della Riforma. Dopo cinquecento anni di divisione, dopo aver vissuto per un lungo periodo in modo contrapposto o parallelo, dobbiamo imparare a vivere gli uni insieme agli altri vincolati più saldamente, e dobbiamo farlo già oggi.”
In occasione del Conferimento del Premio Carlo Magno a Roma, il 6 maggio 2016, Papa Francesco ha confidato il suo sogno per l’Europa
(…) Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo, «un costante cammino di umanizzazione», cui servono «memoria, coraggio, sana e umana utopia».
Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita.
Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo.
Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto.
Sogno un’Europa, in cui essere migrante non è delitto, bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano.
Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile.
Sogno un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni.
Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti.
Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia. Grazie.
Conferimento del Premio Carlo Magno – Stralcio dal discorso di Papa Francesco, Roma, Sala Regia, Venerdì, 6 maggio 2016
Insieme per l‘Europa. Incontro. Riconciliazione. Futuro.
Monaco (Baviera), 2 luglio 2016
All’insieme non esiste alternativa
“Uniti nella diversità”. Questa speranza europea è oggi più attuale che mai. L’Europa non deve diventare una roccaforte ed alzare nuove frontiere. All’insieme non esiste alternativa. Un insieme in una diversità riconciliata è possibile.
Il Vangelo – una fonte di speranza
Gesù Cristo ha pregato per l’unità e dato la sua vita per questo. Questo ci dice il Vangelo, che da quasi 2000 anni è una forza determinante per la cultura in Europa. Gesù Cristo ci insegna l’amore senza limiti per tutte le persone. Lui ci indica la strada della misericordia e della riconciliazione: possiamo chiedere perdono e perdonarci a vicenda. Il Vangelo di Gesù Cristo è una fonte potente, dalla quale possiamo attingere speranza per il futuro.
L’Europa – una cultura del rispetto e della stima
Le terribili esperienze delle Guerre mondiali ci hanno insegnato che la pace è un dono prezioso che dobbiamo conservare. Il nostro futuro deve essere caratterizzato da una cultura del rispetto e della stima dell’altro, anche dello straniero.
L’unità è possibile – Superare divisioni
Chiediamo a tutti i cristiani, specialmente ai responsabili delle Chiese, di superare le divisioni. Esse hanno causato sofferenza, violenza, ingiustizia ed hanno minato la credibilità del Vangelo. Come cristiani vogliamo vivere insieme riconciliati ed in piena comunione.
Il nostro impegno
Viviamo il Vangelo di Gesù Cristo e lo testimoniamo a parole e coi fatti.
Percorriamo la via della riconciliazione e facciamo in modo che le nostre comunità, Chiese, popoli e culture possano vivere “uniti nella diversità”.
Andiamo incontro a persone di convinzioni e religioni diverse con rispetto e cerchiamo il dialogo con loro.
Ci impegniamo affinché nel mondo crescano umanità e pace.
Abbiamo la visione di un insieme in Europa che è più forte di ogni paura ed egoismo.
Poniamo la nostra fiducia nello Spirito Santo che rinnova e vivifica continuamente il mondo.
UN PUNTO DI VISTA FRANCESE DOPO 60 ANNI DAI TRATTATI DI ROMA
Ci siamo! Non ci siamo tutti ma siamo comunque arrivati a 28 paesi per festeggiare i 60 anni dell’Europa. Il 25 marzo 1957, data dei Trattati di Roma, solo 6 Paesi europei firmarono la creazione della Comunità Europea, che dal 1993 diventerà l’Unione Europea. Tra questi 6 Paesi fondatori c’era convintamente la Francia. Condotti dall’idea di Jean Monnet, che ha trovato un eco grazie alla voce di Robert Schuman, i francesi hanno accettato la grande idea europea.
Vista, come uno strumento di pace e di stabilità, l’idea d’Europa era al servizio dei Paesi per una ricostruzione veloce e più facile del continente. Dalla Francia e dai suoi dirigenti successivi l’Europa fu considerata anche (forse soprattutto) come un trampolino verso un potere e un’influenza più larga, perché di dimensione europea. L’amore per la patria francese, la difesa dei valori nazionali e l’influenza della Francia nel mondo hanno caratterizzato l’azione della Francia nel processo d’integrazione europea. Come ha ricordato il Generale De Gaulle nel 1954: toccare la sovranità francese non faceva parte del “contratto europeo” e la Francia l’ha mostrato fino ad oggi.
Tuttavia, i grandi padri fondatori francesi, che amavano l’Europa quanto la Francia stessa, hanno fortunatamente lasciato una progenie fertile. Molti presidenti francesi, Valéry Giscard d’Estaing in testa, hanno continuato ad adoperarsi per la causa europea. D’Estaing, riprendendo i discorsi pieni di speranza dei padri fondatori, ha lasciato sognare (come Jacques Delors) un’Unione Europea politica: un’unione dei popoli europei, unita, ma rispettosa della diversità di ogni cultura e religione.
Nel 2005, per il referendum sulla costituzione europea, i francesi hanno però ricordato che, se la politica e i dirigenti possono fare molto, essi sono impotenti senza il consenso popolare. Il referendum per la costituzione europea è stato infatti respinto dalla maggioranza dei francesi. L’esperienza del 2005 è sicuramente la dimostrazione più chiara del punto di vista francese sull’Unione. E’ un ritornello che i francesi intonano spesso: se l’Unione Europea è necessaria, avere più Europa “sarebbe troppo”. Troppo perché? Perché i francesi come numerosi popoli europei hanno paura di essere inglobati in un’Europa sovranazionale, dove non ci sarebbe più distinzione tra un francese e un italiano, dove la particolarità e la sovranità di ogni Paese sarebbero assorbite da un grande “Tutto Europeo”.
Oggi, se i francesi accettano l’Europa, è perché sentono valorizzata la loro identità e il loro ordine socio-economico. Ma, ancor di più, i francesi accettano l’Europa, perché condividono i valori primari che sono la base dell’Europa dal 1957: la solidarietà, la condivisione, la libertà, la pace e la fratellanza tra i popoli. Tutti quei valori, quindi, che sono per la maggior parte di derivazione cristiana e che sono quello che i francesi vedono nell’Europa. Tralasciando le implicazioni religiose, si sentono attaccati a questi fondamenti morali che sono la base dell’Europa di oggi. Anche se pensare questi valori e rivendicarli non vuol dire sempre applicarli – lo vediamo nell’attuale crisi dei rifugiati –, rimane il fatto che i francesi si sentono parte costituente di questa realtà europea.
Il 25 marzo 2017 saranno celebrati i 60 anni dei Trattati di Roma a Roma. L’anniversario ci ricorda quindi che l’Europa è giovane! I diversi eventi, congressi e la marcia per l’Europa saranno dei momenti forti. Al di là della necessità del rilancio politico europeo, sarà anche l’occasione di richiamare i valori cristiani che sono comuni a tutti i popoli europei. Questi valori saranno, secondo me, la base del rilancio europeo, perché sono ora i soli che non sono fonte di paura, ma d’unità.
Marie Trélat, studentessa francese di Scienze Politiche, specializzata sull’Unione Europea, in particolare sull’Europa centrale ed orientale. Vive attualmente a Roma (progetto Erasmus) e frequenta l’Università LUISS Guido Carli. E’ membro della GFE – Roma (Gioventù federalista europea) e si occupa dell’ufficio relazioni internazionali della sezione di Roma. Per 5 mesi ha lavorato alla redazione francese di Radio Vaticana
Il 25 Marzo 1957 con la volontà compatta di creare le fondamenta per una collaborazione sempre più stretta tra i Paesi europei e decisi a salvaguardare lo sviluppo economico e sociale di ogni singolo Paese attraverso un agire comune, che avrebbe potuto togliere le barriere che dividono l’Europa e salvaguardare e consolidare la pace e la libertà, 6 Paesi europei: Germania, Francia, Italia e i Paesi del Benelux hanno deciso di creare una “Comunità Economica”, basata su quel fondamento di pace, riconciliazione e collaborazione che viene menzionato all’inizio del trattato.
Allo stesso tempo tutti gli altri Stati europei sono stati invitati a “collegarsi a questo sforzo”.
La fondazione della “Comunità Economica Europea” significava molto di più di una ricerca di vantaggi, perché già all’inizio degli anni Cinquanta il ministro degli esteri francese Robert Schuman (1886-1963) aveva affermato che la pace in Europa poteva essere assicurata sufficientemente solo se si riusciva a controllare insieme le risorse minerarie usate a fini bellici, come il carbone e l’acciaio.
In più, in questo trattato la Germania veniva accettata come partner alla pari già solo 12 anni dopo la guerra.
Questo significava un passo decisivo verso la riconciliazione sul continente europeo, in cui Francia e Germania avevano un ruolo determinante.
Dal 1992 entra in vigore l’Unione Europea per l’unione politica del continente. Però questo non è pensabile senza considerare il trattato firmato a Roma che dava origine alla “Comunità economica europea”, cioè i “Trattati di Roma”.
Questo trattato è da considerare come un atto di nascita dell’Europa unita, anche se nei dettagli si occupa di disposizioni come l’importazione, l’esportazione, i rapporti con le dogane, i tribunali, l’orientamento della politica economica, la libera circolazione delle merci e la creazione di commissioni.
Importante è l’intenzione con cui é stato concepito e questo è spiegato molto chiaramente nel preambolo: Un’Unione per eliminare barriere, conservare la pace e la libertà, promuovere lo sviluppo e così migliorare le condizioni di vita per gli uomini in Europa – e questo insieme agli ex nemici di guerra.
di Sr. PD Dr. Nicole Grochowina della Christusbruderschaft Selbitz (Germania), dal 2012 docente di storia moderna all’Università di Erlangen/Norimberga. E’ membro del Comitato di Orientamento di Insieme per l’Europa e del Comitato di esperti di ecumenismo della Chiesa evangelica bavarese.
Il 25 marzo 1957 vengono firmati i Trattati di Roma, considerati come l’atto di nascita della grande famiglia europea. Il primo istituisce una Comunità economica europea (CEE), il secondo invece è l’Euratom, per la ricerca comune sull’uso pacifico dell’energia nucleare.
Il Trattato CEE riunisce gli stati firmatari, Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi in una Comunità con l’obiettivo, come ricorda l’art. 2, di creare un mercato comune e favorire la trasformazione delle condizioni economiche degli scambi e della produzione nella Comunità.
Ma ha anche un obiettivo più politico: contribuire alla costruzione funzionale dell’Europa politica, verso un’unificazione più ampia dell’Europa. Come dichiarano nel preambolo i firmatari del Trattato: «essere determinati a porre le fondamenta di un’unione sempre più stretta fra i popoli europei».
