da Jesus Moran | Ott 25, 2018 | 2016 Monaco, Esperienze, riflessioni ed interviste, News
Proponiamo stralci di un discorso di Jesús Morán Cepedano, copresidente del Movimento dei Focolari, filosofo, specializzato in antropologia teologica, in occasione del Congresso di Insieme per l’Europa a Monaco di Baviera, il 30 giugno 2016.
Perché l’Europa ha dato vita negli ultimi secoli ad una cultura che ha fatto di Dio non più un mistero ma un problema irrisolvibile? E, di conseguenza, ha fatto anche dell’uomo un problema inestricabile nel rapporto con se stesso, con gli altri, con il cosmo, con l’Assoluto? La domanda è tanto più “scandalosa” se si pensa alla storia del continente europeo che ha elaborato, nei secoli, un forte e originale umanesimo spirituale, artistico, filosofico, scientifico, giuridico, politico.
Nel 2004, l’allora card. J. Ratzinger, si domandava se non fosse vero, come afferma Arnold J. Toynbee, che il destino delle società dipende in grande misura da minoranze creative. Forse – sosteneva – è questo il compito che spetta ai cristiani: concepire se stessi come la minoranza creativa che porta l’Europa a riscoprire la sua eredità.
Quale sia questa eredità ci viene sorprendentemente ricordato anche da intellettuali del calibro di H.G. Gadamer e G. Steiner: da prospettive diverse vedono entrambi per l’Europa un compito “tanto spirituale quanto intellettuale”. Per Gadamer: “Vivere con l’altro, vivere come l’altro dell’altro, è un compito universale e valido nel piccolo come nel grande. Come noi, crescendo ed entrando nella vita, impariamo a vivere insieme all’altro, lo stesso vale per i grandi gruppi umani, i popoli e gli Stati. Ed è probabilmente un privilegio dell’Europa il fatto di aver saputo e dovuto imparare, più di altri paesi, a convivere con la diversità”. [1]
Questo destino richiede la creatività, l’ingegno, la capacità di rialzarsi e superare i propri limiti che sono sempre stati parte dell’anima dell’Europa come dimostra la sua storia, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale. I Padri fondatori hanno manifestato l’audacia non solo di sognare un’altra idea di Europa, ma anche di incominciare a metterla in atto puntando sull’integrazione di tutto il patrimonio del continente, consapevoli, secondo le parole profetiche di Konrad Adenauer, che: “Il futuro dell’Occidente non è tanto minacciato dalla tensione politica, quanto dal pericolo della massificazione, della uniformità del pensiero e del sentimento; in breve, da tutto il sistema di vita, dalla fuga dalla responsabilità, con l’unica preoccupazione per il proprio io”[2].
La prospettiva che l’Europa può e deve ancora, più che mai, offrire al mondo, è quella di formare una cultura di unità nella diversità a tutti i livelli: da quello personale e quotidiano a quello istituzionale e prospettico come richiamato anche recentemente dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I: “Anche le Istituzioni umane, – se saremo capaci di “trasfigurarle” con questa attenzione alla diversità –, sapranno comprendere che le diversità sono dono e non contrapposizione, ricchezza e non squilibrio, vita e non morte. Viviamo in un contesto in cui il pluralismo rischia di essere sacrificato in nome di una falsa unità, che vuole l’appiattimento globale in tutte le manifestazioni dell’uomo; […]. E invece proprio dalla accettazione delle diversità, come fondamento dell’unità della umanità ferita, attraverso il dialogo d’amore, attraverso il reciproco rispetto, attraverso la accoglienza dell’Altro e la nostra disponibilità ad accogliere e ad essere accolti potremo diventare per il mondo, icone di Cristo e come lui nell’unità essere anche diversità.”[3]
Si tratta, pertanto, di tornare con nuova lena e decisione a coniugare ancora una cultura dei diritti umani che possa sapientemente legare la dimensione personale, a quella del bene comune di tutti i gruppi intermedi che si uniscono nella comunità sociale e politica. Allo stesso tempo ciò va fatto senza perdere di vista la dignità trascendente dell’essere umano come ha affermato, con forza nel 2014, Papa Francesco al Parlamento Europeo.
