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DialogUE

DialogUE

  • 08 marzo 2023

Nell’arco del  Progetto DialogUE Insieme per l’ Europa ha realizzato online un  incontro internazionale

Il giorno 3 marzo 2023 Insieme per l’Europa ha realizzato online un incontro internazionale. 240 collegati dai Paesi dell’Europa occidentale ed orientale hanno mostrato il grande interesse che suscita il tema Dialogo. Inseriti in una cascata di esperienze di vita vissuta, si sono presentati cinque temi introduttivi.

Il vescovo luterano Christian Krause, già Presidente della Federazione Luterana Mondiale, ha condiviso la sua lunga esperienza e ampia visione dei rapporti tra le Chiese. Gerhard Pross del YMCA Esslingen, attuale moderatore, ha illustrato la genesi e le idee fondanti di Insieme per l’Europa. Pross ha parlato della nostra rete ecumenica dalla prospettiva del dialogo tra persone e comunità. Sr. Nicole Grochowina, Christusbruderschaft Selbitz, ha esposto nel suo contributo Dialog braucht Geschwisterlichkeit la fraternità come presupposto per il dialogo e per l’unità. Walter Kriechbaum, pastore evangelico dell’YMCA Monaco di Baviera, ha voluto dare testimonianza della sua ricca esperienza nel dialogo tra Ovest ed Est e – last not least – Lucia Fronza, Movimento dei Focolari, già membro al Parlamento italiano, ha dato qualche idea sulla prospettiva politica di Insieme per l’Europa.

Le domande del pubblico ai relatori erano complesse ed “ognuna richiederebbe prima di tutto un colloquio personale con ascolto reciproco” così Kriechbaum. In una chat Sr. Nicole ha risposto così alla domanda su come fare perché l’esperienza di Insieme per l’Europa sia più visibile in Europa e trasmessa anche ai giovani: “Non possiamo rendere visibile ai giovani l’esperienza dell’unità. È importante che i giovani stessi facciano queste esperienze. Perciò dobbiamo aprire spazi per questo, ovunque possiamo e ogni volta che possiamo.”

Su richiesta degli ascoltatori del webinar pubblicheremo nei prossimi mesi le cinque riflessioni sul nostro sito. Così può continuare il dialogo con i relatori.

Beatriz Lauenroth

 

Per la Terra e per l’Uomo

Per la Terra e per l’Uomo

  • 15 giugno 2021

Prof. Luigino Bruni offre una innovativa chiave di lettura sul rapporto fra ecologia ed economia durante lo zoom che celebrava la Festa dell’Europa 2021 in Italia.

Bruni è Ordinario di Economia politica alla LUMSA di Roma, docente all’Ist. Universitario Sophia di Loppiano (Firenze), Direttore Scientifico di The Economy of Francesco e Presidente della Scuola di Economia Civile.

Nel suo intervento, l’analisi dell’economia europea, partendo dalle radici cristiane, la riflessione su alcuni impulsi positivi derivanti dalla tragedia della pandemia, l’attuale protagonismo dei giovani, hanno trasmesso nuova speranza insieme allo stimolo ad un impegno personale, che coniughi l’amore per la Terra e quello per l’Uomo.

Invitante l’interpretazione di Gioele 2,28: “Se gli anziani sapranno ancora sognare (credere in un mondo migliore), i giovani profetizzeranno (realizzeranno grandi progetti)”.

Ecco la trascrizione del suo contributo 9 Maggio 2021 Intervento Prof. Luigino Bruni – Ecologia integrale, economia solidale 

Clicca qui per vedere il video su youtube>>

Foto: L.Bruni: //www.edc-online.org / natura: K.Brand

Vedere – Valutare – Agire

Vedere – Valutare – Agire

  • 12 giugno 2021

71 anni di Europa. Cosa ci viene dimostrato oggi mentre gli Stati europei e con loro il mondo intero stanno lottando per le conseguenze della Pandemia?

Con questa domanda la professoressa austriaca Dr. Petra Steinmair-Pösel introduce il suo discorso alla conferenza zoom con base a Graz in occasione della Giornata per l’Europa 2021. Lei cita la Dichiarazione di Schuman del 9 maggio 1950: “La pace del mondo non può essere preservata senza sforzi creativi commisurati alla grandezza della minaccia.” Queste parole, così Steinmair-Pösel, sono ancora valide oggi e pongono la questione di quali sforzi creativi dovrebbe fare la nostra generazione oggi.

Steinmair- Pösel invita a fare il triplice passo del “vedere – valutare – agire”. “Vedere” le grandi sfide di oggi: Pandemia, paura dell’altro e di conseguenza la costruzione di mura di difesa. “Valutare”: di che cosa l’Europa ha bisogno oggi? Qui, Steimmair-Pösel parla della necessità del dialogo, che può cambiare la vita oggi. Ed infine “Agire”, che significa: dialogare con silenzio interiore, con rispetto dell’altro e prontezza ad imparare da lui.