I Trattati di Roma erano stati preceduti dalla firma, nel 1951, del cosiddetto Trattato di Parigi, che aveva costituito la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA): con il controllo comune di queste industrie si intendeva evitare il riarmo unilaterale di uno degli Stati membri.
Infatti, il tentativo di promuovere l’unione europea a livello politico ed economico era nato da un desiderio emerso dopo la Seconda Guerra mondiale: integrare gli Stati europei in modo da rendere impossibile un’altra guerra.
«Per la pace futura la creazione di un’Europa dinamica è indispensabile…Bisogna abbandonare le vie del passato ed entrare in una via di trasformazione… L’Europa non è mai esistita. Non è la somma di sovranità riunite in consigli che crea un’entità. Bisogna creare davvero l’Europa» (Jean Monnet, Memorandum, 3 maggio 1950).
«La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza sforzi creativi all’altezza dei pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e viva può fornire alla civiltà è indispensabile al mantenimento delle relazioni pacifiche…
L’Europa non potrà farsi una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto» (Robert Schuman, 9 maggio 1950).
«Ricostruiamo la pace all’interno e all’estero. E soprattutto, per ottenerla, diamo testimonianza di disciplina, di ordine, di buona volontà, di lavoro, cerchiamo la migliore distribuzione possibile dei beni della terra per superare quelle difficoltà che sono naturali, ma che si superano, se gli uomini sono pronti al sacrificio e sanno che bisogna, per vincere, avere fede assoluta nella Provvidenza Divina» (Alcide De Gasperi, 20 aprile 1950)
Le vicende dell’unione europea, tra straordinarie spinte ma anche bruschi arresti, hanno portato negli anni alla firma di ulteriori trattati (//www.politicheeuropee.it/normativa/19635/lue-e-i-suoi-trattati) con la creazione delle varie Istituzioni come il Parlamento Europeo, la Commissione Europea, il Consiglio d’Europa e così via.
di Maria Bruna Romito, Movimento dei Focolari, laureata in Storia. Ha vissuto dall’89 al 2000 in Ungheria, dove ha insegnato italiano e storia al liceo e all’università cattolica di Budapest. Attualmente vive a Roma e lavora presso il Pontificio Consiglio della Cultura.
Come ogni anno, dopo l’incontro internazionale degli “Amici d’Insieme per Europa” – questa volta a Castel Gandolfo – ci siamo trovati con responsabili di vari Movimenti e Comunità nel nostro Paese.
Erano rappresentati 8 Movimenti, 24 persone in totale: Movimento carismatico (Rinnovamento nello Spirito), Movimento Cammino (Pot), Laboratori di preghiera e vita, Comunità Emmanuel, Coppie per Cristo (Couples for Christ), Comunità di vita cristiana, Preghiera e Parola, Movimento dei Focolari. Per la prima volta erano presenti anche due vescovi: Mons. Stanislav Zore OFM, arcivescovo di Lubiana, e Geza Filo, vescovo luterano della Slovenia.
Dopo il saluto, la preghiera e le presentazioni, abbiamo illustrato i 17 anni del cammino di Insieme. Il video con gli interventi sulla riconciliazione dei responsabili delle Chiese presenti a Monaco il 2.7.2016 é stato una ricchezza enorme. Esso ha suscitato un clima speciale di gioa, pace, spontaneità e comunione, che è andato crescendo ed ha coinvolto tutti.
Con grande entusiasmo il vescovo luterano ci ha aggiornato dell’incontro ecumenico a Lund (Svezia) il 31.10.2016, dove era presente anche lui. Il 6 novembre un incontro simile si è ripetuto anche a Murska Sobota, una città nel nordest della Slovenia, dove vive una comunita’ evangelica. Erano presenti quasi tutti i vescovi cattolici della Slovenia. Questo ha dato un’enorme gioia al vescovo luterano e alla comunità luterana.
Il vescovo Filo ci ha ripetutamente ringraziato e l’arcivescovo Zore ha aggiunto che questi incontri (a Monaco, a Lund…) sono momenti forti e devono diventare vita quotidiana.
In questo clima potevamo aggiornare sul nostro recente incontro degli Amici di Insieme per l’Europa a Castel Gandolfo e offrire le nostre proposte per il futuro:
una veglia di preghiera il 24 marzo 2017 in ooccasione del 60° anniversario dei ‘Trattati di Roma’, inizio dell’integrazione europea;
lavorare insieme per la riconciliazione del popolo sloveno che sente ancora il grosso peso del passato (dopo la Seconda Guerra Mondiale in Slovenia sono state uccise 200.000 persone senza processo, più che in tutta l’ Europa);
inoltre, tutti i Movimenti insieme abbiamo deciso di lavorare per la famiglia. Ciò ha dato tanta gioia ai due vescovi.
Dopo aver letto il messaggio di saluto arrivatoci dalla Segreteria internazionale, abbiamo regalato ad ogni partecipante i “7 SÌ” e rinnovato solennemente il Patto dell’amore scambievole.
Amici di Insiemeper l’Europa:129 partecipanti di 13 Paesi europei si sono incontrati dal 10 al 12 novembre 2016 al Centro internazionale di formazione del Movimento dei Focolari a Castel Gandolfo nei pressi di Roma. Otto lingue con quattro traduzioni simultanee: i rappresentanti di 39 Movimenti e Comunità cristiane hanno vissuto – come ha detto uno di loro – un “piccolo miracolo della Pentecoste”.
Tutti i congressisti – responsabili o rappresentanti dei rispettivi Movimenti – si sono mostrati ancora pieni di gratitudine e di gioia per l’evento di Monaco (giugno-luglio scorsi). E tutti sono convinti: se un anno fa allo stesso incontro tenuto in Olanda ci ha raggiunto la notizia dell’attentato di Parigi, se prima di Monaco è avvenuta la Brexit e in questi giorni la sfida del risultato delle elezioni negli U.S.A., ora più che mai davvero c’è bisogno di Insieme per l’Europa!
In questo momento urge la domanda: come sarà il cammino di Insieme per l’Europa per il futuro? Quali passi concreti saranno da fare per i singoli Movimenti e Comunità, per le Nazioni e per Insieme?
Suggerimenti e proposte a questo proposito hanno caratterizzato l’incontro. In discorsi, colloqui, scambi personali, lavori di gruppo si sono sviluppate delle idee per il 2017. Ne nominiamo soltanto due:
Il 25 marzo 2017 ricorrono i 60 anni della firma dei Trattati di Roma, considerati come uno dei momenti storici più significativi del processo di integrazione europea. Importanti politici si incontreranno a Roma in Campidoglio. Insiemeper l’Europa vuol farsi presente con una veglia di preghiera la sera precedente, presentando loro in precedenza un documento sulla nostra idea di Europa; ci auguriamo che simili veglie si tengano nelle città europee dove ’Insieme’ è presente.
In questi giorni si è sentito, tra altro, il desiderio di “creare luoghi di incontro”. Nel 2017 si vuole incrementare la comunione tra i Movimenti a livello locale e offrire nuovamente un “programma per le città“.
Alcuni echi durante e dopo l’incontro:
Elke Pechmann (Offensive Junger Christen OJC eV.): “Insieme per l’Europa non è un lusso, non è un qualccosa ‘in piú’, ma è un investimento notevole nel presente e nel futuro dell’Europa.”
Larisa Musina (Trasfiguration Fellowship of Minor Orthodox Brotherhoods, St. Philaret, Mosca): “Per essere veri amici bisogna conoscersi bene. Allargheremo il dialogo tra i Paesi dell’Est e quelli dell’Ovest. Insieme a altri Paesi dell’Europa dell’Est anche noi russi possiamo dare tanto all’Ovest.”
Pavel Snoj (Movimento dei focolari, Slovenia): “Al nostro rientro in patria metteremo al corrente tutti gli altri Movimenti in Slovenia del nostro incontro qui. Inviteremo anche due vescovi (uno cattolico e uno luterano), affinché sappiano pure loro che i laici insieme alle Chiese in Europa si organizzano per un futuro migliore del Continente.”
Selomi Zürcher (JAHU, Svizzera), facendosi portavoce dei giovani del suo gruppo di lavoro: “Sentiamo nostro il futuro dell’Europa. Sappiamo apprezzare l’esperienza e la sapienza degli adulti. E chiediamo a loro di avere fiducia in noi e di voler imparare anche da noi. Così l’Europa dei nostri padri può diventare anche l’Europa dei figli.”
Constanze Wolf (Fokolar-Bewegung, Germania): “Vorrei tanto passare il mio entusiasmo per l’Insieme ad altri giovani. Ho incominciato a parlarne in parrocchia, al lavoro e spero che l’anno prossimo – a Vienna, dove è previsto il prossimo incontro – saremo di più.”
Una cosa è certa: più che mai è richiesta l’ esperienza di riconciliazione e di amicizia di persone di Insieme per l’Europa, affinché si scopra – come ha detto Chiara Lubich – lo “spartito scritto in Cielo”.
Il prossimo appuntamento degli Amici di Insieme per l’Europa sarà dal 9 – 11 novembre 2017, a Vienna.
Beatriz Lauenroth
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE 2016”
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Meeting of “Friends of TfE” 2016
Foto: Claude Seillier
Der Runde Tisch Österreich und unsere Gruppe Miteinander für Europa, die sich als Ökumene der Herzen verstehen, haben es sich zur Aufgabe gemacht als Geschwister im Glauben zu leben und Wege der Versöhnung zu suchen, wo immer es als Einzelne oder als Gemeinschaft möglich ist…
Die Mitglieder setzen sich aus verschiedenen christlichen Kirchen, freien Gemeinden und Gemeinschaften zusammen. Spaltung schwächt den ganzen Leib Christi, während Vielfalt die Einheit stärkt und bereichert, das ist nicht nur unsere Erfahrung. Es geht uns nicht um eine von Menschen gemachte Uniformität sondern um eine von Gott inspirierte Einheit gemäß 1Kor12,4 es gibt verschiedene Gnadengaben, aber nur den einen Geist.
Die Gedenkfahrt 2016 (16.-26.8.2016) führte an Orte mit besonderer Bedeutung in der Reformation, der Gegenreformation und der Geschichte der Täufer. Es wird versucht, den historischen Ereignissen nachzugehen und für das in der Vergangenheit von beiden Seiten verursachte Leid stellvertretend Buße zu tun und um Reinigung des Gedächtnisses zu beten, denn 500 Jahre Trennung sind genug. Auch in Deutschland haben Bischöfe aus beiden Kirchen zu einem Pilgerweg in Wittenberg eingeladen.