In questo percorso, il ruolo delle comunità ecclesiali si presenta ancora una volta decisivo, perché questa è la loro missione: l’annuncio gioioso della buona novella. In una epoca in cui sembra si sia spaccata “l’alleanza culturale” delle Chiese con la società circondante, si tratta di ritornare al Vangelo, di suscitare incontri significativi alla luce della Scrittura, dei racconti evangelici, onde generare la stessa vita generata da Gesù di Nazareth. Come ha sottolineato Papa Francesco, in occasione della consegna del Premio Carlomagno: “Dio desidera abitare tra gli uomini, ma può farlo solo attraverso uomini e donne che, come i grandi evangelizzatori del continente, siano toccati da Lui e vivano il Vangelo, senza cercare altro. Solo una Chiesa ricca di testimoni potrà ridare l’acqua pura del Vangelo alle radici dell’Europa. In questo, il cammino dei cristiani verso la piena unità è un grande segno dei tempi, ma anche l’esigenza urgente di rispondere all’appello del Signore «perché tutti siano una sola cosa (Gv17,21)».”[4]
[1] L’eredità dell’Europa, Einaudi, Torino 1991, pp. 21-22.
[2] Discorso all’Assemblea degli artigiani tedeschi, Düsseldorf, 27 aprile 1952. Ripreso da Papa Francesco nel suo discorso per la consegna del Premio Carlomagno (13 maggio 2016).
[3] Lectio magistralis del Patriarca Ecumenico Bartolomeo in occasione della consegna del dottorato Honoris Causa dell’Istituto Universitario Sophia, Loppiano 26 ottobre 2015.
[4] Papa Francesco, Discorso alla consegna del premio Carlomagno, Roma, 13 maggio 2016.
Foto: ©Ursel Haaf – www.urselhaaf.de
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da TogetherforEurope | Nov 20, 2017 | 2017 Amici Vienna, News, Österreich
Provenivano da numerosi Paesi del Continente. Il loro comune intento: unità riconciliata tra le diverse Chiese e culture, nonché la solidarietà e l’integrazione in Europa.
Dal 9 all’11 novembre 2017 si sono riuniti nella capitale austriaca per il loro Congresso annuale 130 appartenenti a 44 Movimenti, Comunità e Associazioni, della rete ecumenica Insieme per l’Europa.
Volevano riflettere sul passato, presente e futuro di Insieme. “Ci vuole un’azione dialogata” aveva detto Ilona Tóth, membro del Comitato di Orientamento di IpE, il 29.10.2017 in seguito all’incontro a Roma “(Re)thinking Europe” della COMECE, “cioè guardare insieme un problema e cercare insieme le risposte”. E così fu a Vienna.
Preghiera ecumenica per l’Europa
Per i partecipanti del Congresso, la sera del 9 novembre, c’è un appuntamento nel Duomo di Vienna, il Stephansdom, presieduta dal Cardinale Christoph Schönborn insieme a un significativo gruppo ecumenico di autorità ecclesiastiche, con alcune centinaia di persone. Ha trovato una forte coesione la preghiera solenne per un Insieme di culture e generazioni e per la pace. La data porta una coincidenza significativa. Dopo il 9.11.1938 (Notte dei cristalli), il 9.11.1989 (caduta del muro di Berlino) il 9 novembre 2017, giorno della preghiera ecumenica, appare un momento importante sulla strada di Insieme e un segno di pace per l’Europa. Vedi articolo, foto e video>
Scambio di idee al Congresso
Interventi e intensi scambi di idee, con momenti di preghiera, hanno caratterizzato il programma.
Heinrich Walter (Schönstatt) ha presentato i diciotto anni di storia di Insieme per l’Europa. “Da radici profonde cresce un albero fecondo per l’unità dell’Europa” ha osservato ed ha ricordato, tra l’altro, l’anno 1999, quando ad Augusta, in occasione della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, prese inizio la collaborazione per l’Europa di Movimenti, Comunità e Associazioni di varie Chiese.
Gérard Testard (Comunità Efesia, Francia) in modo sintetico e chiaro, ha presentato il contesto attuale delle crisi e delle speranze dell’Europa.
In seguito, Gerhard Pross (CVJM/YMCA Esslingen) ha parlato delle “sfide per l’Europa”. “Il nostro Insieme è un messaggio profetico. Il nostro messaggio profetico è la cultura dell’insieme per l’Europa”, ha dichiarato Pross e ha ricordato: “Noi diciamo SÌ ad un’Europa alla quale, nel corso della storia, Dio ha affidato una vocazione: l’insieme di cielo e terra, l’insieme di fede e progetto sul mondo, perché nel Crocifisso il cielo e la terra si incontrano.”