Il dialogo, così Steimair-Pösel, è la base personale e culturale che rende possibile trovare insieme nuove soluzioni in modo creativo, stabilendo la fiducia reciproca e avviando un’azione cooperativa. Così si creano le condizioni per “un confronto che ci unisce tutti”.

Ecco il testo integrale del suo contributo 2021 05 08 Steinmair-Pösel – Un confronto che ci riunisce tutti

Foto: //petrasteinmairpoesel.wordpress.com

 

 

 

Sfogliando l’Album di Insieme per l’Europa

Sfogliando l’Album di Insieme per l’Europa

  • 25 marzo 2020

Dopo la celebrazione del 20esimo anniversario, la vita della rete Insieme per l’Europa continua… Ecco qualche flash dal Portogallo, dall’Italia (Trento) e dalla Slovenia.

PORTOGALLO

Il 22 gennaio scorso è stato organizzato a Lisbona dal gruppo di IpE un momento di preghiera nella cappella di un centro commerciale, con la collaborazione, per la prima volta, di membri di due parrocchie della Chiesa Lusitana (Comunione Anglicana).

L’esperienza di comunione è iniziata proprio nel primo incontro di preparazione, consapevoli che si trattava di un nuovo passo avanti. Con rispetto e amore reciproco, è cresciuta la comunione tra tutti ed ogni dettaglio è stato deciso insieme. Oltre 100 le persone presenti, di entrambe le Chiese. Dopo una breve presentazione di Insieme per l’Europa, sono seguiti un momento commemorativo di Chiara Lubich (che nacque 100 anni fa proprio in quel giorno), e un momento di preghiera con la partecipazione di un sacerdote cattolico e di una presbitera della comunione anglicana.

Il filo conduttore era il versetto degli Atti degli Apostoli 28,2: “Ci hanno trattato con rara umanità” – il motto della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. I partecipanti hanno espresso in tanti modi la loro gioia commossa, e hanno manifestato una grande spinta a continuare i rapporti durante l’anno.

TRENTO

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani a Trento è stata l’occasione per informare su Insieme per l’Europa in un pomeriggio ecumenico nella sede vescovile. Tra i partecipanti: i Movimenti ‘Amici’, il delegato vescovile per l’ecumenismo, ortodossi russi, padri ortodossi rumeni, pastori luterani, avventisti e membri della Chiesa Quadrangolare.

Inoltre, il gruppo di Insieme per l’Europa è coinvolto su vari fronti: fra l’altro, in due eventi sul Sì alla vita; nella preparazione del calendario diocesano della Quaresima 2020 con le meditazioni di Chiara Lubich sul filo conduttore: ‘Custodire il creato – custodire le creature’ e l’8 maggio in un evento per la Festa dell’Europa, con ampio coinvolgimento delle espressioni locali.

SLOVENIA

Dopo l’annuale incontro degli ‘Amici’ di IpE ad Ottmaring-Augsburg, il gruppo sloveno della rete (Comunità di Vita Cristiana, Via – Pot, Comunione e Liberazione, Coppie per Cristo, Emmanuel e il Movimento dei focolari) si è incontrato a gennaio 2020 con gli “Amici” di IpE sul posto per aggiornarli. All’appuntamento non hanno voluto mancare Stanislav Zore, l’arcivescovo cattolico di Lubiana, e Leon Novak, il nuovo vescovo evangelico per la Slovenia (che ha percorso ben 400 km per partecipare).

Dopo una breve presentazione sul percorso ventennale di IpE, anche con il video clip di 10′, sono stati ricordati i momenti salienti dell’incontro di novembre: Essere ambasciatori di riconciliazione e segni di speranza, come è emerso ad Ottmaring e poi nel Municipio di Augsburg, per concludere con la commemorazione e la preghiera nella chiesa evangelica di Sant’ Anna.

È stata anche l’occasione per interrogarsi sul come andare avanti. La prima tappa sarà il 9 maggio per la Giornata-Festa dell’Europa, programmata a Graz, che vedrà riuniti austriaci, sloveni, italiani e ungheresi – coronavirus permettendo. Un vivace dialogo fraterno ha coinvolto i rappresentanti dei Movimenti e i due Vescovi. L’incontro si è concluso con un patto solenne di amore scambievole.

A cura della Segreteria internazionale  

Verso una rinascita cristiana

Verso una rinascita cristiana

  • 26 giugno 2019

Insieme per l’Europa 1999-2019 – A colloquio con Pál Tóth

L’iniziativa compie 20 anni. Per l’occasione, due domande a Pál Tóth, docente all’Istituto Universitario Sophia, Loppiano (Firenze), sullo specifico della rete e come Insieme per l’Europa risponda alle sfide di oggi.