Nach Stationen in Graz und Murau führte die Reise nach Kärnten. Der Kurator des Museums Dr. Alexander-Hanisch-Wolfram begrüßte uns. Er gab uns zunächst einen Überblick über die evangelische Geschichte Kärntens zur Reformations- und Gegenreformationszeit. Anschließend stellte er uns auch die aktuelle Ausstellung zum Thema Migration vor. Die gemeinsame Gebetszeit im Toleranzbethaus bot die Gelegenheit, der Zeugen des Evangeliums zu gedenken und Gott für das Unrecht um Vergebung zu bitten. In Paternion besuchten wir anschließend die Pfarrkirche und das Schlossportal, wo wir interessante Einzelheiten aus der Zeit des Geheimprotestantismus erfuhren.
Tags darauf begann unsere gemeinsame Zeit mit einer Andacht in der evangelischen Pfarrkirche Arriach, begrüßt von Ortspfarrer Schmoly. Mit Grußworten von Bischof Dr. Bünker und Generalvikar Dr. Guggenberger, Gedanken zum Weg des Buches vom Historiker Dr. Alexander Hanisch-Wolfram und einem Gebet um Einheit. Danach ging es zu Fuß auf dem Schmugglerweg, diesmal als Weg der Versöhnung zum Bauernhof Walcher, wo es eine Zeit des Gebetes und leibliche Stärkung gab. Dann führte uns der Weg weiter bis nach Afritz. Unsere Schlussandacht feierten wir mit Pfarrer Guttner und Superintendent Sauer in Feld am See.
Reformationsgedenken im Zeitalter der Ökumene ist die Gelegenheit, die Gemeinschaft zu vertiefen und die Notwendigkeit neuer Evangelisierung voran zu bringen. In Joh, 17,Verse 20 und 21 betet Jesus: Ich bitte aber nicht allein für sie, sondern auch für die, die durch ihr Wort an mich glauben werden, damit sie alle eins seien. Wie du, Vater, in mir bist und ich in dir, so sollen auch sie in uns sein, damit die Welt glaube, dass du mich gesandthast. Jesus zeigt so auf, dass die Einheit wesentlich ist, wenn der Leib Christi ein glaubhaftes Zeugnis geben möchte. Joh 13.35 Denn daran werden alle erkennen, dass ihr meine Jünger seid, wenn ihr einander liebt. In unserer Zeit werden die Spaltungen des Leibes Christi als einer der Hauptgründe genannt, warum Zweifel gegenüber Jesus und seiner Botschaft bestehen. Dieses Gebet Jesu möge uns allen Auftrag sein. Und mit den Worten des Paulus im Eph 4,3-6 möchte ich uns zusprechen: bemühen wir uns, die Einheit des Geistes zu wahren.
Die Gruppe des Runden Tisches setzte am Sonntag nach dem Gottesdienst ihre Gedächtnisreise fort. Die nächsten Ziele sind Schwarzach St. Veit, Bad Goisern, Altmünster, Schloss Klaus, Steyr (Verfolgung der Waldenser), Niedersulz, Täufergedenkstätte Falkenstein bis nach Wien. Die Reise fand anlässlich 500 Jahre Reformationsgedenken als Weg der Versöhnung statt.
Manfred und Josefine Wieser
Österreich2016_Pfr. Binder (ev.), Pfr. Riedmann (kath.), Pastor Griesfelder (Freie Christengemeinde).
Österreich_2016 Ev. Bischof Dr. Michael Bünker, GV Diözese Gurk-Klagenfurt Dr. Engelbert Guggenberger – Auszug aus der ev. Kirche Arriach
Österreich2016_Einzug in die evangelische Kirche Arriach
Nell’esperienza vissuta durante l’evento di Insieme per l’Europa a Monaco dal 30 giugno al 2 luglio, c’era veramente tutto: INCONTRO con persone diversissime, ma concordi nel voler affrontare il FUTURO insieme. E le testimonianze della RICONCILIAZIONE hanno fatto vedere che un percorso insieme non è utopia. Alla luce di quanto è accaduto nel frattempo nella città – ed in varie parti del mondo – il messaggio di Insieme sembra più che mai necessario e attuale.
Alcuni dei tanti echi di chi ha fatto l’esperienza di quell’evento (nella lingua originale):
München zeigte ein tiefes echtes Gesicht eines Europa, das sich auf Gott und die Welt öffnet. Es wurde verständlich und erfahrbar: Miteinander geht es, Miteinander aller Charismen und Gaben. Der Glaube, die Liebe und die Offenheit führen zur Entängstigung…
Magnifique rassemblement avec le souffle des origines et qui ouvre un nouvel avenir pour Ensemble pour l’Europe. Une lumière et une espérance dans une Europe qui en a bien besoin! Remarquable organisation de nos amis allemands.
I am British and have always had a very strong sense of being European, and part of a positive process of unification. It was a challenge coming to Munich a week after Brexit, knowing that everyone would ask my opinion about it. I was initially very sad, but I know that being European and being Christian is a bigger idea than any particular political process or institution, and that unity will go ahead anyway. The positive attitude and support of a very impressive list of Christian leaders was very important and can only further this process. The young people present were a great witness to things already happening , and a hope for a better future.
Ho colto la profondità, il desiderio di continuare sempre più insieme per una nuova Europa nel cammino della pace costruita sui valori comuni del dialogo e dell’amore. Non abbiamo paura, andiamo avanti, nella certezza che Dio Amore ci precede sempre, a noi tutti gli sforzi, a Lui la gloria del Suo Amore passato dalle nostre azioni positive.
Das Podium „Zukunft der Gesellschaft – Auftrag und Verantwortung der jungen Generation“ erfüllte aber voll und ganz meine Erwartungen: Junge Leute, die von ihrem Glauben und ihrer Jugendarbeit innerhalb ihrer Gemeinschaft berichteten. Mir gefiel es sehr gut, mich endlich mit anderen Jugendlichen, die sowohl ähnliche als auch komplett verschiedene Ansichten als ich hatten, auszutauschen und zu diskutieren.
Ho capito che anche i piccoli come me possono fare qualcosa per l’Europa, nella stessa strada dei grandi, per iniziare questa unione spirituale dell’Europa, gli uni per gli altri.
Hi everyone, I did watch this wonderful event which was a wonderful way to involve people like me around the world in Unity with all ‘People of Good Will’. God’s choicest blessings on everyone who organised this and those who took part. We are meant to be together and not live selfish lives in isolation from our neighbour.
Il fatto che ci siamo trovati in un circo mi suggerisce che è importante mettersi in gioco come fanno i protagonisti del circo, giocarsi la vita per essere di aiuto agli altri.
J’ai beaucoup apprécié ce moment à Munich. Maintenant avec toute l’équipe de Lyon nous nous engageons à diffuser ce que nous avons vécu. Bien avec chacun.
Insgesamt bin ich sehr dankbar für die Erfahrung der Veranstaltung in München und trage die Erlebnisse und Begegnungen noch lebendig in mir. Vor allem verbinde ich mich im Gebet Tag für Tag weiterhin mit allen, die dort waren, und habe die Hoffnung, dass das Wunder der Einheit der Kirchen eines Tages von Gott geschenkt wird. (…) Für alles, was bei der Kundgebung am Stachus auf der Bühne geboten wurde, kann ich nur meine Anerkennung aussprechen.
Anche l’aprire e chiudere l’ombrello (…) non ha distolto da un clima di unità, di gioia, di profondità che ho avvertito. Mi è sembrata la manifestazione della speranza.
“Sì a ponti di misericordia. Sì alla scoperta dell’altro e della sua ricchezza. Sì alla comprensione che siamo davvero “una cosa sola”, che c’è un’unità e una fraternità per cui lavorare e che vanno trovate le strade per “abbattere” i tanti “muri di separazione””. Le parole di Andrea Riccardi, lette da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio bene esprimono lo spirito e l’impegno dei 5000 presenti alla Karlsplatz (Stachus) di Monaco, il 2 luglio, in occasione della Manifestazione pubblica conclusiva di Insieme per l’Europa, edizione 2016.
Quattro i grandi temi che hanno fatto da filo conduttore dell’evento: l’unità è possibile; la riconciliazione apre al futuro; una cultura del rapporto e della misericordia; missione e futuro. Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, ha aperto con un impegno solenne: “Oggi noi qui ci impegniamo ad essere strumenti di questa svolta, strumenti di una nuova visione dell’Europa, strumenti di una accelerazione nel cammino verso l’unità, aprendo, con tutti e per tutti gli uomini e donne del nostro pianeta, un dialogo profondo”. Grande la gioia per i video messaggi giunti da Papa Francesco e dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I.
Sono seguite testimonianze di riconciliazione tra Chiese e Comunità. “La riconciliazione apre al futuro”, ha affermato Gerhard Pross del Comitato d’Orientamento di Insieme per l’Europa: “Anche se siamo e rimaniamo diversi, vogliamo vivere in unità, arricchirla delle nostre diversità, contagiare le nostre città e l’Europa”. Il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (Roma) ha spiegato che è nata una rete universale d’amicizia, mentre il Vescovo Frank Otfried July, vice-presidente della Federazione Luterana mondiale: “Sono molte le esperienze che viviamo insieme come Chiese: lavoriamo per i profughi, preghiamo insieme; vogliamo riportare Cristo al centro dell’Europa”. Il Metropolita rumeno-ortodosso per la Germania e il Centro-Nord Europa Seraphim Joanta (Norimberga) ha condiviso gioie e dolori della propria missione: “La sofferenza più grande sono le spinte fondamentaliste che rischiano di distruggere i tentativi di unità tra i cristiani, inoltre mancano i giovani nelle nostre Chiese. Ma non ci abbattiamo, confidiamo in Cristo e in questa rete di fratelli”. Toccante e profetico il momento in cui diversi rappresentati di Chiese cristiane e Movimenti hanno pronunciato il Padre Nostro: “E’ un segno profetico di riconciliazione e perdono – ha spiegato Rev. Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese – un segno che non vogliamo dimenticare mai più”.
Potente e piena di speranza la voce dei giovani: “Sogno un’Europa in amicizia e meno individualista, ha affermato Maria della Repubblica Ceca – “L’Europa comincia da me perché io sono Europa.”
“Insieme” è un’altra delle parole chiave di Insieme per l’Europa: “Nel 2017 ci sarà il Giubileo della Riforma – ha raccontato il Vescovo evangelico Heinrich Bedford-Strohm, presidente della Confederazione luterana tedesca – e vogliamo viverlo insieme: Chiesa evangelica e cattolica”. E il Cardinale Reinhard Marx di Monaco, presidente della Conferenza Episcopale cattolica tedesca: “Dobbiamo riconoscere i segni dell’unità che già viviamo: non siamo separati, vogliamo testimoniare Cristo insieme”.