Poi la parola è stata data a Pál Tóth (Movimento dei Focolari, Ungheria) con uno sguardo al futuro di Insieme: “Cultura dell’incontro e del dialogo fra Est e Ovest europeo”. Ha fatto seguito una Tavola Rotonda molto apprezzata con partecipanti dell’Ucraina, della Slovacchia, dell’Ungheria, della Slovenia e della Russia. Tóth, esperto in scienze della comunicazione, ha evidenziato alcune differenze tra i Paesi dell’Est e dell’Ovest, osando lanciare a conclusione una sfida: “Insieme per l’Europa potrebbe svilupparsi sempre più come una piattaforma di dialogo e persino come una scuola di dialogo intraeuropeo”. Sulla premessa “di uguaglianza e di mutuo riconoscimento potrebbe svilupparsi un nuovo tipo di discorso sapienziale, che fa vedere miserie e mancanze in prospettiva della redenzione e della resurrezione.”
Come andare avanti?
Con numerose riflessioni nelle plenarie e nei gruppi, i presenti erano invitati a partecipare attivamente al processo di concretizzazione, esprimendo la propria opinione e le proprie esperienze.
L’ultimo giorno, poi, la domanda di Thomas Römer (CVJM/YMCA Monaco) e Suor Vernita Weiss (Schönstatt): “Come andare avanti?” ha spinto a chiedere insieme lo Spirito Santo. Tra le proposte: intensificare gli incontri e le visite vicendevoli tra i vari Movimenti e Paesi, per rafforzare così lo spirito di Insieme. Un’altra idea, su suggerimento di Jeff Fountain (Schuman Center for Europeen Studies, Olanda) e del gruppo di Insieme per l’Europa di Roma, approfittare del 9 maggio – che in molti Paesi è già considerato giornata europea – per diffondere con azioni locali il messaggio di Insieme. In conclusione, il rinnovare il “patto” – una solenne promessa d’amore reciproco – ha sigillato davanti a Dio il comune impegno, dando coraggio e fiducia per il prossimo avvenire.
Il prossimo incontro degli “Amici” di Insieme per l’Europa si terrà a Praga (Repubblica Ceca) dal 15 al 17 novembre 2018, dove si continuerà il dialogo Est-Ovest. Insieme ci siamo incamminati verso un futuro promettente.
Beatriz Lauenroth
Scarica e leggi alcuni dei principali contributi:
2017 11 10 Gérard Testard – la situazione politica dell’Europa
2017 11 10 Gerhard Pross – Le sfide per l’Europa
2017 11 10 P. Heinrich Walter – I frutti di Insieme per l’Europa
2017 11 10 Pal Toth – Cultura dell’incontro e del dialogo fra l’Est-Ovest europeo
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TfE Vienna 2017 Foto: Annemarie Baumgarten
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da TogetherforEurope | Ott 20, 2017 | News
Un sogno può diventare realtà
Alla vigilia della grande riunione di “Insieme per l’Europa” a Vienna (9.-11 novembre 2017), i rappresentanti di diversi Movimenti olandesi si sono incontrati per scambiarsi le idee sulla domanda: che cosa sta succedendo nei Paesi Bassi per dar forma ad un’Europa unita? E cosa sta succedendo al riguardo in tutta l’Europa?
L’Olanda è aperta al dialogo
“I cristiani praticanti sono una minoranza nei Paesi Bassi, ma abbiamo un compito comune” dice Jan Wessels dell’ampia rete protestante “Missie Nederland”. “La preoccupazione primaria è quella di trasmettere il messaggio di Gesù Cristo. E qui i Movimenti e le Chiese possono imparare l’uno dall’altro e sostenersi”.
“Ognuno sta cercando un sogno che possa vivere”, dice Ine Sassen-Pouwels (Rinnovamento Carismatico nella Chiesa Cattolica). E chi sa sognare più intensamente della gioventù? Quindi, perché non dare ai giovani dei diversi Movimenti e Chiese dell’Olanda “una possibilità di scambiarsi le domande sulla propria vita? L’esperienza di giovani più maturi potrebbe essere di aiuto.”