  1. Nel 1999 è nato Insieme per l’Europa. Come si distingue questo libero convergere di Comunità e Movimenti cristiani da altri gruppi che lavorano oggi per l’Europa? Quale è la sua caratteristica?

Il riconoscimento delle alterità e di conseguenza del pluralismo è una conquista della cultura occidentale. Questa convinzione è radicata nella fede biblica che ognuno di noi è una creatura irripetibile di Dio, che ha un piano d’amore su ognuno di noi. Con questa evoluzione nasce, però, anche una nuova sfida per le società di radice cristiana: Come gestire questa ricca diversità? Come arrivare all’unità necessaria all’azione? Questa domanda diventa oggi, nell’epoca delle sfide globali, davvero pressante. Attualmente i problemi non sono più soltanto locali, ma abbiamo a che fare con delle sfide trasversali come il cambiamento climatico, le migrazioni, la povertà, il capitalismo sfrenato, ecc. Per rispondere a queste sfide adeguatamente, ci vuole, su scala mondiale, una collaborazione molto più efficace. A mio avviso l’Europa, per il suo ruolo nell’elaborare pensieri innovativi attraverso i secoli, potrebbe e dovrebbe avere un ruolo determinante in questo processo.

Sono convinto che le Chiese cristiane hanno una risorsa speciale da offrire nella realizzazione di un’unità che non opprime, ma valorizza le diversità. Questa capacità diventa visibile nell’iniziativa Insieme per l’Europa. Anche nelle Chiese è presente il pluralismo, che è, però, un pluralismo dei vari carismi e doni, e questo pluralismo è capace di unità. Perché? Perché alla base di ogni vero Carisma troviamo una Parola di Dio. I carismi sono diversi tra di loro, ma la radice di tutti è il Verbo di Dio, in ultima analisi il Comandamento nuovo: Amatevi a vicenda. Questo è il loro fondamento comune, che assicura una base per l’unità e per la collaborazione. Infatti, Insieme per l’Europa fonda le sue attività su un “Patto d’amore scambievole” fra rappresentanti di diversi Movimenti e Comunità cristiani del nostro Continente.

Poi, non dobbiamo dimenticare le donne e gli uomini “della prima ora” di Insieme. Da 20 anni loro si dedicano con anima e corpo a questa iniziativa. Certo, già da un punto di vista umano, sono persone capaci e fedeli ad un impegno preso. Ma direi di più: in quell’ormai lontano 1999 la loro anima è stata toccata da una forte luce, dal Divino. Hanno capito con il cuore che nell’unità vissuta si realizzerà un mondo diverso, un’Europa nuova. E questo momento di “fondazione” ha lasciato in loro una sicurezza nell’unità nella diversità, che oggi vogliono tramandare ad altri. Loro sanno che i loro sogni ed aspirazioni di una volta ormai sono diventati oggi necessità di sopravvivenza. “Sui carismi poggia tutto. Bisogna scoprirli”. Così Chiara Lubich, co-fondatrice di Insieme per l’Europa.

         2. Cosa deve fare Insieme per l’Europa per ottenere sempre più visibilità?

I più di 300 Movimenti e Carismi coinvolti in Insieme per l’Europa sono già tra di loro una testimonianza visibile di collaborazione e di unità. Oltre la dichiarazione di valori comuni, oltre i momenti di preghiera comune in particolari occasioni, emerge ciò che i Movimenti già fanno insieme nel rispondere alle sopraddette sfide. Oggi attengono visibilità le azioni comuni, raccontate in storie che creano adesione e condivisione. In questa prospettiva Insieme per l’Europa potrebbe sviluppare, gradualmente, più progetti d’azione comuni.

Uno dei progetti potrebbe essere una piattaforma permanente di dialogo tra i Paesi dell’Est e quelli dell’Ovest. Con l’incontro 2017 a Vienna Insieme ha fatto un primo passo. Rappresentanti di Slovacchia, Cechia, Ungheria, Slovenia, Russia sono entrati in dialogo con i Paesi dell’Ovest. Si vedeva l’impegno (e la fatica) di andare oltre le differenze e le criticità, che spesso ostacolano una comprensione tra Est ed Ovest. Su questa pista vedrei per il futuro una collaborazione su diverse tematiche, come il concetto di nazione, il rapporto Chiesa-Stato, i diritti umani, le esigenze di unità e di verità ecc.
Con dei progetti vari a livello ecclesiale, politico, economico, civile Insieme per l’Europa sta formando una crescente rete di cittadini impegnati per una “rinascita cristiana dell’Europa”, dove si supera la critica e si parla delle criticità in prospettiva della crescita di tutti, insieme.