Il messaggio finale, letto a più voci dai leader di Comunità e Movimenti esprime i frutti del cammino fatto e il futuro, con le prossime tappe: “L’Europa non deve diventare una roccaforte e alzare nuove frontiere. All’insieme non esiste alternativa. Chiediamo a tutti i cristiani (…) di superare le divisioni. Il nostro impegno: viviamo il Vangelo di Gesù Cristo e lo testimoniamo con le parole e con i fatti. C’impegniamo affinché nel mondo crescano unità e pace”.
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München (c) MfE, Foto: Graf
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München (c) MfE, Foto: Graf
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München. Videobotschaft von Papst Franziskus (c) MfE, Foto: Brehm
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München. Videobotschaft von Patriarch Bartholomäus (c) MfE, Foto: Brehm
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München (c) MfE, Foto: Graf
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München. Kinder mit Fahnen aller europäischen Länder kommen durch das Tor. (c) MfE, Foto: Graf
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München. Ein junges, fröhliches Europa auf der Bühne. (c) MfE, Foto: Grill
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München (c) MfE, Foto: Grill
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München. Kardinal Reinhard Marx und Landesbischof Frank Otfried July (c) MfE, Foto: Graf
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München (c) MfE, Foto: Haaf
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München. Ein Schlüssel der zur Verpflichtung wird. (c) MfE, Foto: Haaf
2. Juli 2016: Kundgebung von “Miteinander für Europa” auf dem Stachus in München. Alle Teilnehmer erhalten in einer symbolischen Geste einen Schlüssel für das Tor der Versöhnung und Einheit. (c) MfE, Foto: Grill
Maria Voce, presidente dei Focolari ha aperto la seconda giornata di Congresso: “L’Europa sta attraversando la notte dei suoi principi, la notte del suo ruolo nel mondo, la notte dei suoi sogni. (…) Insieme per l’Europa ci sembra proprio il soggetto capace di ispirare persone singole o associate nel loro impegno per una Europa libera, riconciliata, democratica, solidale e fraterna e che può essere dono per il resto dell’umanità”.
E Steffen Kern della Federazione evangelica di Wuerttemberg: “Dove riponiamo la speranza noi cristiani? Dobbiamo prendere su di noi i dolori e le oscurità delle nostre città. A Stoccarda è nata la Casa della Speranza che accoglie donne e persone sole. Vogliamo testimoniare con il nostro impegno che Dio non abbandona nessuno”. Thomas Romer (YMCA, Monaco) chiarisce che il punto di forza del nostro continente è Cristo e nel suo Vangelo. Gesù c’è anche nelle tempeste, bisogna avere fede. Lui é salito sulla barca per salvarci”.
Nel pomeriggio Insieme per l’Europa ha aperto i propri luoghi di dialogo, confronto e progettualità.
Alla tavola rotonda su “Cristiani e musulmani in dialogo” è emersa la necessità di conoscersi, incontrarsi e lavorare insieme attorno alle sfide sociali e culturali. Pasquale Ferrara, neo ambasciatore italiano ad Algeri, ha sottolineato che il dialogo non lo fanno le culture o le religioni, ma le persone. E’ necessario un bagno di concretezza e realtà. E l’imam Baztami ha invitato ad incontrare l’altro, a conoscerlo. Molte le idee e i progetti emersi dal dibattito tra la filosofa delle religioni Beate Beckmann-Zoeller, il dr. Thomas Amberg della Chiesa Evangelica, il vescovo francese M. Dubost. “Il rimedio alla divisione tra cristiani e musulmani e’ l’alterità, riconoscere l’altro come fratello”, ha affermato Gérard Testard di Efesia (Francia).
Alla tavola rotonda “Verso una sostenibilità in Europa” il Card. Turkson, l’ingegnere ambientale Daniele Renzi, Hans-Hermann Böhm e altri esperti hanno seguito l’invito di Papa Francesco per un dibattito serio e aperto sui cambiamenti climatici e le sfide ecologiche. “Scienze e religioni dovrebbero dialogare – ha affermato il Card. Turkson – per dare un contributo comune alla società”.
“Martirio, la difficile testimonianza dei cristiani del nostro tempo” è il titolo di un’altra tavola rotonda. Tra i relatori c’era Michael Brand, membro del Bundestag tedesco che, in riferimento all’attuale situazione europea, ha ricordato una frase di S. Bonifacio: “Non vogliamo essere come cani muti”. “Personalmente penso che se la minaccia del terrorismo arriva dall’esterno – ha affermato – dentro i nostri confini siamo invece attaccati da un secolarismo aggressivo. Temo meno l’islamizzazione dell’Europa che la diminuzione della fede cristiana”.
Mit Lobpreis in den neuen Tag. (c) MfE, Foto: Haaf
“Europa heute – ein Ruf zum Glauben” – Thomas Römer, CVJM München (c) MfE, Foto: Haaf
“Europa heute – mit Hoffnung leben” – Steffen Kern, Evangelischer Gemeinschaftsverband, Walddorfhäslach (c) MfE, Foto: Haaf
“Europa heute: Das neue Gebot der Liebe schafft eine Kultur des Miteinanders” – Maria Emmaus Voce, Präsidentin der Fokolarbewegung, Rocca di Papa (c) MfE, Foto: Haaf
Herbert Lauenroth, Fokolar-Bewegung, Ottmaring: Europa im Zeitalter der Angst (c) MfE, Foto: Haaf
Eine musikalische Unterbrechung: Timo Wagner, Saxofon und Benedikt Drockur, Klavier (c) MfE, Foto: Haaf
MfE 2016 in München: Eröffnung des zweiten Kongresstages im Circus-Krone-Bau. (c) MfE, Foto: Haaf
Ein Zwischenruf: Umbruchzeiten; das Ende des Machbaren und die Bedeutung der Bewegung – Ein Beitrag aus soziologischer Sicht – Prof. Dr. Michael Hochschild, Paris
Glaube im öffentlchen Raum / La foi dans l’espace public – Gerard Testard, Efesia, Paris (c) MfE, Foto: Haaf
Zeichen der Zeit lesen – Blick in die Herausforderungen unserer Zeit – Prof. Marco Impagliazzo, Präsident der Gemeinschaft Sant‘ Egidio, Rom (c) MfE, Foto: Haaf
Sr. Dr. Nicole Grochowina, Communität Christusbruderschaft Selbitz, gibt Einblicke in Ergebnisse der Foren, die am ersten Kongressnachmittag strattgefunden haben. (c) MfE, Foto: Haaf
Die Referenten und Verantwortlichen der Podiumsveranstaltungen am Nachmittag des zweiten Kongresstages sind auf der Bühne versammelt. Dr. Matthias Leineweber und Werner Hübner präsentieren das Podiumsprogramm. (c) MfE, Foto: Haaf
Incontro, riconciliazione, futuro. Sono queste le parole della quarta edizione dell’evento internazionale di Insieme per l’Europa. Dal 1999, oltre 300 Movimenti e Comunità cristiane stanno percorrendo un cammino comune di riconciliazione, mutua comprensione e unità. Qui a Monaco sono 200 i Movimenti presenti e attivamente partecipi al Circus-Krone. E sono 1700 i membri, di 40 Paesi, giunti per il Congresso dei rappresentanti dei Movimenti con il desiderio di riportare i valori cristiani nelle sfide attuali dell’Europa.
Martin Wagner (YMCA Monaco) ha aperto l’evento: “Riconciliazione sarà la nostra parola chiave. Ne abbiamo bisogno, vogliamo essere ambasciatori di riconciliazione: l’abbiamo già sperimentata e questo è il nostro futuro. Vogliamo condividere, lavorare insieme per l’unità e soprattutto contribuire, come cristiani, a sostenere le sfide dell’Europa oggi”. Gerhard Pross (YMCA Esslingen) ha rivolto il suo saluto ai 1700 partecipanti: “Dio vuole che camminiamo uniti verso l’unità”. E il card. Walter Kasper: “500 anni di divisione sono sufficienti: abbiamo un impegno verso l’unità dell’Europa, sennò tradiamo Cristo e ora questa unità è tanto più importante perché l’Europa è in pericolo”.
Il vescovo Krause della Chiesa Evangelica: nel 2007 abbiamo sottoscritto il Manifesto per un’Europa unita e aderito ai “7 Sì”: avevamo un sogno, abbiamo pregato e Dio ci ha esauditi. Sr. Lioba Ruprecht: “Dobbiamo costruire la cultura dell’alleanza”. Hartmud Steeb dell’Alleanza evangelica: “Questo dialogo comune è iniziato negli anni ’90. Dio stesso ha pregato per l’unità. Incontro, speranza e futuro sono le parole che ci accompagnano nei prossimi giorni”.
Nel pomeriggio, 19 forum hanno raccolto tutti attorno alle questioni più scottanti del nostro continente: responsabilità sociale, integrazione, economia, ecumenismo, sfide pastorali, giovani ed Europa, matrimonio e famiglia, riconciliazione, evangelizzazione e molto altro. E’ stato il momento della condivisione di esperienze, idee e progetti, ma anche di una forte testimonianza di fede. Molto partecipato il forum dal titolo “Il prezzo e il premio dell’unità” dove il Card. Walter Kasper ha affermato che la fatica di un’autentica riconciliazione costituisce uno dei maggiori inciampi al movimento ecumenico. Occorre perdono per proseguire il cammino insieme.
Riconciliarsi richiede duro lavoro, ha aggiunto anche Walter Kriechbaum dell’YMCA di Monaco: attraverso di essa guariremo e diverremo portatori di unità.
Dopo le notizie di questo venerdì mattina, il giorno dopo il „Brexit“, i responsabili del Comitato d’Orientamento di Insieme per l’Europa si esprimono all’unisono: Il Congresso europeo dal 30 giugno al 1 luglio e la Manifestazione su “Karlsplatz” – la piazza nel centro di Monaco – il 2 luglio, riceve su questo sfondo un nuovo, più ampio significato.
P. Heinrich Walter, del Movimento di Schönstatt, si mostra sconcertato e deciso: “Ora il nostro ’Insieme’ diventa ancor più un segno di speranza contro la speranza. La fonte cristiana è quella decisiva riguardo all’identità. Sullo sfondo storico di questa settimana, Dio stesso rende Insieme per l’Europa un segno profetico.”
Gerhard Pross dell‘YMCA Esslingen e portavoce dell’iniziativa in Germania: “Adesso è quanto mai importante che da Monaco parta un chiaro segno ad un Insieme per l’Europa – un segno della comunione, contro gli egoismi e le paure del nostro tempo. Mi pare significativo che sono Papa Francesco, Andrea Riccardi e Jeff Fountain a dire la parola decisiva all’Europa, e non i politici.”
E Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, commenta da Roma: “Questo referendum conferma che l’Europa unita non la fa né la politica né l’economia, ma i valori condivisi dagli europei. Insieme per l’Europa non poteva cadere in un momento migliore”.
E’ arrivato un nuovo patrocinio per l’imminente evento a Monaco nel luglio prossimo.
Con parole di forte stimolo e di apprezzamento per l’iniziativa, il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, concede all’evento “Incontro. Riconciliazione. Futuro” il patrocinio del Parlamento Europeo.
Nella sua lunga lettera egli sottolinea l’importanza di un impegno comune in favore della solidarietà e della pace, della tolleranza e del dialogo, del senso di appartenenza all’Europa e di una cittadinanza attiva.
E’ questo il terzo patrocinio ricevuto da Istituzioni Europee, dopo quelli del Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e del Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland.
E’ un richiamo all’impegno di contribuire a realizzare il nostro “sogno” di “un’Europa unita e multiforme, con una forte coesione sociale nella molteplicità culturale. Le nostre diversità non devono essere più motivo di paura o di separazione. Viviamo per un’Europa che non le sopprime; piuttosto le riscopre come ricchezze e le sviluppa, le armonizza”… >vedi: CHE IDEA ABBIAMO DELL’EUROPA
E’ infatti all’Europa che Papa Francesco, davanti a ospiti illustri, il 6 maggio 2016, nella sala Regia del Vaticano, dedica il prestigioso Premio “Carlo Magno” per “auspicare insieme uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente.”
Sì, l’Europa, con la sua recente storia, ha attirato di nuovo su di sé l’attenzione del mondo intero, suscitando non poca preoccupazione. ”Che cosa ti è successo, Europa?” – è l’inquietante domanda che echeggia tra i convenuti.
Ci sembra che in questo giorno l’Europa abbia ricevuto una specie di Magna Charta: le tre parole-chiave “integrare, dialogare, generare” richiamano ad un aggiornamento sull’’idea di Europa. Con l’imminente Manifestazione “Insieme per l’Europa” nel giugno/luglio 2016 a Monaco (Baviera) vogliamo anche noi dare il nostro contributo e testimoniare che per “integrare” ci vuole l’INCONTRO, per “dialogare” serve RICONCILIARSI e senza “generare” non c’è FUTURO.
La sala Regia del Vaticano il 6 maggio sembrava avvolta di serenità e reciproco sostegno, speranza verso il futuro, percepibili dai piccoli gesti fraterni tra gli ospiti presenti. Dipende forse anche da noi far sì che il coraggio dimostrato in quest’occasione non svanisca presto, ma spinga a credere, insieme a tanti, nella realizzazione di un sogno che non rimanga solo quello di un Papa.
Una serata con giovani da varie parti del mondo nella sede della Segreteria internazionale di Insieme per l’Europa
Arrivano con aria di gioiosa attesa e con slancio e apertura, ma anche con la serietà di chi è consapevole che parlare dell’Europa oggi è impegnativo. Inizia con qualche appetitoso piatto tipico fatto da loro e con una pizza italiana, la serata con 8 giovani studenti e neo laureati, europei e non, provenienti da Ungheria, Repubblica Slovacca, e anche da Brasile, Kenia, Nigeria e Filippine, nella nostra sede, a fine aprile. Ci ha arricchiti e sorpresi sentire le loro diverse visioni dell’Europa, con luci ed ombre. Grande è stato l’interesse per l’imminente Evento a Monaco “Incontro. Riconciliazione. Futuro.”e il desiderio di poter dare un contributo affinché il ‘Vecchio Continente’ metta a frutto in pienezza le ricchezze della sua tradizione e cultura, ispirando i loro rispettivi Paesi e l’intera umanità.
Scorrendo il programma previsto nella capitale bavarese, non poteva mancare uno sguardo (e un orecchio) sui vari complessi musicali presenti il 2 luglio 2016 sulla piazza nel centro della città. Una delle canzoni in programma sembrava significativa: Wir sind eins – “siamo uno” > //www.youtube.com/watch?v=Y4zX98_Sr4s
Nei giorni che mancano all’appuntamento di Monaco, l’impegno di questi giovani sarà molteplice. Una cosa si sono subito proposti: invitare amici e conoscenti, diffondere l’invito attraverso i Social Media ed altri mezzi disponibili.
Anche se qualcuno in luglio sarà ritornato nel proprio Paese extra-europeo, Marcos, Marie e Szabina andranno sicuramente a Monaco come costruttori attivi dell’Europa già nel presente.
L’equipe della Segreteria internazionale di Insieme per l’Europa
Capi di Chiese sostengono la rete Insieme per l’Europa il 2 luglio 2016 attraverso messaggi personali. La Commissione Europea e il Consiglio d’Europa confermano i loro patrocini.
Nel corso delle ultime settimane sono giunte sia dal Vaticano che dal Phanar di Istanbul la conferma ufficiale che Papa Francesco e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I manderanno un personale messaggio-video per la grande Manifestazione il 2 luglio a Monaco di Baviera. vedi>
Già all’inizio di settembre, durante un’udienza privata con il Papa, Padre Heinrich Walter del Movimento di Schönstatt gli aveva consegnato, in quanto rappresentante del Comitato d’Orientamento internazionale di Insieme per l’Europa, la Brochure informativa per la Manifestazione a Monaco, chiedendo al Papa un suo messaggio-video. “Vuole che lo facciamo subito?” aveva chiesto il Capo della Chiesa cattolica, facendo l’occhiolino. Ora, dal Vaticano, è giunta via telefono la conferma ufficiale che il video-messaggio è in elaborazione.
Nello scorso novembre, Maria Voce, Diego Goller e Gerhard Pross del Comitato d’Orientamento internazionale avevano colto l’occasione, durante un incontro personale con il Patriarca Bartolomeo I, di invitarlo all’evento a Monaco. Dato che in questa data egli non potrà essere presente, aveva promesso di mandare un messaggio e pure lui lo ha confermato pochi giorni fa durante un incontro privato con i focolari di Istanbul.
Ambedue i Leader di Chiese apprezzano e sostengono il lavoro delle Comunità e Movimenti spirituali e appoggiano l’iniziativa Insieme per l’Europa.
Anche il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, sostengono la Manifestazione, accordando il loro patrocinio.
Il Comitato d’Orientamento in piena preparazione a 85 giorni dall’evento di Monaco
Trastevere a Roma è piena di gente… turisti, famiglie, bambini, anziani, persone con passo veloce dietro agli affari… Solo la presenza stabile di due soldati armati dice senza parole che questa città è nel cuore di un’Europa la cui situazione forse qualche anno fa nessuno immaginava. Immersi nella folla alcune persone si indirizzano verso una piccola, umile porta, l’entrata della Comunità di Sant’Egidio a Roma. L’antico convento carmelitano – da ponte tra antichi e nuovi carismi – accoglie i membri del Comitato d’Orientamento che si riuniscono per due giorni a lavorare per il prossimo grande evento del progetto Insieme per l’Europa a Monaco di Baviera dal 30 giugno al 2 luglio 2016.
E’ tra i primi ad arrivare Maria Voce (Emmaus), presidente del Movimento dei Focolari, accolta con grande affetto e stima da tutti i presenti tra cui Marco Impagliazzo, padrone di casa, presidente della Comunità ospitante. La gioia cresce con l’arrivo degli amici dalla Germania, dalla Francia e dal Belgio, tutti pronti a mettere da parte i propri “pesi” per prendere insieme la responsabilità di aver già sperimentato che l’unità tra i diversi è possibile. Attenzione, ascolto, condivisione, franchezza nell’impegnativo lavoro sui programmi, resi possibili anche dal prezioso supporto della segreteria e dei traduttori.
La partecipazione comune alla preghiera serale della comunità di Sant’Egidio nella basilica di Santa Maria in Trastevere, accompagnata dai canti armoniosi, sembrava illustrare le parole di Maria Voce: quello che fa una Comunità o Movimento è come se lo facessero tutti gli altri.
Le ultime ore sono intense, il calendario è fitto, l’aereo parte, le sfide per l’evento Monaco non sono diminuite e i telegiornali ancora portano poche buone notizie… Tutti partono ancora più convinti che la viva rete delle Comunità e Movimenti in Europa potrà dare sempre di più il suo contributo al futuro del continente.
Grazie Italia, grazie Roma che hai dato casa a questo piccolo, quasi nascosto avvenimento. E grazie che ci accompagni con la tua voce: //www.youtube.com/watch?v=eGlJyCXNu_M
“Vorremmo cercare di entrare nella storia d’Europa e trovare i valori e gli ideali che possono aiutare a superare la crisi attuale e aprire un percorso futuro”.
Questa la tematica che si vuole affrontare giovedì, 21. Aprile 2016, dalle ore 17.00 alle ore 19:00 in una conferenza che si terrà nella sede del Consiglio Ecumenico delle Chiese a Ginevra (Svizzera).
La tavola rotonda, aperta al pubblico, vedrà la partecipazione di
Dr. Olav Fykse Tveit, (Segretario Generale del Consiglio Mondiale delle Chiese)
Eric Ackermann (Membro della Comunità ebraica di Ginevra)
Gaëlle Courtens (Giornalista – Federazione delle Chiese evangeliche in Italia)
Pasquale Ferrara (Diplomatico, docente presso l’Università LUISS a Roma e l’Istituto Universitario Sophia a Loppiano)
Andreas Gross (Ex parlamentare ed Ex membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa) ed altri.
La moderazione è affidata a Marguerite Contat, ex capo della delegazione del Comitato internazionale della Croce Rossa e co-presidente della Costituente di Ginevra (2008-2012).
L’incontro si svolge in vista dell’evento di Monaco, il prossimo 30.6. – 2.7.2016, dal titolo “Insieme per l’Europa. Incontro. Riconciliazione. Futuro”.
“Speranza di cristiani per l’Europa” è il sottotitolo della serata d’incontro a Vienna, l’11 febbraio 2016 nella sala delle feste dell’YMCA
Pianoforte e sassofono: la musica ha fatto subito cogliere che qui sono all’opera slancio e professionalità. L’ospitante, Sascha Becker (YMCA), nel suo benvenuto ha trasmesso lo spirito che animava le grandi manifestazioni di Insieme per l’Europa a Stoccarda nel 2004 e 2007 e ha invitato alla partecipazione a “Monaco 2016”.