Jeff Fountain, direttore del Centro Schumann per gli Studi Europei e quindi specialista dell’Europa è nato in Nuova Zelanda e da 40 anni è sposato con una olandese. Tra l’altro dice, strizzando un occhio: “L’Olanda è particolarmente adatta al dialogo in e per l’Europa. Il re Willem Alexander dei Paesi Bassi ne è il miglior esempio. È un misto di sangue tedesco e sangue russo”.
Rapporti di vita
In un’atmosfera di grande apprezzamento reciproco, si sente la gioia di unire tutte le forze per contribuire all’unità dell’Europa cominciando dal proprio Paese. “Si tratta di rapporti”, evidenzia Enno Dijkma del Movimento dei Focolari. “L’amicizia tra noi dà le ali ai nostri pensieri”. L’apertura al dialogo e il neighbour meeting per l’Europa sono solo due delle idee promettenti che la delegazione olandese porterà il 9 novembre 2017 a Vienna. Là si incontrerà con rappresentanti dell’Europa occidentale e orientale per presentare le proprie idee e ricevere le idee degli altri. Attendiamo con curiosità i risultati dell’incontro – a livello europeo.
Beatriz Lauenroth (altro…)
da TogetherforEurope | Set 30, 2017 | 2017 Amici Vienna, Esperienze, riflessioni ed interviste, News, Österreich
Dialogue, Párbeszéd, Dialog, диалог, Dialogo, Dialóg…
Una delle parole fondamentali per l’Europa di oggi! Come approfondire? Sentiamo l’esigenza di continuare o (ri)cominciare a conoscerci di più tra Europa dell’Est e quella dell’Ovest. Per questo il prossimo incontro degli Amici di Insieme per l’Europa a Vienna (9.-11. Novembre 2017) sarà un laboratorio in questa direzione.
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Per ingrandire, clicca sopra la vignetta
Abbiamo cercato chi potrebbe introdurci in quest’argomento attualissimo. Chissà quanti di voi avrebbero qualcosa da dire. Intanto il nostro sguardo si è fermato sulle esperienze di:
Gennaro Lamagna I Balcani visti da un “napoletano”>
Beatriz Lauenroth Sempre più verso l’Est>
Tanino Minuta (il contributo andrà online nel mese di ottobre)
Maria Bruna Romito (il contributo andrà online nel mese di ottobre) (altro…)
da Claudia Di Lorenzi | Apr 3, 2017 | 2017 60° Trattati di Roma, Esperienze, riflessioni ed interviste, Italia, News
Veglia Ecumenica per l’Europa a Roma, 24.3.2017 – Intervista al Card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani
Eminenza, questa veglia di preghiera che vede unite diverse confessioni cristiane dimostra che l’unità nella diversità è possibile. Che esempio può dare questa serata ad una Europa che è ancora così divisa e lacerata su questioni primarie?
“Questa preghiera è organizzata da movimenti di diverse Chiese: c’è grande varietà e diversità ma c’è unità, siamo tutti insieme per l’Europa. E questa riconciliazione fra unità e diversità è molto importante anche per l’Europa che deve diventare una unità ma non per negare la diversità ma per approfondirla, e far si che tutti i Paesi contribuiscano all’unità”.
I movimenti cristiani che si uniscono hanno tra i loro obiettivi anche quello di cogliere insieme i cosiddetti “segni dei tempi”, quei segnali che, in un dato momento storico, mostrano che l’umanità è diretta, seppur lentamente, verso l’unità. Ci sono oggi segnali di questo tipo?
“La grandissima sfida che abbiamo oggi è la crisi dei rifugiati. Per l’Europa la sfida è l’ospitalità, l’apertura per gli altri. C’è un detto che dice: “Se conosco solo l’Inghilterra, non conosco ancora l’Inghilterra. Io conosco davvero l’Inghilterra fintanto che conosco anche Francia e Italia” per esempio. Allora, vedere che l’altro non è mio nemico è un bene: basta ritrovare questo e si procederà bene”.
Papa Francesco ha sottolineato che la pace passa per l’integrazione, il dialogo e quindi anche per il lavoro, e che per l’Europa il lavoro è una priorità a livello politico. Qual è il suo pensiero?
“È necessario che tutti abbiano accesso al lavoro. Questa è una grande sfida perché riguarda la dignità della persona. Poi è importante la collaborazione nel lavoro, che non ci sia disprezzo, perché anche la possibilità di accedere ad un lavoro dignitoso contribuisce all’unità dell’Europa”.
Claudia Di Lorenzi (altro…)