Beatriz Lauenroth, Mariënkroon (Olanda) 

Insieme per l’Europa in pochi minuti

Insieme per l’Europa in pochi minuti

  • 18 giugno 2019

Un’equipe internazionale di professionisti sta preparando un videoclip in occasione del 20° di Insieme per l’Europa, che si celebrerà a novembre a Ottmaring (Germania).

„Gli ultimi eventi di Insieme per l’Europa ci hanno portato a Klagenfurt, a Ottmaring e a Monaco, dove abbiamo cominciato a scoprire la sua identità oggi e il significato dell’esperienza di questi 20 anni di cammino. Attraverso interviste e videoriprese racconteremo in novembre – puntuale per l’anniversario – come questa rete si presenta ed opera. Lavorando con le varie persone, abbiamo visto come è possibile vivere l’unita nella diversità, come i vari carismi possono essere delle risposte ai problemi e perche l’Europa ha fortemente bisogno di saper entrare in un costruttivo dialogo tra diverse Chiese, Comunità, Movimenti, popoli…”  Così Dalma Timár,  ungherese, esperta in montaggi video, che insieme a Vera Bohus, camerawoman, pure lei ungherese, e Cinzia Panero, italiana e regista, si sono immerse nella realtà di questa originale esperienza europea.

Ci anticipano qualche immagine e qualche frase delle loro numerose interviste.

L’amicizia è un tema molto importante in Insieme per l’Europa. E l’idea dell’amicizia che effettivamente ci unisce è quella di diventare amici di Cristo in mezzo a noi. (Sr. Nicole Grochovina – Selbitz)

Per noi la cultura della reciprocità è molto importante. Tutti lo sentiamo dentro, non è una cosa che qualcuno ci impone. (Pavel Snoj – Ljubljana)

Insieme per l’Europa ha cambiato la mia vita dal primo momento in cui ho sentito come lo Spirito di Dio ci prende e ci porta avanti. (Gerhard Pross – Esslingen)

In Insieme per l’Europa trovo un laboratorio, dove uomini e donne, membri di vari Movimenti e Comunità, chierici e laici di varie Chiese, cerchiamo di trovare insieme quel cammino che vuol dire oggi vivere da cristiani in Europa. (Ilona Tóth – Budapest)

Secondo me bisognerebbe proprio partire dal basso, dalla comunità, dalla vita in famiglia, tra le Comunità. (Matteo Fanni Canelles – Trieste)

Clicca qui per il risultato finale: Videoclip 2019

Il compito di una minoranza creativa

Il compito di una minoranza creativa

  • 25 ottobre 2018

Proponiamo stralci di un discorso di Jesús Morán Cepedano, copresidente del Movimento dei Focolari, filosofo, specializzato in antropologia teologica, in occasione del Congresso di Insieme per l’Europa a Monaco di Baviera, il 30 giugno 2016. 

Perché l’Europa ha dato vita negli ultimi secoli ad una cultura che ha fatto di Dio non più un mistero ma un problema irrisolvibile? E, di conseguenza, ha fatto anche dell’uomo un problema inestricabile nel rapporto con se stesso, con gli altri, con il cosmo, con l’Assoluto? La domanda è tanto più “scandalosa” se si pensa alla storia del continente europeo che ha elaborato, nei secoli, un forte e originale umanesimo spirituale, artistico, filosofico, scientifico, giuridico, politico.

Nel 2004, l’allora card. J. Ratzinger, si domandava se non fosse vero, come afferma Arnold J. Toynbee, che il destino delle società dipende in grande misura da minoranze creative. Forse – sosteneva – è questo il compito che spetta ai cristiani: concepire se stessi come la minoranza creativa che porta l’Europa a riscoprire la sua eredità.

Quale sia questa eredità ci viene sorprendentemente ricordato anche da intellettuali del calibro di H.G. Gadamer e G. Steiner: da prospettive diverse  vedono entrambi per l’Europa un compito “tanto spirituale quanto intellettuale”. Per Gadamer: “Vivere con l’altro, vivere come l’altro dell’altro, è un compito universale e valido nel piccolo come nel grande. Come noi, crescendo ed entrando nella vita, impariamo a vivere insieme all’altro, lo stesso vale per i grandi gruppi umani, i popoli e gli Stati. Ed è probabilmente un privilegio dell’Europa il fatto di aver saputo e dovuto imparare, più di altri paesi, a convivere con la diversità”. [1] 

Questo destino richiede la creatività, l’ingegno, la capacità di rialzarsi e superare i propri limiti che sono sempre stati parte dell’anima dell’Europa come dimostra la sua storia, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale. I Padri fondatori hanno manifestato l’audacia non solo di sognare un’altra idea di Europa, ma anche di incominciare a metterla in atto puntando sull’integrazione di tutto il patrimonio del continente, consapevoli, secondo le parole profetiche di Konrad Adenauer, che: “Il futuro dell’Occidente non è tanto minacciato dalla tensione politica, quanto dal pericolo della massificazione, della uniformità del pensiero e del sentimento; in breve, da tutto il sistema di vita, dalla fuga dalla responsabilità, con l’unica preoccupazione per il proprio io”[2].