Perché avete paura? (Mt 8,26) – Tema della serata era questa domanda di Gesù ai suoi discepoli; la “barca Europa” nella bufera di avvilimenti e rassegnazione. Il sottotitolo esprime la sfida che Insieme per l’Europa vuole affrontare: “Speranza di cristiani per l’Europa”. Di questo ha parlato il Pastore Eduard Griesfelder nella sua relazione su ‘Vie di riconciliazione – tavola rotonda Austria’: Chiese libere e Comunità libere provenienti da tradizioni molto diverse tra loro si incontrano e ricevono addirittura il riconoscimento dello Stato austriaco.
Un quadro sincero delle lacune della politica davanti al prevedibile afflusso di rifugiati è stato esposto dall’europarlamentare Heinz K. Becker. Come portavoce della sicurezza per la sua frazione nel Parlamento Europeo, comprende i timori di molte persone, ma, diceva: “avverto anche che i valori cristiani quale disponibilità e solidarietà sono sempre più apprezzati”.
Esempi su ciò che questo può significare concretamente vengono offerti dalla vicesindaco, da una collaboratrice impegnata e da un profugo di Eichgraben: Politica e società civile si impegnano insieme.
Parole di speranza vengono scritte e messe in comune davanti a tutti da parte dei partecipanti. A conclusione dell’incontro, difficoltà e speranze si esprimono in una preghiera e si ringrazia per l’Insieme incoraggiante di cui si è fatta l’esperienza in questa serata.
Herwig Sturm – Gruppo di coordinamento Insieme per l‘Europa – Vienna e Austria
Wien_11.2.2016
Bild: Jo Hoffmann
Heinz K. Becker mit Chiarina Marent_11.2.2016
Bild: Jo Hoffmann
Heinz K. Becker_Member of the European Parliament
Bild: Jo Hoffmann
All’inizio di gennaio, alcuni rappresentanti di Insieme per l’Europa hanno fatto visita a Roma al Card. Koch, presenti anche i responsabili della segreteria del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani. Durante il dialogo hanno sperimentato un clima molto aperto.
Soprattutto sono stati colpiti dalla disponibilità e apertura del Card. Koch, dicevano Gerhard Pross (YMCA Esslingen), Diego Goller (Movimento dei focolari), Cesare Zucconi (Sant’Egidio), Pater Heinrich Walter (Schönstatt), Thomas Römer (YMCA Monaco) e Heike Vesper (Movimento dei focolari). Durante l’incontro, il Cardinale ha auspicato un maggiore coinvolgimento anche della chiesa ortodossa nel processo preparatorio al prossimo evento di Monaco nel giugno/luglio prossimi. Intenzionato a dare un contributo all’evento, ha dato la sua disponibilità ad andare in Germania per un colloquio preliminare, visto che la maggior parte dei co-relatori proviene da quel Paese.
Ha concluso la giornata di incontri a Roma una visita personale al Card. Kasper. Anche questo colloquio si è rivelato molto aperto e costruttivo. Gerhard Pross commenta: “Il Card. Kasper ci ha accompagnato e seguito come nessun altro durante gli ultimi 15 anni. Egli si è dichiarato disponibile ad intervenire nel Congresso. L’averci poi coinvolti in alcune questioni che lo occupano attualmente, ci è sembrato un chiaro segno del rapporto di fiducia cresciuto in questi anni”.
Gerhard Proß, P. Heinrich Walter, Kard. Koch
P. Heinrich Walter, Kard. Koch, Cesare Zucconi
Diego Goller, Heike Vesper, Gerhard Proß, P. Heinrich Walter, Kard. Koch, Cesare Zucconi, Pfr. Thomas Römer
Dal 12 al 14 novembre scorso si è svolto l’annuale incontro degli ‘Amici’ al Centro Mariapoli Mariënkroon di Nieuwkuijk (Olanda).
Il lavoro insieme, fra i 101 partecipanti, di 39 Movimenti e Comunità, di 12 Paesi europei, ha contribuito a delineare i vari aspetti dell’Evento ‘Monaco 2016’: il Congresso nel Circus Krone-Bau (30 giugno-1 luglio) e la Manifestazione in piazza, sul Karlsplaz-Stachus (2 luglio 2016).
Una presentazione generale si trova nella Brochure, presente su questo sito; informazioni specifiche sul Congresso per rappresentanti di Movimenti e Comunità sono fornite dal Flyer, sempre sul sito. Su di esso verranno inseriti via via anche aggiornamenti e notizie più dettagliate riguardo alla Manifestazione del 2 luglio.
Le foto della galleria riflettono l’atmosfera, l’impegno, la collaborazione dei giorni a Mariënkroon e la profonda condivisione con gli ‘Amici’ della Francia per gli attentati di Parigi, la cui notizia ci ha raggiunto proprio mentre eravamo lì riuniti.
In occasione di un incontro ecumenico di vescovi organizzato dal Movimento dei focolari, il 25 novembre 2015, il Patriarca Bartolomeo – accompagnato dal Metropolita Elpidophoros Lambriniadis – ha incontrato nel monastero di Ayatrìada sull’isola di Halki (presso Costantinopoli) Maria Voce, Gerhard Pross e Diego Goller del Comitato di Orientamento di Insieme per l’Europa.
Nel colloquio, durato mezz’ora, ha voluto esser informato della preparazione dell’Evento di Monaco nel 2016, mostrando vivo apprezzamento per l’iniziativa e la tematica. Lui non potrà parteciparvi, essendo impegnato per il Santo Sinodo Panortodosso che si terrà a Costantinopoli a Pentecoste del 2016. Come segno di partecipazione manderà a Monaco un suo rappresentante ed invierà per l’occasione un messaggio video.
Dal 12 al 14 novembre si sono radunati in Olanda 100 rappresentanti e dirigenti della rete “Insieme per l’Europa”. Insieme pubblicano la seguente dichiarazione come reazione agli attentati terroristi a Parigi.
“Con orrore abbiamo appreso notizia dei drammatici attentati a Parigi. Eravamo riuniti a Marienkroon, in Olanda, più di 100 rappresentanti di Movimenti e Comunità cristiane di diverse Chiese e confessioni, provenienti da 13 Paesi europei.
L’Europa è per noi il continente in cui persone di culture e religioni diverse, sono benvenute e possono vivere unite nella libertà e nella pace.
Abbiamo interrotto il nostro lavoro per un momento di silenzio e per pregare insieme. Gli avvenimenti ci stimolano a impegnarci ancora più intensamente per i valori dell’Europa. A questo ci chiama e ci impegna anche la nostra fede cristiana.
Siamo vicini alle famiglie delle vittime e siamo solidali con i politici che in questi giorni devono prendere decisioni difficili.
Viviamo in Europa come amici e sperimentiamo in queste ore un profondo legame con tutti i francesi. Ci impegniamo più che mai a pregare per la pace, a viverla e a diffonderla là dove siamo. Vogliamo vivere ancora di più e più profondamente l’amore reciproco e la fiducia, e trarne forza. Attraverso un volto umano e la fedeltà ai suoi valori, l’Europa continuerà a sperare e a condividere un futuro comune.”
A meta ottobre, alcuni membri del gruppo dei responsabili di Insieme per l’Europa sono stati in visita dal Vescovo July, vicepresidente della Federazione Luterana Mondiale. L’incontro è stato caratterizzato da un’atmosfera particolarmente cordiale.
Heinrich Walter (Schoenstatt), Diego Goller (Movimento dei focolari), Pastore Thomas Römer (YMCA Monaco), Sr. Anna-Maria aus der Wiesche (Christusbruderschaft Selbitz) e Gerhard Pross (YMCA Esslingen) erano molto contenti del colloquio aperto e personale che è scaturito. Gerhard Pross riassume: “Abbiamo potuto affrontare insieme le questioni riguardanti la riconciliazione tra le Chiese ed i passi sul cammino verso l’unità. Incontri come questo sono momenti di luce che servono in modo efficace alla preparazione della nostra Manifestazione nel giugno – luglio 2016 a Monaco”.
Negli ultimi mesi avevamo cercato una possibilità per far conoscere maggiormente la rete di Insieme per l’Europa a Papa Francesco, col desiderio che ci doni, tramite una videoregistrazione, un contributo per la Manifestazione pubblica del 2 luglio 2016 sul “Karlsplatz” di Monaco.
Quando si è chiarito che, durante l’udienza privata dal Papa per il capitolo generale della mia Comunità il 3 settembre, ci sarebbe stata la possibilità di scambiare qualche parola con lui, ho colto volentieri l’occasione.
Dalla segreteria internazionale di Insieme per l’Europa a Rocca di Papa avevo appena ricevuto – ancora calda di stampa – la brochure in lingua italiana. Sapevo che non si dovrebbe approfittare delle udienze per fare pubblicità, ma mi sono fatto coraggio e ho spiegato in spagnolo a Papa Francesco il nostro progetto; ho accennato all’inizio di Insieme e a come Dio ha operato durante questi ultimi 15 anni.
Gli ho presentato i Movimenti coinvolti, ho accennato al carattere ecumenico e al nostro desiderio di un suo contributo-video per la Manifestazione. Il Papa ha ascoltato con molta attenzione e, come una conferma, ha detto, in modo spiritoso: “vogliamo farlo subito?!” Alla fine ho potuto parlare ancora con il suo segretario, l’arcivescovo Gänswein, che ha confermato che la rete Insieme per l’Europa è conosciuta e ha suggerito di rifare la nostra domanda fra qualche mese per iscritto.
Beitrag von P. Heinrich Walter, Schönstatt-Bewegung
Il 7 settembre 2015, su invito del CVJM / YMCA di Montevideo (Uruguay), si è svolta una serata di presentazione di Insieme per l‘Europa. Rappresentanti di 10 Chiese diverse e membri del Movimento dei Focolari e del CVJM/YMCA hanno accolto l’invito. Con molta vivacità e con numerosi esempi stimolanti, Gerhard Pross – che si trovava in viaggio nel sud del continente americano – ha riferito ai presenti del cammino di Insieme. In particolare sono state le “5 chiavi all’unità” ad essere accolte con un’attenzione speciale, dando subito il via ad una comune riflessione. Durante il rinfresco che è seguito al momento d’incontro, i partecipanti hanno avuto modo di scambiarsi le loro esperienze. Alcuni dei presenti si sono chiesti se non sarebbe possibile iniziare l’esperienza di Insieme anche nell’America del Sud. La serata con Gerhard Pross ha incoraggiato i partecipanti ad incamminarsi in questa direzione.
Consapevoli della storia culturale ricca e millenaria della nostra regione svevo-bavarese, la provincia e la città di Dillingen sul Danubio hanno istituito la “Fondazione Europea di St. Ulrich”.
La provincia e la città di Dillingen sul Danubio, patria di St. Ulrich, desiderano con tale Fondazione dare un incremento all’unità europea nello spirito cristiano.
