Dialogo tra diversi

Dialogo tra diversi

Ecco uno stimolo, un arricchimento per quanti di noi il 9 maggio, “Festa dell’Insieme per l’Europa” desiderano aprire una tavola rotonda per dialogare tra “diversi”, come Est e Ovest, Sud e Nord, membri di varie Chiese, credenti e non, persone del posto o rifugiati… 

La composizione diversificata dell’Europa

Per inquadrare bene la situazione europea, è utile tener presente la sua realtà geopolitica e culturale.

L’Europa Occidentale è principalmente un concetto socio-politico e identifica in particolare i Paesi europei del “primo mondo”, frutto di un cammino politico, economico e culturale plurisecolare, diverso da quello dell’Est-europeo. Oggi il termine Europa Occidentale è anche comunemente associato alla democrazia liberale, al capitalismo e anche all’Unione Europea, nonostante l’allargamento ai Paesi dell’Est. La maggior parte dei Paesi della regione condividono la cultura occidentale che sembra sia oggi in crisi. E si notano differenze e tensioni anche all’interno dell’Occidente, ad esempio fra Nord e Sud. Oppure, pensiamo alla Chiesa d’Inghilterra che, dopo la Brexit, sicuramente non vorrà lasciare l’Europa, ma intensificare i suoi rapporti ecumenici.

L’Europa Orientale è piuttosto un concetto geografico, una terra articolata al suo interno con differenti tradizioni e problematiche. Culturalmente si può distinguere, grosso modo, fra Mitteleuropa, Balcani e Paesi dell’ex-Unione Sovietica; e, religiosamente, fra il mondo cattolico-protestante e quello ortodosso, con conseguenze sul modo di pensare e di agire. Denominatore comune è la condizione del post-comunismo, con travagli sociali e politici di un difficile cammino di democratizzazione. Con l’allargamento della UE ad alcuni Paesi dell’Est avviene, nei nuovi stati-membro, un adattamento abbastanza rapido al sistema economico e giuridico occidentale, mentre l’avvicinamento culturale è molto più lento.

Costruire prima una cultura dell’incontro

Per arrivare ad un dialogo fruttuoso fra Est e Ovest, occorre procedere per gradi e non affrontare i problemi di petto. Secondo il cammino di Insieme per l’Europa, condensato in 18 anni di esperienza, espresso densamente durante il grande evento di Monaco 2016, è necessario uscire dall’atteggiamento di critica e di difesa, e promuovere una cultura dell’incontro, di conoscenza reciproca e di riconciliazione.

L’Est ha guardato all’Ovest, negli ultimi secoli, come modello culturale e politico, ed ha sviluppato una comprensione di ciò che avviene nei Paesi occidentali. Gli europei dell’Est devono spesso constatare, dolorosamente, la mancanza di conoscenze minime da parte degli occidentali e le incomprensioni che ne derivano. Senza il riconoscimento dei valori dell’Est da parte dell’Occidente non si può arrivare all’uguaglianza e alla reciprocità. Ci vogliono, quindi, umiltà, fiducia, conoscenza e accoglienza reciproca.

Di conseguenza, penso che, come primo passo, dovremmo promuovere una cultura dell’incontro, creare una piattaforma, una “casa” per poter dialogare. In questa fase si potrebbe riflettere anche sulle nostre tradizioni culturali e sui diversi modi di pensare, per prepararci al dialogo costruttivo.

Stralcio dal discorso di Pál Tóth “Cultura dell’incontro e del dialogo fra Est e Ovest in Europa”, Incontro “Amici” di Insieme per l’Europa – Vienna, 10 novembre 2017

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