La prospettiva che l’Europa può e deve ancora, più che mai, offrire al mondo, è quella di formare una cultura di unità nella diversità a tutti i livelli: da quello personale e quotidiano a quello istituzionale e prospettico come richiamato anche recentemente dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I: “Anche le Istituzioni umane, – se saremo capaci di “trasfigurarle” con questa attenzione alla diversità –, sapranno comprendere che le diversità sono dono e non contrapposizione, ricchezza e non squilibrio, vita e non morte. Viviamo in un contesto in cui il pluralismo rischia di essere sacrificato in nome di una falsa unità, che vuole l’appiattimento globale in tutte le manifestazioni dell’uomo; […]. E invece proprio dalla accettazione delle diversità, come fondamento dell’unità della umanità ferita, attraverso il dialogo d’amore, attraverso il reciproco rispetto, attraverso la accoglienza dell’Altro e la nostra disponibilità ad accogliere e ad essere accolti potremo diventare per il mondo, icone di Cristo  e come lui nell’unità essere anche diversità.”[3]

Si tratta, pertanto, di tornare con nuova lena e decisione a coniugare ancora una cultura dei diritti umani che possa sapientemente legare la dimensione personale, a quella del bene comune di tutti i gruppi intermedi che si uniscono nella comunità sociale e politica. Allo stesso tempo ciò va fatto senza perdere di vista la dignità trascendente dell’essere umano come ha affermato, con forza nel 2014, Papa Francesco al Parlamento Europeo.

In questo percorso, il ruolo delle comunità ecclesiali si presenta ancora una volta decisivo, perché questa è la loro missione: l’annuncio gioioso della buona novella. In una epoca in cui sembra si sia spaccata “l’alleanza culturale” delle Chiese con la società circondante, si tratta di ritornare al Vangelo, di suscitare incontri significativi alla luce della Scrittura, dei racconti evangelici, onde generare la stessa vita generata da Gesù di Nazareth. Come ha sottolineato Papa Francesco, in occasione della consegna del Premio Carlomagno: “Dio desidera abitare tra gli uomini, ma può farlo solo attraverso uomini e donne che, come i grandi evangelizzatori del continente, siano toccati da Lui e vivano il Vangelo, senza cercare altro. Solo una Chiesa ricca di testimoni potrà ridare l’acqua pura del Vangelo alle radici dell’Europa. In questo, il cammino dei cristiani verso la piena unità è un grande segno dei tempi, ma anche l’esigenza urgente di rispondere all’appello del Signore «perché tutti siano una sola cosa (Gv17,21)».”[4]

[1] L’eredità dell’Europa, Einaudi, Torino 1991, pp. 21-22.

[2] Discorso all’Assemblea degli artigiani tedeschi, Düsseldorf, 27 aprile 1952. Ripreso da Papa Francesco nel suo discorso per la consegna del Premio Carlomagno (13 maggio 2016).

[3] Lectio magistralis del Patriarca Ecumenico Bartolomeo in occasione della consegna del dottorato Honoris Causa dell’Istituto Universitario Sophia, Loppiano 26 ottobre 2015.

[4] Papa Francesco, Discorso alla consegna del premio Carlomagno, Roma, 13 maggio 2016.

Foto: ©Ursel Haaf – www.urselhaaf.de

 

 

Vienna, ponte tra l’Ovest e l’Est

Vienna, ponte tra l’Ovest e l’Est

  • 20 novembre 2017

Provenivano da numerosi Paesi del Continente. Il loro comune intento: unità riconciliata tra le diverse Chiese e culture, nonché la solidarietà e l’integrazione in Europa.

Dal 9 all’11 novembre 2017 si sono riuniti nella capitale austriaca per il loro Congresso annuale 130 appartenenti a 44 Movimenti, Comunità e Associazioni, della rete ecumenica Insieme per l’Europa.

Volevano riflettere sul passato, presente e futuro di Insieme. “Ci vuole un’azione dialogata” aveva detto Ilona Tóth, membro del Comitato di Orientamento di IpE, il 29.10.2017 in seguito all’incontro a Roma “(Re)thinking Europe” della COMECE, “cioè guardare insieme un problema e cercare insieme le risposte”. E così fu a Vienna.