A partire dal 1993 – millenario della canonizzazione del vescovo St. Ulrich, grande figura di rilievo per la Germania e per l’Europa – il Premio europeo di St. Ulrich viene consegnato regolarmente a iniziative o Istituzioni che si sono distinte per meriti straordinari nell’ambito dell’unità europea in campo politico, ecclesiale, scientifico, culturale, economico o sociale.
“Costruire un’Europa cristiana” è compito di tutti coloro che, sulla base dell’eredità culturale e artistica e dei valori fondamentali, vogliono collaborare al futuro della nostra storia. Grandi testimoni della fede della nostra patria, come il vescovo Ulrich, Alberto Magno, Margarete Ebner, Pietro Canisio, Johann Michael Sailer, Johann Ev.Wagner e Dominikus Ringeisen ce ne hanno dato illustri esempi.
L’impegno della rete internazionale Insieme per l’Europa è guidato dalla visione dell’unità nella diversità riconciliata. I Movimenti e le Comunità cristiane che vi aderiscono non vogliono livellare le identità confessionali o nazionali, bensì insieme si impegnano a custodire e a promuovere il tesoro dell’eredità cristiana in Europa. Costruiscono ponti in Europa compiendo passi di riconciliazione e intessendo amicizie al di là delle più varie frontiere. E’ nata così una corrente di speranza ispirata al Vangelo che coinvolge uomini e donne che s’impegnano per la nostra società. Riconoscendone i meriti straordinari, la Fondazione europea di St. Ulrich consegna il Premio Europeo di St. Ulrich 2014 alla rete Insieme per l’Europa di cui fanno parte 300 Movimenti e Comunità cristiane.
Stralci di una lettera per aggiornare sul loro incontro annuale e per promuovere un Evento europeo nel 2016, a Monaco di Baviera
A Planina, in Slovenia, dal 13 al 15 novembre 2014 , 108 rappresentanti di 41 Movimenti e Comunità, provenienti da 14 Nazioni hanno vissuto un incontro intenso e costruttivo, in cui si è sperimentata una rinnovata passione di collaborare ad un progetto per contribuire alla costruzione di un’Europa più unita.
Tema principale dell’incontro, organizzare un Evento a Monaco di Baviera (Germania) dal 30 giugno al 2 luglio 2016,articolato in due momenti: il Congresso nel Zirkus-Krone-Bau e la Manifestazione all’aperto, in una grande piazza. È stata avvertitada tutti l’importanza di impegnarci da subito, affinché la Manifestazione sia frutto della vita nelle città, con una rilevante partecipazione, coinvolgendo e invitando tanti.
Contributo dei gruppi Intervento dalla sala
Focus principale dell’Evento di Monaco vorrebbe essere un atto significativo di riconciliazione, espressione del forte anelito verso l’unità:Insieme per l’Europa può farsi protagonista in questo senso per via delle molteplici esperienze in atto in tutto il Continente e in particolare tra persone di diverse Chiese. Per questo, l’Evento del 2016 potrebbe anche rappresentare una tappa nel cammino verso il 2017 (cinquecentenario della Riforma di Lutero), offrendosi come segno profetico di un’Europa riconciliata e unita.
Il Congresso
Si volgerà da giovedì 30 giugno al 1 luglio 2016 nel Zirkus-Krone-Bau di Monaco. 2.500 i posti disponibili. Sono invitati a partecipare i responsabili dei circa 300 Movimenti aderenti a Insieme per l’Europa.
Il Congresso vuole essere un momento privilegiato perrinnovare tra i nostri Movimenti e Comunità lo slancio a lavorare per un’Europa più concorde e solidale, elaborando progetti da donare ai partecipanti alla Manifestazione in piazza,il 2 luglio.
Il Congresso prevede un programma in plenaria, con circa 15 – 20 forum nei quali si dialogherà fra Movimenti e Comunità su tematiche attuali, e tavole rotonde, nelle quali si affronteranno alcune sfide presenti nelle nostre società, con l’apporto di “esperti” del mondo culturale, politico,sociale, sportivo, artistico….
La manifestazione
Si svolgerà il 2 luglio 2016, in una grandepiazzaal centro di Monaco. Il progetto è di incontrarsi la mattina per gruppi linguistici, in diverse Chiese e Istituti vicini, per poi convergere tutti verso la piazza intorno alle 11.30. Lì ci sarà il programma principale, con brevi discorsi, gesti simbolici, testimonianze (90 minuticirca). Dopo la pausa per il pranzo, si continuerà nella stessa piazza con un “programma creativo” di circa due ore.
Forti dell’esperienza di condivisione e collaborazione vissuta in mezzo alle tendenze nazionalistiche e confessionali che percorrono l’Europa, si desidera offrire un esempio di unità nella molteplicità, donando soprattutto testimonianze di riconciliazione,frutto della vita quotidiana, nelle proprie comunità e insieme con gli altri Movimenti nelle varie città: esperienze di “culture riconciliate” per costruire il futuro in modo responsabile.
Si vorrebbe coinvolgere nel progettotutti i Paesi europei (dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest), le Chiese presenti, le diverse generazioni e con questo obiettivo si invita ciascuno a non lasciar cadere nessuna ”ispirazione”, mettendo a frutto idee e conoscenze personali.
Per poter sviluppare e realizzare queste linee, è imprescindibile che fino al 2016 si intensifichino i rapporti in tutte le città dove Insieme per l’Europa è presente,sostenendoconcretamenteun percorso di riconciliazione, accompagnato da un cammino di preghiera. Importanteproporsi di andare a Monaco non per ricevere, ma per dare. Portando ciascuno il suo contributo, sarà l’insieme che farà recuperare e maturare la coscienza europea. E, in una realtà dinamica, avere la dimensione di un’Europa non chiusa in se stessa, ma aperta agli altri.
Col desiderio di preparare tutto l’Evento insieme, per ricevere informazioni, materiale, ecc.,o mandare suggerimenti su forme e contenuti dell’Evento, rivolgersi alla Segreteria internazionale: admin@together4europe.org
Chi desidera poi contribuire anche alle spese dell’organizzazione, può fare un bonifico sul c/c bancario di Insieme per l’Europa: Banca Prossima italy – intestatario PAMOM – IBAN IT37O0335901600100000113319 – SWIFT (per bonifici dall’estero) BCITITMX771. Causale: contributo per l’Evento Monaco 2016.
E’ in elaborazione una brochure in varie lingue per poter promuovere un’ampia e capillare informazione ed invitare le persone, puntando ad una partecipazione significativa.
Aggiornamenti e informazioni pratiche per la partecipazione alla Manifestazione si troveranno via via su questo sito
A Loppiano – Incisa Val d’Arno (nei pressi di Firenze), dal 6 all’8 marzo scorso, si è svolto l’annunciato Congresso dei Movimenti cristiani di “Insieme per l’Europa” per contribuire a dare un’anima anche all’Europa dei mercati e dell’economia. Per i circa 100 partecipanti, provenienti da vari Paesi d’Europa, è stata un’occasione per condividere esperienze e visioni, per dare il contributo di una voce profetica di speranza. Fra imprenditori, studenti, studiosi, di 10-12 comunità diverse, i principali sostenitori dell’iniziativa sono stati membri del Movimento dei Focolari, dell’YMCA di Monaco, della comunità di Vineyard a Bruxelles, del Movimento Schönstatt in Svizzera, della Comunità Papa Giovanni XXIII°, della comunità Nomadelfia, in Toscana.
L’Europa continua a lottare con un’incertezza economica che pone gravi sfide a imprese, responsabili delle politiche economiche e cittadini. «Finora in Europa ha parlato solo la voce delle istituzioni – afferma il prof. Luigino Bruni –. Il nostro sogno è che nei ministeri dell’economia ci siano dei francescani, focolarini, persone che hanno scelto gli ultimi… C’è bisogno della voce della gratuità. Negli ultimi decenni queste voci si sono completamente zittite. Un’economia senza anima, senza carismi capaci di includere anche i poveri, non ha futuro. Che cosa hanno da dire i movimenti cristiani, oggi, sul piano economico? Nel Convegno si è cercato di offrire un contributo dal basso, dalla solidarietà, per dare voce a tutti, ai poveri, agli esclusi. L’idea è stata: dare una prospettiva sull’Europa a partire dall’economia come reciprocità e come dono e non solo come interesse e profitto. L’Economia che nasce dalle cooperative, dal sociale, dal civile.
Il programma era strutturato in parti teoriche (contributi sui motivi della crisi economica in Europa, sulle varie esperienze ed impulsi di un “economia carismatica“ e sulla “pedagogia dell’ideale“ per imprenditori secondo padre Kentenich del Movimento Schönstatt) e contributi sulla prassi (fatti vissuti di un’“economia della condivisione“, dell’economia di comunione, offerti da vari movimenti). Le serate erano dedicate alla preghiera e alla lode di Dio. Nella seconda serata un concerto del complesso internazionale Gen Verde
Per un pomeriggio si sono inseriti nel Convegno circa 100 giovani che, proprio a Loppiano, in un migliaio, stavano partecipando ad un diverso Congresso.
Hanno portato il contributo della loro esperienza: accanto alla delusione per l’attuale condizione giovanile nel mondo del lavoro, cercano di tenere alti i loro ‘ideali, con impegno personale, andando ‘contro corrente’ nel campo del consumismo, e vivendo piccoli modelli di sostenibilità.
È emersa in tutti la consapevolezza che, per rinnovare l’economia contemporanea ed evitare gli “effetti perversi” sulla vita delle persone e dell’ambiente, è necessario trasformare in azione economica e in strutture economiche i valori cristiani, senza compromessi. Si avvertiva, in particolare negli imprenditori, un grande desiderio di creare delle reti e degli scambi, e di dare insieme una testimonianza più forte ed incisiva nel mondo. Si è ripartiti con rinnovato impegno di approfondire nella propria Comunità gli input ricevuti e condividere le iniziative con gli altri Movimenti. .Un congressista concludeva: “Se saremo in grado di aprire mente e cuore, di abbattere qualche muro, di accoglierci vicendevolmente e creare spazi d’incontro, di scambio, allora si potrà dare una testimonianza più incisiva delle nostre radici cristiane nel mondo”.
“Una giornata specialissima nel nostro ‘Insieme’ – così i responsabili di Movimenti e Comunità di varie Chiese della Germania riassumono l’incontro del 7 dicembre 2013 a Würzburg. Erano 120 impegnati in ‘Insieme per l’Europa’ che si erano dati appuntamento per riflettere sull’anno passato e sul prossimo passo da fare.