Preghiera ecumenica per l’Europa

Per i partecipanti del Congresso, la sera del 9 novembre, c’è un appuntamento nel Duomo di Vienna, il Stephansdom, presieduta dal Cardinale Christoph Schönborn insieme a un significativo gruppo ecumenico di autorità ecclesiastiche, con alcune centinaia di persone. Ha trovato una forte coesione la preghiera solenne per un Insieme di culture e generazioni e per la pace. La data porta una coincidenza significativa. Dopo il 9.11.1938 (Notte dei cristalli), il 9.11.1989 (caduta del muro di Berlino) il 9 novembre 2017, giorno della preghiera ecumenica, appare un momento importante sulla strada di Insieme e un segno di pace per l’Europa. Vedi articolo, foto e video>

Scambio di idee al Congresso

Interventi e intensi scambi di idee, con momenti di preghiera, hanno caratterizzato il programma.

Heinrich Walter (Schönstatt) ha presentato i diciotto anni di storia di Insieme per l’Europa. “Da radici profonde cresce un albero fecondo per l’unità dell’Europa” ha osservato ed ha ricordato, tra l’altro, l’anno 1999, quando ad Augusta, in occasione della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, prese inizio la collaborazione per l’Europa di Movimenti, Comunità e Associazioni di varie Chiese.

Gérard Testard (Comunità Efesia, Francia) in modo sintetico e chiaro, ha presentato il contesto attuale delle crisi e delle speranze dell’Europa.

In seguito, Gerhard Pross (CVJM/YMCA Esslingen) ha parlato delle “sfide per l’Europa”. “Il nostro Insieme è un messaggio profetico. Il nostro messaggio profetico è la cultura dell’insieme per l’Europa”, ha dichiarato Pross e ha ricordato: “Noi diciamo SÌ ad un’Europa alla quale, nel corso della storia, Dio ha affidato una vocazione: l’insieme di cielo e terra, l’insieme di fede e progetto sul mondo, perché nel Crocifisso il cielo e la terra si incontrano.”

Poi la parola è stata data a Pál Tóth (Movimento dei Focolari, Ungheria) con uno sguardo al futuro di Insieme: “Cultura dell’incontro e del dialogo fra Est e Ovest europeo”. Ha fatto seguito una Tavola Rotonda molto apprezzata con partecipanti dell’Ucraina, della Slovacchia, dell’Ungheria, della Slovenia e della Russia. Tóth, esperto in scienze della comunicazione, ha evidenziato alcune differenze tra i Paesi dell’Est e dell’Ovest, osando lanciare a conclusione una sfida: “Insieme per l’Europa potrebbe svilupparsi sempre più come una piattaforma di dialogo e persino come una scuola di dialogo intraeuropeo”. Sulla premessa “di uguaglianza e di mutuo riconoscimento potrebbe svilupparsi un nuovo tipo di discorso sapienziale, che fa vedere miserie e mancanze in prospettiva della redenzione e della resurrezione.”

Come andare avanti?

Con numerose riflessioni nelle plenarie e nei gruppi, i presenti erano invitati a partecipare attivamente al processo di concretizzazione, esprimendo la propria opinione e le proprie esperienze.

L’ultimo giorno, poi, la domanda di Thomas Römer (CVJM/YMCA Monaco) e Suor Vernita Weiss (Schönstatt): “Come andare avanti?” ha spinto a chiedere insieme lo Spirito Santo. Tra le proposte: intensificare gli incontri e le visite vicendevoli tra i vari Movimenti e Paesi, per rafforzare così lo spirito di Insieme. Un’altra idea, su suggerimento di Jeff Fountain (Schuman Center for Europeen Studies, Olanda) e del gruppo di Insieme per l’Europa di Roma, approfittare del 9 maggio – che in molti Paesi è già considerato giornata europea – per diffondere con azioni locali il messaggio di Insieme.  In conclusione, il rinnovare il “patto” – una solenne promessa d’amore reciproco – ha sigillato davanti a Dio il comune impegno, dando coraggio e fiducia per il prossimo avvenire.

Il prossimo incontro degli “Amici” di Insieme per l’Europa si terrà a Praga (Repubblica Ceca) dal 15 al 17 novembre 2018, dove si continuerà il dialogo Est-Ovest. Insieme ci siamo incamminati verso un futuro promettente.

Beatriz Lauenroth

Scarica e leggi alcuni dei principali contributi:

2017 11 10 Gérard Testard – la situazione politica dell’Europa
2017 11 10 Gerhard Pross – Le sfide per l’Europa
2017 11 10 P. Heinrich Walter – I frutti di Insieme per l’Europa
2017 11 10 Pal Toth – Cultura dell’incontro e del dialogo fra l’Est-Ovest europeo

TfE Vienna 2017 Foto: Annemarie Baumgarten
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TfE-Vienna-2017_Pál Toth Foto-A. Baumgarten
TfE-Vienna-2017_Foto-A. Baumgarten
TfE-Vienna-2017_Foto-A. Baumgarten
TfE-Vienna-2017_Foto-A. Baumgarten
Aperti al dialogo

Aperti al dialogo

  • 20 ottobre 2017

Un sogno può diventare realtà

Alla vigilia della grande riunione di “Insieme per l’Europa” a Vienna (9.-11 novembre 2017), i rappresentanti di diversi Movimenti olandesi si sono incontrati per scambiarsi le idee sulla domanda: che cosa sta succedendo nei Paesi Bassi per dar forma ad un’Europa unita? E cosa sta succedendo al riguardo in tutta l’Europa?

L’Olanda è aperta al dialogo

“I cristiani praticanti sono una minoranza nei Paesi Bassi, ma abbiamo un compito comune” dice Jan Wessels dell’ampia rete protestante “Missie Nederland”. “La preoccupazione primaria è quella di trasmettere il messaggio di Gesù Cristo. E qui i Movimenti e le Chiese possono imparare l’uno dall’altro e sostenersi”.

“Ognuno sta cercando un sogno che possa vivere”, dice Ine Sassen-Pouwels (Rinnovamento Carismatico nella Chiesa Cattolica). E chi sa sognare più intensamente della gioventù? Quindi, perché non dare ai giovani dei diversi Movimenti e Chiese dell’Olanda “una possibilità di scambiarsi le domande sulla propria vita? L’esperienza di giovani più maturi potrebbe essere di aiuto.”

Jeff Fountain, direttore del Centro Schumann per gli Studi Europei e quindi specialista dell’Europa è nato in Nuova Zelanda e da 40 anni è sposato con una olandese. Tra l’altro dice, strizzando un occhio: “L’Olanda è particolarmente adatta al dialogo in e per l’Europa. Il re Willem Alexander dei Paesi Bassi ne è il miglior esempio. È un misto di sangue tedesco e sangue russo”.

Rapporti di vita

In un’atmosfera di grande apprezzamento reciproco, si sente la gioia di unire  tutte le forze per contribuire all’unità dell’Europa cominciando dal proprio Paese. “Si tratta di rapporti”, evidenzia Enno Dijkma del Movimento dei Focolari. “L’amicizia tra noi dà le ali ai nostri pensieri”. L’apertura al dialogo e il neighbour meeting per l’Europa sono solo due delle idee promettenti che la delegazione olandese porterà il 9 novembre 2017 a Vienna. Là si incontrerà con rappresentanti dell’Europa occidentale e orientale per presentare le proprie idee e ricevere le idee degli altri. Attendiamo con curiosità i risultati dell’incontro – a livello europeo.

Beatriz Lauenroth

Dialogo?!

Dialogo?!

  • 30 settembre 2017

Dialogue, Párbeszéd, Dialog, диалог, Dialogo, Dialóg…

Una delle parole fondamentali per l’Europa di oggi! Come approfondire? Sentiamo l’esigenza di continuare o (ri)cominciare a conoscerci di più tra Europa dell’Est e quella dell’Ovest. Per questo il prossimo incontro degli Amici di Insieme per l’Europa a Vienna (9.-11. Novembre 2017) sarà un laboratorio in questa direzione.

Per ingrandire, clicca sopra la vignetta

Abbiamo cercato chi potrebbe introdurci in quest’argomento attualissimo. Chissà quanti di voi avrebbero qualcosa da dire. Intanto il nostro sguardo si è fermato sulle esperienze di:

Gennaro Lamagna   I Balcani visti da un “napoletano”>

Beatriz Lauenroth  Sempre più verso l’Est>

Tanino Minuta (il contributo andrà online nel mese di ottobre)

Maria Bruna Romito (il contributo andrà online nel mese di ottobre)

Intervista al Cardinal Kurt Koch

Intervista al Cardinal Kurt Koch

  • 03 aprile 2017

Veglia Ecumenica per l’Europa a Roma, 24.3.2017 – Intervista al Card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani

Eminenza, questa veglia di preghiera che vede unite diverse confessioni cristiane dimostra che l’unità nella diversità è possibile. Che esempio può dare questa serata ad una Europa che è ancora così divisa e lacerata su questioni primarie?

“Questa preghiera è organizzata da movimenti di diverse Chiese: c’è grande varietà e diversità ma c’è unità, siamo tutti insieme per l’Europa. E questa riconciliazione fra unità e diversità è molto importante anche per l’Europa che deve diventare una unità ma non per negare la diversità ma per approfondirla, e far si che tutti i Paesi contribuiscano all’unità”.