Gerhard Pross, coordinatore del “Convegno dei Responsabili”, scrive: “La giornata è iniziata con una riflessione su un pensiero di Chiara Lubich in cui ci chiama all’ ‘Insieme’.
E’ seguito un ricco scambio di esperienze di collaborazione tra Movimenti e Comunità in varie città della Germania, come per esempio le ‘Oasi di pace e di preghiera’, formatesi a Stoccarda.
Il Presidente della Conferenza episcopale tedesca, l’arcivescovo Robert Zollitsch, ha voluto far visita al conve-gno. Egli vede nell’‘Insieme’ una iniziativa che unisce le Chiese, una testimonianza importante e un segno di incoraggiamento. Ha parlato particolarmente in vista del 2017, anno in cui ricorre il 500° dell’inizio della Riforma luterana.
Ha auspicato che questa ricorrenza possa diventare occasione di incontro e di nuova comprensione. Nel dialogo sono venuti in evidenza vari aspetti.
In rilievo è venuto il patto dell’amore reciproco, con il quale è nata la rete di ‘Insieme per l’Europa’. Non è sufficiente conoscersi, è necessaria una vera e fraterna collaborazione che sia di esempio per i popoli europei.
“Per me è stato un momento storico, c’è qualcuno che allarga grandemente le sue braccia”, ha commentato un responsabile. E un altro ha augurato all’arcivescovo Zollitsch di continuare con coraggio su questa strada: “Il popolo è dalla sua parte!”.
Durante il convegno è stato riferito dell’incontro degli ‘Amici di Insieme per l’Europa’ del novembre scorso a Parigi. ‘Insieme’ non raccoglie soltanto Movimenti di varie Chiese, ma anche appartenenti a quasi tutti i popoli europei. Da ciò emerge una responsabilità per un contributo culturale, sociale e politico.
Scrive ancora Gerhard: “Con il comitato tedesco avevamo preparato la giornata del 7 dicembre con una preghiera di ascolto. Quando siamo riusciti a mettere da parte tutte le nostre considerazioni e abbiamo cercato di dare ascolto a Lui, allora ci siamo sentiti incoraggiati. Qualcuno ha detto: “Qui c’è il Risorto in mezzo a noi e ci dice: Non abbiate paura!”.
Siamo ripartiti pieni di gioia, di coraggio e di speranza.
Quest’incontro ha avuto una grazia particolare e ci ha lasciato in cuore la certezza che ‘Insieme’ prosegue e che abbiamo potuto intuire qualcosa della ‘partitura scritta in cielo’”.
Ischia (Italia) 7 settembre 2013
“Il 7 settembre 2013 – scrivono Rita e Giulio Seller – in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la pace, il Comitato ‘Ischia per l’Europa’ si è mobilitato per una grande manifestazione per la pace con un corteo tra canti e fiaccole. I negozi hanno abbassato luci e suoni in segno di adesione. La marcia è terminata in pineta con vari interventi, poesie e preghiere sulla pace di luterani e cattolici, intervallati da pezzi musicali di artisti isolani. Il vescovo cattolico si è fatto presente con un video-messaggio.
Tanti hanno lasciato contributi e riflessioni, esprimendo gratitudine per l’evento”.
Nello spirito della “cultura del visitarsi” – in occasione dell’incontro degli Amici di Insieme per l’Europa a Parigi – il 6 novembre alcuni del Movimento dei focolari hanno fatto visita alla sede del Movimento Acer-Mjo (Action Chrétienne des Etudiants Russes – Mouvement de Jeunesse Orthodoxe) in rue Olivier de Serres, nel 15° arrondissement.
Siamo stati ricevuti dal Presidente, Cyrille Sollogoub, un giovane padre di famiglia, professore universitario, a cui si è aggiunto l’incaricato per la sezione giovanile Igor Sollogoub, fratello di Cyrille.
Accogliendoci, Cyrille ci ha condotto nella Chiesa-cappella, ricavata nel cortile in una precedente rimessa, coperta di vetro. Qui hanno celebrato la Divina Liturgia famosi sacerdoti e teologi ortodossi come Florovsky, Bulgakov e anche Alexander Men. Oltre all’iconostasi l’attenzione è attirata dalle pareti quasi interamente tappezzate da icone di età e con soggetti molto diversi tra loro: sono doni di famiglie rifugiate russe, approdate in Francia. Oltre alle molte icone antiche vi si trovano anche alcune più moderne – sono frutto di una rinnovata iconografia coltivata da alcuni maestri come Mère Marie, famosa nell’ambiente russo.
Cyrille spiega che l’icona che più esprime il carisma del Movimento Acer è la presentazione di Maria al Tempio: lei contiene Gesù e con ciò contiene la Chiesa. Il Movimento Acer è nato nel 1923 da alcuni russi espulsi dal paese durante gli anni tormentati della Rivoluzione. Tra i fondatori personalità importanti come il padre Sergio Bulgakov, il padre Giorgio Florovsky e Nicolas Berdiaev. “Mentre in Russia le Chiese venivano distrutte e gli emigrati russi non avevano i mezzi per costruirne altre è nata una nuova comprensione su cosa sia la Chiesa: non edificata da mattoni ma da persone vive, portatori di Cristo e della sua Chiesa”. Col motivo di sensibilizzare soprattutto i laici ad “essere Chiesa” è nato il Movimento Acer – con l’approvazione del Patriarca della Russia di allora, Tikon – poi assassinato.
I primi ad accogliere il Movimento Acer a Parigi e dare loro una sede è stato il Movimento Ymca. Quando gli ambienti furono troppo ristretti si è traslocato nella sede attuale. Con grande riconoscenza verso i padri fondatori Cyrille mostra una galleria fotografica dei vescovi e metropoliti che hanno sostenuto e presieduto il Movimento che giuridicamente dipende dal Patriarca di Costantinopoli.
Fa notare che il loro carisma si evidenzia anche dal fatto che le porte posteriori della Chiesa sono collegate con la sala di accoglienza: “Durante le celebrazioni queste porte sono aperte – un segno che non c’è divisione tra ‘sacro’ e ‘profano’ – tutta la nostra vita è liturgia”.
La sede è resa più dignitosa da una grande povertà di mezzi, riempita da una indescrivibile ricchezza spirituale che traspare da tutto e di chi ci parla.
Igor sottolinea che nonostante la difficoltà di distanze ai campi estivi partecipano anche più di 200 giovani, si va in montagna, ci si rievangelizza, si canta, si prega, si cammina ore insieme, si fa cultura e cresce così il senso della fede e dell’appartenenza alla Chiesa. Una volta formati, i giovani si orientano all’impegno nella propria parrocchia.
Salendo al secondo piano della sede si vedono tre stanze piene di libri, di riviste (di alto livello) e anche di oggetti tipo russo da vendere per sostenere opere sociali in Russia. “Durante il regime il primo compito dell’Acer era quello di stampare la Bibbia, letteratura spirituale e culturale e farla arrivare in Russia; inoltre si sostenevano le famiglie di dissidenti e altri bisognosi”. La stampa è tuttora un’attività importante per l’Acer. Si pubblicano due riviste in russo e in francese, nonché libri di teologia. L’editore si chiama tuttora “Ymca Press” – anche se nel frattempo l’Ymca ha lasciato in mano all’Acer la tipografia e Editeurs Réunis.
Si conclude la visita in confidenza fraterna spirituale, profondità dello scambio. La scoperta di una reale amicizia in Cristo, come un seme di una coscienza europea cristiana nuova, lascia in cuore gratitudine a Dio che ci fa incontrare sulle vie dell’oggi con occhi di speranza, aperti al futuro.
Dopo la terza manifestazione internazionale di Insieme per l’Europa a Bruxelles, nel maggio 2012, il Comitato d’orientamento tenta un bilancio e riflette sui prossimi passi da fare.
Il Comitato d’orientamento di Insieme per l’Europa con i suoi otto membri – appartenenti alla Chiesa cattolica, ortodossa ed evangelica – si è incontrato nella sede romana della comunità di Sant’Egidio il 4 giugno scorso.
Scopo principale: confrontarsi sui frutti dell’anno trascorso e capire insieme le prossime tappe, cercando di leggere “lo spartito scritto in cielo” come amava dire Chiara Lubich.
In molte delle 152 città collegate il 12 maggio 2012 è iniziata o si è incrementata una dinamica locale di vivace collaborazione tra Movimenti e Comunità di varie Chiese. In vari Paesi esiste, poi, un comitato nazionale di Insieme per l’Europa come una rete che sostiene questa comunione.
Andrea Riccardi (fondatore della comunità di Sant’Egidio), sottolinea la responsabilità di continuare ad uscire fuori senza essere autoreferenziali, citando Papa Francesco.
È la “cultura dell’incontro” – ribadisce la presidente dei Focolari Maria Voce riferendosi ancora a Papa Francesco -, “la cultura di amicizia e di apertura all’altro che sperimentiamo in questo cammino di comunione e che dà speranza al nostro Continente e non solo”. Reduce da un viaggio in Germania, racconta di incontri con varie personalità che vedono in Insieme per l’Europa un esempio capace di unire i cuori.
Gerhard Pross, del Convegno di responsabili/Ymca, racconta di come il 23 maggio 2013, nell’Accademia cattolica di Stuttgart-Hohenheim si sono incontrati rappresentanti della Chiesa evangelica in Germania, della Chiesa cattolica e di altre Chiese, su invito di alcuni Movimenti e Comunità unite nella rete di Insieme per l’Europa. Il presidente della EKD (Evangelischen Kirche in Deutschland) Nikolaus Schneider, l’arcivescovo Robert Zollitsch (Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca), il vescovo Gerhard Feige, il vescovo regionale Heinrich Bedford-Strohm e il metropolita rumeno ortodosso Serafim, nei loro interventi, hanno incoraggiato a contribuire ad un intenso e aperto scambio sulle questioni ecumeniche, particolarmente attuali per il 50° del Concilio Vaticano II e in vista del 500° anniversario della Riforma, nel 2017. Alcuni elementi emersi sono: il ritorno a Cristo come centro comune; la comune rielaborazione della storia a livello regionale e nazionale; il porre segni di riconciliazione e la coscientizzazione alle sensibilità della Chiesa dell’altro.
Christophe D’Aloisio (Syndesmos) ha presentato, in un’interessante visione, l’attualità di alcune comunità ortodosse in Europa.
La fitta agenda dell’incontro del 4 giugno prevedeva varie tematiche.
Guardare alle “periferie esistenziali”, alle povertà materiali e spirituali che affliggono l’Europa per contribuire al bene comune con i carismi ricevuti da Dio: è questa una delle priorità.
Il 5 giugno mattina, i responsabili presenti a Roma sono stati ricevuti dal card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici che ha incoraggiato i progetti.