I movimenti cristiani che si uniscono hanno tra i loro obiettivi anche quello di cogliere insieme i cosiddetti “segni dei tempi”, quei segnali che, in un dato momento storico, mostrano che l’umanità è diretta, seppur lentamente, verso l’unità. Ci sono oggi segnali di questo tipo?

“La grandissima sfida che abbiamo oggi è la crisi dei rifugiati. Per l’Europa la sfida è l’ospitalità, l’apertura per gli altri. C’è un detto che dice: “Se conosco solo l’Inghilterra, non conosco ancora  l’Inghilterra. Io conosco davvero l’Inghilterra fintanto che conosco anche Francia e Italia” per esempio. Allora, vedere che l’altro non è mio nemico è un bene: basta ritrovare questo e si procederà bene”.

Papa Francesco ha sottolineato che la pace passa per l’integrazione, il dialogo e quindi anche per il lavoro, e che per l’Europa il lavoro è una priorità a livello politico. Qual è il suo pensiero?

“È necessario che tutti abbiano accesso al lavoro. Questa è una grande sfida perché riguarda la dignità della persona. Poi è importante la collaborazione nel lavoro, che non ci sia disprezzo, perché anche la possibilità di accedere ad un lavoro dignitoso contribuisce all’unità dell’Europa”.

Claudia Di Lorenzi

Ancora e sempre più Europa

Ancora e sempre più Europa

  • 17 marzo 2017

E’ alle porte l’appuntamento del 60° dei Trattati di Roma: in diverse città europee ci si riunisce per testimoniare un’Europa sempre più dialogante e fraterna. Un esempio: Trieste.

Quando 60 anni fa i fondatori dell’Europa unita facevano i primi passi, avevano nei loro sensi ancora l’odore acre del sangue e del fumo delle macerie di una guerra scoppiata in Europa per precise responsabilità di fanatismi nazionalisti e razzisti, una guerra poi dilagata nel mondo. Solo un movimento complessivo di riforma delle relazioni internazionali, civili, politiche, economiche, culturali, religiose tra i popoli e le comunità poteva fare un percorso diverso e farci uscire dall’odio disseminato.

A 60 anni da quei giorni storici, i famosi Trattati di Roma del 1957, riaffermiamo le ragioni dell’unità europea come passaggio indispensabile alla pace e alla convivenza. Anche se non tutto va nel senso giusto nell’Unione europea e ci sono lacune , rigidità , eccessi burocratici, incomprensioni, gravi disuguaglianze, tali e tanti sono stati i vantaggi di questa ricomposizione, che sentiamo il bisogno di farla crescere e migliorare, non certo di annullarla come da più parti le spinte nazionaliste e separatiste di sempre vorrebbero per riportarci così indietro in situazioni pericolose anche per la pace.

Almeno quattro milioni di giovani studenti europei hanno usufruito del programma Erasmus con enormi vantaggi nella loro formazione e conoscenza. Cifre altrettanto significative quelle dei lavoratori che si sono liberamente mossi, acquisendo professionalità e aumentando gli scambi culturali, tecnologici, commerciali, economici. Molti i giovani che si sono inseriti nei progetti di volontariato europeo, mettendosi al servizio di altre comunità nazionali, vasto lo scambio degli studiosi e dei ricercatori grazie alle collaborazioni universitarie. I posti di lavoro hanno migliorato le sicurezze ambientali grazie alle direttive europee diventate leggi nazionali, così nell’ambito sanitario, così nella movimentazione turistica ed artistica. Le comunità religiose stanno dando vita a processi di unificazione e di integrazione che riguardano tutte le Chiese cristiane e tutte le religioni.

A tutto questo non vogliamo rinunciare, anzi intendiamo aumentare l’intensità di questo modo di intendere la vita dei nostri popoli, che hanno già abbastanza sofferto. E per ribadire questa convinzione, ci troveremo il giorno 24 marzo alle 18 nella sala dell’oratorio di S. Giacomo per una serata celebrativa di questi 60 anni, grazie alla collaborazione di una ventina di associazioni, movimenti e comunità di varia ispirazione inserite nel progetto denominato Insieme per l’Europa, che da diciassette anni opera in tante città europee, tra cui Trieste, radunando credenti delle diverse fedi religiose, ma anche non credenti e persone che cercano la pace e l’incontro, non lo scontro. Sarà un momento di riflessione, di fraternità e di festa, perché sappiamo bene ormai quanto bisogno abbiamo di ritrovare queste convergenze rassicuranti e riumanizzanti.

Per il coordinamento di Insieme per l’Europa a Trieste,

Silvano Magnelli

Foto Trieste: Di ryogt www.flickr.com/photos/ryogt/12980775/, CC BY-SA 2.0

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